E’ ripartita la stagione dell’enduro in Italia.
Attaccare il numero alla bici è sempre una grande emozione e ieri, a Roasio (VC), si è assistito a una prova di grande spessore atletico.
Anche Francesco "Franz" Savona è tornato in gara e lo ha fatto con l’entusiasmo che lo contraddistingue da sempre.
Ecco il suo racconto dal dento la gara di Roasio, a Rive Rosse, una delle località più gettonate del Nord Ovest italiano, mentre qui trovate il report e le classifiche della gara.
SL
Inizio di stagione coi botti per il nuovo circuito piemontese 4Enduro, che ha visto al suo debutto la prima gara di stagione in quel di Roasio, in provincia di Vercelli, con circa 260 partecipanti.
La zona di Rive Rosse è conosciutissima tra gli appassionati di mountain bike del Nord Ovest, grazie alla presenza di numerosissimi trail adatti un po’ a tutti, dai praticanti dell’Xc ai patiti dell’enduro.
4Enduro, lo ricordiamo, è un neonato circuito che prevede 4 prove nel territorio piemontese in località “d’eccellenza” e già sedi, negli anni passati, di competizioni di livello nazionale, come Pogno (più volte sede del circuito Superenduro) e Coggiola (tappa del circuito nazionale Coppa Italia di due anni fa). A questo progetto hanno aderito anche campioni come Alex e Denny Lupato, Davide Sottocornola e Matteo Raimondi, nomi straconosciuti nella disciplina dell’enduro.
Ma veniamo a noi che, naturalmente, non potevamo mancare all’inaugurazione della stagione agonistica.
Il percorso gara prevede 4 Speciali “spalmate” su un tracciato di circa 35 km e 1.150 metri di dislivello, quello che ci vuole per togliere un po’ di ruggine dalle gambe dopo il “riposo” invernale. Anche i tempi dei trasferimenti sono abbastanza “morbidi”, per permettere a chiunque di arrivare alla partenza delle speciali senza tirarsi il collo, come è giusto che sia in una competizione di livello regionale.
La prima PS, Vergnago, è brevissima, ma estremamente divertente: un flow pazzesco, senza particolari passaggi tecnici, ma con tanti rilanci. Ce la mostra Matteo Raimondi (ritiratosi ieri dopo la Ps2 a causa di uno stato influenzale, ndr) in questo video:
Poi c’è la PS 2, Moia-Carascè, un trail ripido ricavato nel bosco, tutto da guidare con molte curve e contropendenze in sequenza, con un paio di passaggi tecnici sparsi qua e là:
Più lunga e impegnativa la speciale 3, M41Bis, con pietraie in stile ligure, radici e tratti pedalati; infine c’è la “Quattro Salti”, la speciale più fisica, con continui rilanci sul tipico terreno sabbioso delle Rive Rosse, con salti, sponde e compressioni ricavate ad arte dai trail builders locali.
La partenza è “comoda”, fissata per le ore 10:00 per permettere ai concorrenti di raggiungere lo start senza levatacce ante lucane. Le intense piogge dei giorni prima mi “suggeriscono” di montare al posteriore uno pneumatico più consono ai terreni umidi e fangosi: rimpiazzo così il tuttofare Maxxis Aggressor (non proprio a suo agio in presenza di terreno umido, ndr) con l’ottimo Michelin Wild Grip’R, un autentico mostro di trazione (qui il test) nelle condizioni più “difficili”. Davanti opto per lo Schwalbe Magic Mary (qui il test).
Ci siamo.
Alle 10:54 è fissata la mia partenza.
Soliti controlli di rito e via. Il tempo sembra reggere (per il momento… ) e così di buon passo coi miei compagni di gara ci avviamo verso l’inizio della PS1. Il trasferimento è un lungo saliscendi su trail e strade sterrate che, unite al terreno reso “pesante” dalle intense piogge del giorno prima e alla gomma posteriore non certo scorrevole, richiede un certo impegno; ma di tempo ce n’è a sufficienza (la tabella di marcia mi dà un’ora e dieci minuti) e in poco meno di 50’ siamo all’attacco della prima Speciale.
