VERBIER - Nell'ambito dell'incontro con Trek tenutosi i primi di giugno, il costruttore americano ha presentato, oltre a una serie di migliorie sulla gamma Trek Powerfly, anche un'ulteriore evoluzione dei propri ammortizzatori. A presentarla ai media è stato il responsabile del settore ricerca e sviluppo e guru delle sospensioni Trek, ossia Josè Gonzales.
Ricordiamo come dal suo insediamento in Trek sia stato introdotto lo snodo tra i foderi Abp (Active Brake Pivot), la sospensione Full Floater (foto sopra), la tecnologia Drcv (Dual Rate Control Valve) che per certi versi anticipava di diversi anni gli ammortizzatori con camera pneumatica maggiorata senza pregiudicarne il supporto a metà corsa e per ultimo e, non meno importante, la collaborazione con il famoso costruttore americano Penske che ha portato all'introduzione della valvola regressiva RE:aktiv (ne avevamo parlato qui). Cam McCaul vi spiega di seguito in cosa consiste il RE:aktiv:
L'evoluzione prosegue e la collaborazione con Penske Racing Shox ha portato alla realizzazione di un nuovo ammortizzatore, il Trek RE:aktiv Thru Shaft che migliora ulteriormente la fluidità di guida garantendo sensibilità e risposta alle regolazioni anche se sottoposto a stress prolungato.
Viene utilizzata l'architettura interna Thru Shaft che non è nuova nel campo delle competizioni a 2 e 4 ruote e trova la sua applicazione nella F1 come nella MotoGp. Esternamente il nuovo ammortizzatore è riconoscibile perchè presenta un attacco inferiore dedicato (foto in basso).
Addio pistone flottante
Le grandi differenze risiedono all'interno: viene eliminato l'Internal Floating Piston (Ifp) presente fino ad oggi sulla quasi totalità degli ammortizzatori in commercio. Il compito dell'Ifp è quello di separare all'interno dello stelo la parte con olio (serbatoio dell'olio) da quella con azoto (camera di espansione) e si può trovare all'interno dello stelo oppure nel serbatoio esterno (cioè il piggyback).
Nel video seguente Cam McCaul vi mostra come funziona il sistema RE:aktiv Thru Shaft senza pistone flottante:
Il suo funzionamento può essere riassunto così: durante la compressione dell'ammortizzatore il pistone viene spinto all'interno del serbatoio dell'olio provocando una compressione dell'olio.
Quest'ultimo, essendo quasi incomprimibile, a sua volta spinge verso l'Ifp che non fa altro che "assorbire" tale variazione di volume comprimendo la camera di espansione.
Gli ammortizzatori con pistone flottante senza piggy back sono più soggetti al riscaldamento rispetto a quelli con serbatoio separato in quanto posseggono meno olio e la dissipazione del calore è più difficoltosa, essendo inferiore la superficie di contatto per poterlo smaltire.
Per gli ammortizzatori ad aria il controllo del calore risulta di vitale importanza in quanto temperature eccessive nel serbatoio dell'olio possono far aumentare notevolmente la temperatura dell’aria nella camera pneumatica rendendo l’elemento elastico meno sensibile.
Migliore gestione del calore
Il nuovo ammortizzatore Trek RE:aktiv Thru Shaft permette di superare tali svantaggi riuscendo a garantire una sensibiltà superiore su tutta la corsa a disposizione e prestazioni costanti anche dopo utilizzi prolungati.
Eliminare l'Ifp ha richiesto di riprogettare completamente l'interno del serbatoio dell'olio.
Se da un lato continuerà ad esserci un cilindro principale che comprimendosi occuperà lo spazio all'interno del serbatoio, dall'altro ci sarà un cilindro secondario opposto che "uscirà" dal corpo dell'ammortizzatore senza opporre alcuna resistenza permettendo il movimento del primo.
In fase di estensione avviene esattamente il contrario: il cilindro secondario entrarà nel serbatoio dell'olio e il cilindro principale ne uscirà. Tutto ciò avviene senza picchi di pressione e mantenendo un volume di olio sempre costante.
