L’estate e l’uscita epica in Mtb sono un binomio fantastico.
Il momento tanto atteso e il momento per il quale ci si prepara per mesi.
Chiariamo subito un fatto: la parola uscita epica è una delle più abusate sul web e sui social, ma se non altro descrive chiaramente quell’uscita lunga e impegnativa che solo d’estate e in montagna si riesce a fare.
O almeno questo vale per me…
Vivo con le montagne dell’Appennino Centrale alle spalle e in pochi km e in meno di mezz’ora di auto, volendo, mi ritrovo nel bel mezzo del nulla.
Di questo ne sono consapevole e vivo questo come fosse un’ancora di salvataggio: mi basta poco per allontanarmi da tutto.
Per esiliarmi e riprendere contatto con la natura e con me stesso.
Per ritrovare il mio centro.
Questa esigenza è parte di me e la Mtb è lo strumento che mi permette di realizzare questo contatto ancestrale con la natura.
Lo scenario sono i Monti Simbruini e qui ho individuato un itinerario che funziona alla grande, perché mi permette di realizzare la cosiddetta “uscita epica in Mtb”, cioè una pedalata che può durare anche 7 ore, che impegna gambe, cuore e abilità tecnica.
Cosa c’è di meglio?
Per farla funzionare servono una giornata senza impegni e senza telefono, perché, fra l’altro, il posto è talmente selvaggio e remoto che non funzionerebbe nemmeno.
La bici che ho usato
Avendo il privilegio di poter provare bici sempre diverse e sempre più affascinanti, per il Simbruini Epic Tour 2022 (consentitemi questo nome altisonante) ho scelto la Canyon Spectral LTD AXS 29 con sospensioni RockShox dotate di Flight Attendant.
Per farne un test davvero intensivo ed arrivare alle conclusioni sulle sospensioni intelligenti.
E’ una trail bike abbastanza leggera (14,8 Kg in taglia L) e so già che il Flight Attendant permetterà di concentrarmi ancora di più sulla pedalata, sulla guida oppure sul paesaggio.
Le 4 batterie Sram AXS sono cariche e altrettanto si può dire del sottoscritto.
Questo è un giro che si riesce a fare in solitaria soltanto con una bella dose di motivazione ed entusiasmo.
E io, il 16 agosto 2022, ne avevo davvero un bel po’…
Addio civiltà e rete telefonica
Il punto più alto del tour si trova in località Le Vedute, sopra Monte Livata, a quota 1760 metri.
Quando arrivo qui ho già oltre 1300 metri di dislivello nelle gambe in circa 24 Km.
Mi sono fermato per fare il pieno di carboidrati a Campo dell’Osso da Maurizio del Cristallo di Neve: una fetta di crostata, anzi, due, Coca-Cola (“Per favore, non quella Zero che mi servono gli zuccheri”), acqua e un panino col prosciutto da mangiare una volta arrivato a Monna della Forcina.
Cioè dopo 38 Km.
E dopo svariate ora in sella.
Le Vedute rappresenta il bivio fra il mondo con il telefono e il mondo senza il telefono.
Cioè, “ho un problema, venite ad aiutarmi” e “ho un problema, devo fare da me”.
Due scenari diametralmente opposti.
Vivere senza telefono può essere un piacere, mentre affrontare la montagna senza il telefono può essere tanto esaltante quanto spaventoso.
In ogni caso, so che devo andare avanti usando due regole: non esagerare con la velocità in discesa e non fare passaggi se non ti senti confidente.
Mi sono immaginato proprio qui
A me capita spesso e sono certo che capiterà anche ai biker che stanno leggendo: sentirsi gasati immaginandosi su un certo sentiero o su una certa discesa.
E quell’eccitazione è il vero motore dell’uscita.
La determinazione che ti porta proprio lì, in un attimo.
O quasi un attimo, visto che nel mio caso, per arrivare verso Campo Ceraso e poi Monna della Forcina, ci sono volute quasi 5 ore…
Ma è stato grandioso.
Si tratta di una strada sterrata che entra ed esce dal bosco, attraversa dei prati, leggermente in salita anche se non priva di strappi brutali e con un fondo umido (è piovuto molto, finalmente) e abbastanza scorrevole.
E’ poco frequentata dalle auto e questo significa dover scegliere dove mettere le ruote.
Guidare, insomma, seppure ad andatura regolare.
Comunque un buon test per “sentire” come le sospensioni intelligenti gestiscono anche questa situazione.
No, oggi niente e-Mtb…
Vi spiego il perché: questo giro si può certamente fare con una Mtb elettrica, ma richiede tanta accortezza nella gestione dell’assistenza e/o della ricarica.
