Sapevamo che le difficoltà principali di questa tappa sarebbero state due salite poco dopo metà gara, i nostri mezzi non sono particolarmente performanti in questo frangente, stringiamo i denti all’inizio, non vogliamo perdere il gruppo di testa ma sfruttare al massimo la prima discesa che si presenterà dopo qualche chilometro.
Puntuale la discesa inizia, prima sottobosco, poi terra e roccia, per evolversi lungo un costone montano, in questo caso il rischio paga e ci prendiamo belle soddisfazioni.
La prima salita meccanizzata giunge al momento giusto, abbiamo circa 30’ di respiro tra imbarco cabinovia e cambio con seggiovia, ne approfittiamo per recuperare energie che ci serviranno per la salita in arrivo.
In effetti l’inizio è graduale ma dopo qualche chilometro la pendenza va ben oltre i limiti di legge, stabilmente oltre il 15%, dopo qualche decina di minuti pensiamo sia più salutare passare dalla fase pedalata alla camminata. Gli ultimi chilometri di ascesa, come quasi la totalità dei precedenti sono in single track, maledette radici, perché proprio qui? Chi ha detto che la montagna sia bella? Interrogativi importanti che non hanno risposte edificanti.
Fortuna vuole che prima delle allucinazioni si riesca a vedere la fine, il passo che ci farà riprendere fiato. La grande novità è rappresentata dal ristoro, per noi della Swiss Epic Flow è previsto il pranzo in rifugio. Ci viene servita una pasta con panna, burro, prosciutto e formaggio, un gustosissimo mattone che non riusciremo a smaltire se non in serata.
Durante il pranzo ci accorgiamo di essere completamente zuppi di sudore: maglia termica e del team, guanti e protezioni. Via tutto, mantella antipioggia a pelle e sopra maglia del team…. Inguardabili! Puntiamo sul fatto che la discesa ci farà perdere quota rapidamente e le temperature saliranno.
I 7 km di single track nel bosco e poi esposto volano, giochiamo diversi jolly pur di recuperare quanto più possibile sugli altri, arriviamo a valle ed abbiamo ancora voglia di spingere, prendiamo la navetta che ci porterà a Grachen e da qui la ovovia fino a 2000 m per l’ultima discesa.
Piove durante la risalita meccanizzata, sappiamo di dover scendere con cautela, ad attenderci un mare di sassi e radici iniziali, sembra una superenduro senza fine.
Inizia il bosco ed il terreno si fa più rapido, sponde e appoggi offrono confidenza ed arriviamo al traguardo con grande soddisfazione ed un sedicesimo posto di giornata.
Caliamo il poker d’assi: doccia bici, doccia biker, massaggi, cena.
Qui potete trovare tutti i risultati della terza tappa della Swiss Epic.
A domani per il racconto della quarta tappa, la Grachen-Grachen di 47 km.