6 cose che cambierei sulle e-Mtb

Simone Lanciotti
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6 cose che cambierei sulle e-Mtb

Simone Lanciotti
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Sebbene le migliorie di anno in anno e di generazione in generazione siano evidenti, ci sono 6 cose che cambierei sulle e-Mtb.
Piccoli-grandi dettagli che possono incidere sulla qualità percepita e sul modo di usare le moderne e-Mtb.

Provandone e vedendone da vicino molte mi sono accorto che, nonostante l’evoluzione proceda e le prestazioni migliorino, alcuni particolari continuano a non convincere del tutto.
E che balzano agli occhi soprattutto ad un’utenza esperta.
Iniziamo…

1 - Paramotore realmente robusto

Perlopiù sono realizzati in plastica (sebbene anche molto tenace) e spesso rispondono all’esigenza di essere leggeri, facilmente sostituibili e abbastanza robusti.
Però… 
Però, fino ad ora mi è capitato solo una volta di vedere un paramotore robusto e realizzato in acciaio: quello della GasGas Ecc 4 (foto in basso).

Un paramotore così robusto è un accessorio molto utile soprattutto a chi con la e-Mtb si spinge su sentieri molto tecnici.
Sentieri che le stesse moderne e-Mtb invitano a percorrere.

Un paramotore in metallo, quindi, è utile, ma non necessario a tutti gli utilizzatori e allora mi chiedo: perché non prevedere come optional un paramotore in metallo anziché in plastica?
In alternativa c'è la proposta di Andreani, in lamiera di acciaio, da posizionare sopra il paramotore originale.

2 - Protezione pivot principale

E’ un dettaglio banalissimo, ma non è considerato in modo eguale da tutti i marchi.
Da lì entra di tutto e presto o tardi entrano anche detriti capaci di logorare non solo la finitura superficiale della vernice, ma anche di intaccare il materiale del telaio stesso.

Le foto che vedete in basso mostrano, a sinistra, il pivot principale non protetto della Trek Rail e, a destra, quelli della nuova Focus Vam2 SL e della nuova Orbea Rise.
Ci vuole poco a migliorare questo particolare, o no?

3 -  Presa di ricarica in posizione intelligente

Quasi ogni e-Mtb ce l’ha in una posizione diversa, talvolta esposta a detriti e umidità e talvolta anche poco raggiungibile. La posizione ottimale, a mio avviso, è sul tubo obliquo, in prossimità del nodo di sterzo.

Ovvero lo standard del sistema TQ (foto sopra): posso accedervi da sinistra o da destra, non devo chinarmi, ma soprattutto è lontano da schizzi di acqua e polvere.
Ben diverso dalle posizioni che più comunemente si trovano sulle e-Mtb, come si può vedere in basso:

4 - Batteria rimovibile senza chiave

Non tutte le e-Mtb hanno la batteria rimovibile, ma quando possibile, secondo lo standard Bosch, la batteria può essere rimossa solo utilizzando l’apposita chiave.
Ma è davvero necessaria?
Oppure basta una semplice chiave esagonale?

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Il sistema senza chiave di TQ sulla Trek Fuel EX-E

5 - Connettività Ant+ più estesa 

Qui entriamo in un ambito che chiama in ballo i più esperti: i moderni ciclocomputer (Garmin, Bryton, Wahoo, Hammerhead…) ci hanno abituato a monitorare-leggere informazioni molto utili sul nostro motore (mi riferisco al motore umano), anche durante l’uscita in bici.
Molti di noi sanno come utilizzare questi dati e sanno come trarne benefici durante l'uscita stessa.

Perché quando salgo su una e-Mtb queste informazioni talvolta sono solo parzialmente disponibili o del tutto indisponibili?
Guardate le due immagini in basso: a sinistra un Garmin Edge Explore 2 connesso via Ant+ a una drive unit TQ è in grado di mostrare una gran quantità di dati; lo stesso Edge Explore 2 connesso a una drive unit Bosch non riesce a mostrare alcun dato.

Mi riferisco in particolare alla potenza espressa dal ciclista, allo stato di carica della batteria e al livello di assistenza erogato dal motore.
Bosch e Shimano sono i marchi principalmente chiamati in causa, perché consentono connessioni Ant+ limitate (Shimano) o del tutto assenti (Bosch).
Fazua, TQ e Specialized (per citare i più popolari) sono un riferimento da questo punto di vista.

Ok, c’è la connettività bluetooth ovvero ci sono delle app dedicate che ti possono mostrare molte info durante e dopo l'uscita, ma un biker che sia minimamente esperto non mette il proprio smartphone sul manubrio per avere informazioni in tempo reale.

6 - Batterie modulari: arriveranno mai?

Qualche marchio in passato ci ha provato, ma senza i risultati sperati.
Le batterie delle e-Mtb, oggi, sono pensate per essere un pezzo unico, non frazionabile a seconda delle esigenze.
Il tema è già emerso in altri articoli e video, perché, riflettendoci bene, quasi mai a fine uscita abbiamo la nostra batteria da 750 Wh completamente scarica.
Spesso si torna a casa con un 25-45% di carica residua. Cioè ho portato dietro del peso inutilmente.
Ok, magari alleggerire la propria e-Mtb di un paio di chili non interessa a molti utenti, ma a mio avviso potrebbe diventare un fattore sul quale in futuro l'interesse potrebbe crescere.

Della serie: il range extender, anziché metterlo sul tubo obliquo al posto della borraccia, lo infilo nel tubo obliquo, a mo' di prolungamento della batteria.
Certo, basta guardare le due immagini sopra per capire che di spazio per infilare un altro pezzo di batteria nel tubo obliquo non c'è molto.
Ma va detto anche che fino ad oggi l'impegno di chi progetta e-Mtb si è rivolto nello snellimento del tubo obliquo, portando le batterie ad allungarsi.
Ovvero ad occupare tutto (o quasi) il volume a disposizione.

E cosa succederebbe se, invece, il diametro del tubo obliquo aumentasse?
A parità di capacità, si ridurrebbe la lunghezza della batteria (e si abbasserebbe anche il baricentro della bici) e si creerebbe spazio anche per una piccola batteria aggiuntiva da infilare nel tubo obliquo..

Esteticamente significherebbe creare un nuovo canone?
Ovvero, una bici elettrica con un tubone obliquo piacerebbe?
Difficile rispondere senza avere una qualche proposta da analizzare, ma guardando al passato spesso soluzioni tecnicamente valide sulla carta ma con un'estetica non apprezzata non hanno avuto successo.
Ricordate la prima Cannondale Moterra?
Oppure le Bh Step Carbon o Atom X Carbon?
Difficile azzardare, quindi, e, a mio avviso, oggi nella Mtb rompere gli schemi non è affatto facile...

Queste sono le 6 cose che cambierei sulle e-Mtb e mi piacerebbe sentire la vostra a riguardo.

Qui tutti i nostri articoli, test e approfondimenti sulle e-Mtb

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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