Inoltre, senza l'Ifp che oppone resistenza alla compressione del pistone principale, la sensibilità alle sollecitazioni è notevolmente incrementata venendo meno un ulteriore elemento di frizione sensibile alla temperatura.
Tutto ciò comunque non significa che l'olio non subisca alcuna variazione di temperatura, ma, per ridurne al minimo gli effetti, negli ammortizzatori RockShox resta presente un serbatoio idraulico esterno (sebbene di dimensioni inferiori), mentre su quelli Fox c'è un sistema di compensazione interno.
Inoltre, stando alle dichiarazioni del produttore, la manutenzione dell'ammortizzatore non prevede operazioni particolari. Così come per i modelli precedenti sarà possibile utilizzare degli spessori interni per variare il volume d'aria e la progressività dell'ammortizzatore.
Quali modelli di bici lo utilizzeranno?
Trek ha un accordo biennale in esclusiva con Fox e RockShox per l'utilizzo degli ammortizzatori Trek RE:akitiv Thru Shaft, mentre la valvola regressiva RE:aktiv resterà una prerogativa esclusiva anche successivamente.
Al momento i modelli che utilizzeranno unità ammortizzanti con valvola RE:aktiv e sistema Thru Shaft saranno i seguenti:
- Trek Slash 9.8 e 9.7
- Trek Remedy 9.8 e 9.8 specifico per donna
- Trek Fuel Ex 9.9
- il kit telaio dei modelli sopracitati
In futuro anche altri modelli di Mtb adotteranno le medesime soluzioni tecniche, mentre al momento non è previsto l'utilizzo in ambiti Xc, né Dh.
Unica nota dolente, non è prevista la vendita aftermarket di unità ammortizzanti Trek RE:aktiv Thru Shaft per i modelli già sul mercato.
Una confidenza di guida sorprendente
Il sottoscritto ha avuto modo di provare due dei tre modelli che adottano il nuovo ammortizzatore, ossia la Trek Fuel Ex 9.9 e la Trek Remedy 9.8, la prima in versione 29" con 130 mm di escursione e la seconda nel formato 27,5" con escursione pari a 150 mm. Ho sempre utilizzato l'impostazione con geometria più distesa (Low), il Sag adottato è stato tra il 25-30%, il percorso di prova prevedeva sterrato, ghiaioso, radici, sassi e terreno preparato con curve in appoggio e dossi artificiali.
Salito in sella la sensazione non differisce dal modello precedente almeno finché si resta in zona Sag, ma appena si chiede qualcosa in più ci si rende conto della validità del sistema che sfodera grande sensibilità anche oltre metà corsa pur garantendo il giusto supporto.
In discesa si ha la netta percezione di avere a disposizione più escursione di quella dichiarata soprattutto a seguito di atterraggi da salti senza troppi riguardi o affrontando compressioni in rapida successione.
In fase di frenata e percorrenza in curva la ruota posteriore "rimbalza meno" e resta più a contatto con il terreno aumentando la confidenza nel mezzo.
In termini di linearità di funzionamento si ha la sensazione di avere un ammortizzatore a molla fino a circa 3/4 di corsa, dopo di che l'aria contenuta nella camera pneumatica rende il comportamento comunque progressivo.
Nei tratti pedalati in pianura ho adottato la frenatura intermedia, più che sufficiente a garantire un adeguato supporto alla pedalata e rendere la bici reattiva anche nel fuori sella.
Nelle salite tecniche conviene mantenere la stessa impostazione per verticalizzare il tubo piantone favorendo la pedalata ed evitare che la sospensione posteriore si comprima in modo eccessivo.
La trazione a disposizione è sempre molto buona così come la capacità di assorbire le compressioni. Talmente è elevato il livello di confidenza che permette l'ammortizzatore che passano quasi in secondo piano le qualità della forcella.
Si è trattato di un assaggio che speriamo si trasformi presto in un test di lunga durata, ma le sensazioni in sella ricavate da questa prima presa di contatto sui sentieri intorno a Verbier sono state senza dubbio molto positive.
Trek ha fatto compiere un altro passo in avanti alle prestazioni di cui un ammortizzatore ad aria può essere capace.
Qui le altre novità 2018 presentate e testate fino ad ora da MtbCult.it
Per informazioni TrekBikes.com