È la prima gara della stagione e la tensione è alle stelle.
Ok ci siamo.
Tiro giù la mascherina e via. Un paio di tornanti in discesa e poi subito a pedalare sul primo “strappetto” in salita.
Il terreno, nonostante il fango, tiene molto bene e così non mi resta che godermi questo trail estremamente flow e divertente. Unico inconveniente la perdita della camera d’aria collocata sotto al sellino con una fascetta. Vabbè. Confido sugli pneumatici montati che dovrebbero essere “a prova di bomba”.
Il secondo trasferimento prevede un discreto tratto pedalato su asfalto, per poi affrontare un ripido trail, con qualche passaggio a spinta.
La seconda speciale è quella più tosta e “insidiosa” e, col terreno fangoso, non sarà certo uno scherzo. Insomma, la classica speciale che non ti fa dormire tranquillo il giorno prima.
“Tre, due, uno… via!”
Parto.
Ripidi, contropendenze, passaggi tecnici, rilanci furiosi, insomma c’è tutto quello che serve per tenere alta l’attenzione.
Cerco di guidare pulito, facendo scorrere la bici, ma proprio su un ripidone mi gioco un mega jolly: il piede destro scappa dal pedale (flat), ma la buona sorte è dalla mia e fortunosamente arrivo incolume alla base della compressione… e della Speciale.
Da qui in poi, la gara è tutta “in discesa”. Si fa per dire…
Breve sosta al controllo orario e rapidissimo (e ripidissimo) trasferimento con un bel tratto di “portage” lungo il costone della montagna che ci porta all’attacco della tre.
Qui mi toccherà aspettare più di 40 minuti per la partenza! Evidentemente gli organizzatori sono stati fin troppo “larghi” coi tempi di risalita.
In più comincia a piovere e a fare freddo. Fortuna che la compagnia è delle migliori e in breve mi ritrovo davanti le fotocellule della partenza. Parto bene, la Tre è quella che mi piace di più, uno scassatone roccioso in stile ligure tutto da guidare, stando attento a “non esplodere”.
Quelle che esploderanno in realtà saranno proprio le gambe alla fine della speciale a causa di un “interminabile” tratto pedalato, manco a dirlo, in mezzo al fango!
Manca l’ultimo trasferimento, ancora una volta pedalatissimo, ma sarà il più sofferto a causa di un forte acquazzone, con tanto di grandinata violenta, che ci terrà compagnia per quasi cinquanta interminabili minuti, in un continuo saliscendi tra vigneti, boschi e strade sterrate.
Nonostante l’antipioggia, arrivo all’attacco dei “Quattro Salti” fradicio; pochi minuti per asciugare la mascherina, mettere le protezioni e via, in quella che è la Speciale più adrenalinica e pedalata della gara.
Una sorta di ottovolante tra ripidoni e compressioni, con due bei saltoni nel finale tra gli incitamenti del pubblico, accorso numerosissimo a seguire l’evento.
Tutto procede alla grande e mi dirigo stanco, ma soddisfatto, verso la zona paddock.
Buona la prima, dunque, con 4Enduro che ha “tirato fuori” una gara divertente e nel complesso ben organizzata, anche se impegnativa dal punto di vista fisico.
Ottimi anche i ristori (dettaglio per nulla scontato, ndr) e partecipanti stra-contenti, nonostante qualche piccola “lacuna” organizzativa: la mattina c’è stata un po’ di confusione per l’assegnazione dei numeri gara, mentre nessun comunicato antecedente l’evento aveva informato i partecipanti sul divieto di utilizzare i caschi con mentoniera removibile, col risultato che in molti, compreso il sottoscritto, hanno rischiato di non prendere parte al via.
L’appuntamento adesso è fissato per la seconda prova del 4Enduro che si terrà in quel di Coggiola il 26 marzo.
Vi aspettiamo numerosi.
A presto!
Qui gli altri report dal dento le gare di Francesco Savona
Per informazioni 4enduro.it
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Redazione MtbCult
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