L'uscita all'Elba con la Nazionale XCO mi ha fornito diversi spunti, uno tra i tanti riguarda la differenza di ritmo, approccio e gestione tra amatori e pro' in allenamento.
Non era la prima volta che mi allenavo con gli elite, ma raggiungerli durante un ritiro ed entrare nel loro “mood” è servito per rinfrescarmi un po' la memoria e fare qualche ragionamento.
Guarda caso, al ritorno, molti di voi ci hanno fatto proprio queste domande:
- Com'è allenarsi con i professionisti?
- Cosa mangiano in allenamento?
- Quanto vanno forte?
- Quanto hai faticato da 1 a 10?
In questo articolo voglio rispondervi a queste ed altre domande, ampliando un po' il discorso...
L'APPROCCIO
Allenarsi con i professionisti è bello, inutile negarlo.
Si ha la possibilità di pedalare e guidare a ruota di atleti che di solito si vedono da dietro la fettuccia o dal monitor del computer.
Per via del mio lavoro e del mio passato da atleta, molti di loro li conosco da anni, nonostante ciò, pedalarci insieme è sempre un gran piacere.
L'aspetto che molti non conoscono riguarda l'approccio che hanno in allenamento, che è molto più rilassato di quello che hanno alcuni amatori che partecipano alle gare (non tutti, per fortuna).
Durante le sedute specifiche ognuno fa i suoi lavori, ma anche in questo caso cercano di trovare una soluzione per ritrovarsi alla fine e tornare insieme a casa o in hotel.
Nelle uscite di distanza, come quella fatta all'Elba, l'atmosfera è ancora più tranquilla. Si ride e si scherza sin da subito, nonostante non si vada piano... Ma di questo ne parliamo dopo.
Chi pensa che i professionisti non si divertano fa un grosso errore, perché in realtà è tutto il contrario: l'obiettivo per loro è trovare un percorso che sia allenante, ma anche divertente.
Perché, parliamoci chiaro, se non si divertissero in bici, non sarebbero arrivati lì dove sono...
E vogliamo parlare delle pause?
Molti amatori vedono il caffè al bar come una perdita di tempo, evitano le soste con la convinzione che queste possano pregiudicare l'allenamento.
Gli agonisti quelli veri, invece, durante le uscite lunghe non ne fanno a meno, anzi le sfruttano come un momento per ritrovare le energie (fisiche e mentali) e tornare a spingere più forte di prima.
Cosa mangiano in allenamento?
Beh, dipende dalla persona e dal tipo di allenamento, ma di sicuro non abbiamo visto cibi strani, preparati biologici o intrugli vari: i panini con nutella o marmellata vanno per la maggiore, oppure crostata in caso di sosta al bar, ma anche qualcosa di salato negli allenamenti lunghi (prosciutto/formaggio).
E, perché no, anche una Coca Cola fresca!
Come avrete capito, quindi, anche se stiamo parlando di ragazzi che pedalano per lavoro, l'approccio è quello giusto, molto più rilassato di quanto si possa pensare...
IL RITMO
Quanto vanno forte questi ragazzi?
Il punto non è “quanto vanno forte” ma “quanto tengono un determinato ritmo”.
La differenza principale tra allenarsi con i pro' e con gli amatori, riguarda infatti il ritmo di base, ovvero quell'andatura che i professionisti possono mantenere anche per tante ore, ma che in realtà non è proprio tranquilla...
É qui che si vede “la cilindrata” del motore, infatti mentre loro vanno tranquilli, un amatore (anche esperto e ben allenato) sarà già al medio, se non oltre. Ovviamente, se gli elite decidono di fare una salita più forte, è molto probabile che l'amatore si stacchi.
Ed è proprio quello che è successo a me durante il ritiro...
Su una salita asfaltata (foto sopra), i Braidot e Colledani volevano fare un po' di “medio-gara” (così lo hanno chiamato). Hanno accelerato e alla loro ruota si sono portati anche Filippo Fontana e Andreas Emanuele Vittone. Io li ho seguiti per buona parte della salita, per capire fin dove potessi arrivare.
Ma mentre loro erano al medio, io ero a tutta e ad un certo punto ho deciso di rallentare, anche perché non sapevo quanto fosse lunga la salita.
Tenete conto che ho corso anch'io come elite in passato (anche se non ero tra i più forti), attualmente sono abbastanza allenato e sfioro i 5 W/Kg alla soglia. Quindi non sono proprio fermo, eppure...
Questo è solo un esempio, ma credo sia utile per capire quanto è importante la cilindrata dell'atleta.
Per quanto ognuno di noi si possa allenare, difficilmente riuscirà ad avere dei parametri di base (potenza aerobica, capacità lattacida e così via...) paragonabili a quelli di un elite o di un U23 di alto livello.
E' proprio questo il confine tra mondo amatoriale e mondo professionistico, il requisito fondamentale per diventare un atleta di un certo livello e per essere convocato in Nazionale.
