La sera trascorre veloce e le ore di sonno sono sempre troppo poche. Il risveglio alla Swiss Epic coincide con quello dei dolori alle gambe sempre più provate, seguono spalle e schiena.
Siamo volenterosi di fare bene, il team che ci precede ha un margine di due minuti che pensiamo di recuperare.
3, 2, 1. Start, pochi metri di salita sono sufficienti per tornare ad amari pensieri. Inutile, a piedi per una cinquantina di metri ma poi c’è la prima parte di una discesa che si annuncia perfetta per noi, Luca (Cobra) è davanti, aggressivo punta gli avversari e inesorabilmente li supera. Io cerco di stare a ruota non senza difficoltà.
Manteniamo un buon ritmo, tra rocce e radici i primi chilometri di single track volano, a cambiare i nostri piani arriva la prima foratura del Cobra: non ci voleva proprio. Il lattice non riesce a riparare il taglio, il fast non ripara, la valvola non si svita, manca solo rompere qualcosa e poi siamo a posto.
Decidiamo di inserire la camera d’aria e proseguire. Torniamo sotto al gruppo, siamo rinfrancati e pronti più che mai a recuperare il tempo perso ma qui avviene l’inverosimile.
Dopo l’ennesima salita da gettare le gambe a valle, Luca e Paolo iniziano un single track in leggera discesa, Paolo urta con la mano destra un muretto in pietra, perde il controllo e in una frazione di secondo è proiettato addosso ad un gruppo di alberi.
Il resto è ‘help me’, paramedici, domande, ambulanza, ancora domande, ospedale di Visp, lastre, dottori che ti dicono “Forza Roma, forza lupi” e il radiologo italiano. Fortunatamente nulla di rotto ma una gran botta alla spalla sinistra. Il Kissers Team sperimenta con successo il servizio di assistenza e non può che esprimersi favorevolmente.
Per il prosieguo della Swiss Epic vedremo. Gli antidolorifici potrebbero aiutare.
Qui potete trovare tutti i risultati della quarta tappa della Swiss Epic.
A domani per il racconto della quinta tappa con arrivo a Zermatt.