SOTOGRANDE (SPAGNA) - Cannondale ha aggiornato l’intera gamma Overmountain e la novità più interessante è che non parliamo di prodotti 2015, ma 2014. La disponibilità, infatti, è prevista fra maggio e giugno 2014 (a seconda dei modelli).
Il pezzo grosso della gamma è, indubbiamente, la tanto attesa Jekyll con ruote da 27,5”, la stessa che Jerome Clementz ha iniziato a utilizzare dall’inizio di stagione, portandola anche alla vittoria.
Non si tratta solo di un adeguamento delle geometrie, ma anche di sostanziali cambiamenti, soprattutto a livello sospensioni.
Guardando la foto la prima cosa che balza agli occhi è la forcella: parliamo di una Lefty Supermax Carbon da 160 mm compatibile, ovviamente, con ruota da 27,5”.
Questo è un passaggio molto importante in casa Cannondale che attesta la maturità tecnica di questa forcella, raggiunta soprattutto con l’evoluzione Hybrid di qualche anno fa, è l'ingresso nel settore 27,5".
Partiamo dalla forcella…
160 mm di travel, piastre specifiche per ogni taglia, sistema di scorrimento con cuscinetti ad aghi e uno speciale glide bearing che consente allo stelo di essere sempre ben lubrificato.
Il vantaggio del sistema a cuscinetti lo si avverte soprattutto in curva, ovvero quando la forcella lavora sotto un carico torsionale maggiore. Il sistema a cuscinetti permette una maggiore precisione, in qualunque condizione. L’evoluzione compiuta dal sistema Hybrid, poi, richiede intervalli di manutenzione meno frequenti e, in generale, una maggiore affidabilità.
Idraulica rivista
Rispetto alla Supermax Carbon della Trigger 29 Carbon 1, la Lefty della nuova Jekyll ha prestazioni migliorate soprattutto nella parte centrale della corsa per consentire alla forcella di restare più su e non sbilanciare la geometria della bici. E’ stato ridisegnato il pompante Wide Mouth e sono state adottate lamelle specifiche.
Gli interventi di affinamento hanno portato a un tuning specifico Enduro (per la Jekyll) e Trail (per la gamma Trigger).
Non dimentichiamo l’offset…
L’avanzamento del perno ruota che vediamo sulla Lefty della Jekyll è di 50 mm e questo permette, a detta dei tecnici Cannondale, un migliore controllo della bici nello stretto e anche una maggiore stabilità alle alte velocità.
Fibra di carbonio BallisTec
Questa fibra viene impiegata anche in campo militare e Cannondale continua a utilizzarla anche sulla Jekyll, bici sulla fece il suo debutto nel 2010.
L’abilità dei tecnici Cannondale sta nell’utilizzare la fibra ad alto modulo nelle zone che maggiormente lo richiedono.
La fibra BallisTec è più resistente agli impatti (anche se la Jekyll è dotata di una protezione sulla parte bassa del tubo obliquo e sul movimento centrale), leggera e rigida, cioè perfetta per un utilizzo Mtb.
Per mantenere elevato il livello di rigidità torsionale e di precisione di guida Cannondale conferma sulla Jekyll l’impiego del sistema Ecs-Tc, ovvero tutti i pivot del carro lavorano su due cuscinetti sigillati posti di fianco uno all’altro e su un perno passante da 15 mm. Non ci deve essere il minimo gioco durante la guida per avere il migliore controllo possibile.
Nei dettagli della geometria
Per Cannondale la Jekyll fa parte della categoria enduro race e aggressive all mountain, quindi roba per chi sa guidare.
Rispetto alla versione da 26”, lo sterzo scende da 68 a 67 gradi per consentire al biker un controllo della bici ottimale in salita.
Il piantone passa da 73,6 gradi a 74,9, sempre per avere più efficienza di pedalata.
Un altro dettaglio importante è l'aumento della lunghezza del front center, ossia la distanza fra l’asse del movimento centrale e il mozzo anteriore: la nuova Jekyll avrà un tubo superiore più lungo e di conseguenza un attacco manubrio più corto (50 mm è la misura prevista di serie).
Il peso del telaio è, orientativamente, di 2,2 Kg senza l’ammortizzatore per il quale occorre aggiungere circa 450 grammi.
Un Dyad aggiornato
Le modifiche che Cannondale ha introdotto su questo componente sono di minore rilievo, ma concorrono a migliorare il feeling con la guida.
In questo hanno coinvolto Jerome Clementz al quale, il giorno successivo alla vittoria di Finale Ligure nell’Ews, hanno chiesto di provare diversi ammortizzatori con diverse tarature al fine di trovare la soluzione ottimale per la nuova Jekyll. Guardate il video...
Il risultato è stato una curva di compressione più lineare in modalità Flow (che permette 160 mm di travel) e una più progressiva in modalità Elevate (che ne permette 95), in modo da migliorare la guida in discesa e disperdere meno energie quando c’è da spingere sui pedali.
Inoltre il Sag è stato ridotto dal 40% della precedente Jekyll al 30% in modo da alzare da terra il movimento centrale.
Le regolazioni consentite al registro di rebound, inoltre, saranno ancora più ampie.
Novità interessante per i maniaci dei setup, il Dyad avrà un misuratore di Sag che permetterà di verificare anche quanto travel si sta sfruttando.
La Jekyll e la Trigger, infatti, avendo una sospensione posteriore pull-shock, hanno un ammortizzatore che lavora in estensione e non in compressione.
Il Dyad è un ammortizzatore, sì, complesso, ma anche molto efficace. Questo video racconta le novità sulla versione 2014-2015:
Le versioni disponibili
Il modello di punta sarà ancora la Jekyll Team e avrà un costo di 6499€.
Subito sotto troviamo la Jekyll 27,5” Carbon 2 a 4499€ che potete vedere nella immagine in basso.
La gamma include anche due modelli in alluminio per i quali Cannondale non prevede la forcella Lefty, ma una Pike con un offset di 46 mm. La più raffinata delle Jekyll in lega Smart Form è la Jekyll 3, venduta a 3299€.
L’ultima della gamma è la Jekyll 4, 2599€.
A breve avremo modo di provare la nuova Jekyll in versione Carbon Team in una piccola gara di enduro. E vi racconteremo come se la cava in quelle circostanze…
Per informazioni www.cannondale.com
Ps: Jerome Clementz ha già portato la nuova Jekyll alla vittoria in Cile alla Andes Pacifico, ricordate?
Condividi con
Tags
Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.