E chi decide è soprattutto Madre Natura, non c'è allenamento che tenga...
Quindi rilassatevi, date il massimo per togliervi qualche soddisfazione tra i Master, ma non paragonatevi ai pro'!
LA TECNICA
Un altro aspetto sul quale riflettere è quello sulla tecnica di guida, in discesa e non solo.
Spesso, gli amatori che hanno nel mirino le gare si concentrano troppo sull'aspetto fisico, con ripetute in salita, distanze massacranti e così via, prendendo sottogamba l'aspetto tecnico.
I bikers professionisti, invece, non tralasciano mai la tecnica e quando possono inseriscono dei tratti impegnativi per l'abilità. Perché sono divertenti, ma anche perché sanno bene quanto sia importante non perdere mai la confidenza con il mezzo, soprattutto sui percorsi moderni...
Okay, le loro gare sono un po' diverse da quelle amatoriali, ma il tutto è rapportato alle capacità tecniche di amatori e pro'.
Ma quanto vanno gli elite della Nazionale nel tecnico?
Beh, gli elite non li ho nemmeno visti 😬
Sia perché si procedeva in fila ed io ero in coda al gruppo, per non disturbare, sia perché chi si piazza nei 10 di Coppa ha proprio un altro manico...
Alcuni tra i ragazzi più giovani, invece, vanno molto forte nei punti più costruiti, simili ai percorsi Xc attuali, mentre sui sentieri “wild” molto scassati, in cui si guida alla cieca, hanno meno dimestichezza rispetto ai loro colleghi più esperti, come è normale che sia. Nonostante ciò, vanno sempre più forte di un amatore medio...
SAPERSI ASCOLTARE
Per ottenere il massimo dall'allenamento serve un po' di intelligenza e lucidità, cosa che spesso i programmi e le regole troppo ferree tendono ad offuscare.
Molti amatori e alcuni atleti giovani seguono alla lettera il programma a tutti i costi, ma ascoltano troppo poco i segnali che lancia l'organismo.
Chi pedala per mestiere ed ha una certa esperienza, sa quando è il momento di forzare e quando bisogna mollare per recuperare. Indipendentemente dal programma di giornata.
Per esempio, durante l'allenamento con la Nazionale, Nadir Colledani ha ammesso di essere poco brillante, perché reduce da un ritiro con il suo team MMR in Spagna, in cui aveva faticato parecchio.
Proprio per questo motivo, Nadir non ha voluto forzare più di tanto e nel finale ha preso una scorciatoia, tornando a casa prima degli altri.
Una saggia decisione, che dovrebbe far riflettere molti di voi che state leggendo.
Sapersi ascoltare è fondamentale: a volte obbliga a fare un passo indietro momentaneo, che potrebbe farci fare un bel balzo in avanti nel lungo termine.
IL RISPETTO
Nei team professionistici, anche in Nazionale, c'è molto rispetto tra gli atleti, sia dai più giovani verso i più grandi, che viceversa.
Durante l'allenamento si aspetta l'ultimo della fila, che magari ha avuto un imprevisto o perché va più piano. In caso di caduta o foratura ci si aiuta a vicenda, senza innervosirsi o sbraitare, cosa che invece capita più frequentemente nelle uscite tra amatori...
Attenzione, stiamo parlando di atleti che preparano la Coppa del Mondo, la Mtb è il loro lavoro ed avrebbero tutto il diritto di “tirarsela” senza aspettare i più giovani.
Eppure non è così, in gruppo c'è la massima solidarietà tra amici/colleghi. Sì, perché quando si gira il Mondo con le stesse persone da tanto tempo, si instaura un legame particolare.
Per contro, non è raro vedere troppa aggressività tra i vari team di amatori: attenzione, abbiamo detto aggressività, non rivalità, perché la sana rivalità deve esserci anche in allenamento ed è il motore che muove l'agonismo, a tutti i livelli.
Ecco, cari amatori, parlando di rispetto tutti dovremmo prendere esempio dai pro'. Ovviamente anche lì ci saranno delle eccezioni, ma di sicuro c'è molta più umanità.
IN CONCLUSIONE...
Questa riflessione sulle differenze tra amatori e pro' in allenamento, fa intuire quanti errori commettano alcuni amatori e quanto poco se la godano.
Volete allenarvi con metodo per raggiungere un determinato risultato tra i Master?
Okay, fatelo, ci mancherebbe altro!
Ma non dimenticate che la Mtb è e deve restare un gioco, la parte ludica del nostro sport è fondamentale anche tra chi lo pratica per mestiere, figuriamoci tra chi lotta per un prosciutto.
Prendetevi (prendiamoci) meno sul serio, uscite in compagnia, divertitevi, sfottetevi e scontratevi, ma sempre con rispetto e col sorriso.
Qui il video racconto della giornata a ruota degli azzurri:
Qui un articolo sulle "paranoie" degli amatori:
Quanti watt servono per vincere una gara amatoriale? Ne abbiamo parlato qui:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.