E soprattutto una e-Mtb potrebbe impedirvi di fare divagazioni o deviazioni dal tragitto previsto.
Cosa che, ad un certo punto, pensavo-speravo di poter fare.
E che poi ho effettivamente fatto.
Vi confesso, inoltre, che, siccome uno degli obiettivi dell’uscita in questione era recuperare il mio centro, cioè di farmi misurare dalla montagna e superare l’esame, l’unico mezzo possibile era una mountain bike. Magari lo rifarò anche con una e-Mtb per verificare se si può fare oppure no, ma prima di tutto lei, la mountain bike…
La foto al cippo del 1847
Si trova lungo il tragitto e segnava, se non erro, il confine dello Stato Pontificio.
Ne riporta l’effige e una data che non lascia dubbi: 1847.
Quante ne ha viste questa colonna di pietra non saprei dire, ma di sicuro negli ultimi 9 anni mi ha visto transitare numerose volte e sempre con una bici diversa.
Guardate questa foto in basso.
E sì, c’è anche una e-Mtb, con una batteria da 500 Wh, che nel 2016 erano tanta roba e che per permettermi di concludere il giro mi ha richiesto uno stop di un’ora per la ricarica (e il pranzo) dal solito Maurizio a Campo dell’Osso.
Leggete in basso la storia di quell'uscita, la prima con una e-Mtb, nel "lontano" 2016...
In 9 anni la Mtb è cambiata tante volte eppure è sempre lei.
Sempre lo stesso strumento, divenuto con gli anni sempre più efficiente, facile e capace.
Non posso fermarmi a ragionare troppo su questo argomento, perché voglio ripartire.
Ma ne riparleremo in un altro articolo…
Sono solo eppure non sono solo
Torno in sella, ma con la mente ritorno a quel giorno di maggio 2016 quando questo giro lo feci per la prima volta con una Haibike elettrica.
Ricordo bene di aver pensato-percepito che in sella a una e-Mtb mi sentivo stranamente meno solo.
Perché?
Perché avevo un aiutante: il motore elettrico.
Ricordo che fu una sensazione stranissima, seppur piacevole, e che più volte, poi, mi è capitato di riprovare, al punto da decidere di usare la Mtb oppure la e-Mtb in base a quanto volessi stare da solo e affrontare con le mie gambe e la mia determinazione le pendenze e l’asprezza dell’uscita.
E ancora oggi è così.
E tornando all’oggi dell’uscita, non c’è un motore nel movimento centrale di questa Canyon Spectral, ma si sente il “tuuuiitt-tuuuuiitt” dei servomotori elettrici Sram AXS che in un attimo fanno il loro dovere e ti fanno sentire un po’ più veloce.
Vi confesso che mi piacciono molto e, ve lo anticipo, non hanno sbagliato un colpo nei 70 Km dell’uscita.
La tentazione è un sentiero mai fatto prima
Ed eccomi qui.
Al bivio che sin da stamattina aspettavo.
Sono a metà discesa fra Monna della Forcina e Fiumata, dove nasce il fiume Aniene, e dove il single track finisce.
Qui potrei prendere il sentiero verso il Colle dell’Arena Bianca che sbuca a Filettino oppure continuare a scendere su una rotta che conosco bene.
Ho forze, acqua, cibo e soprattutto ho ancora tempo, per cui decido di andare a provare il nuovo sentiero.
Piccola premessa: Filettino è un comune che si trova a 1000 metri di quota ed è incastonato fra le vette più alte dei Simbruini e, sebbene si trovi in una posizione piuttosto remota, ha il grande e inaspettato pregio di avere sentieri magnifici.
E sottolineo magnifici.
Avrei dovuto fermarmi ogni 100 metri e fare foto per rendere bene l’idea, ma ho preferito godermi questo momento di scoperta e di guida pura limitandomi ad un paio di scatti, cioè questi...
Confido nella vostra comprensione 😊
Spero di tornarci presto e magari di raccontarvelo con un video (visto che qualcuno su Komoot ce lo ha già chiesto).
La fontana del ciclista
Si trova dove inizia la salita più dura per Filettino o per Campo Staffi oppure, come nel mio caso, dove finisce l’esplorazione in montagna ed è sempre ricca di acqua fresca.
Anzi, gelida.
Ne esce una quantità incredibile e per riempire la borraccia devi afferrarla con forza perché l’acqua ha una portata grandiosa.
Questa fontana sembra essere il complimento (o l’incitamento, a seconda del verso di percorrenza) che la montagna fa a chi si trova lì in bici.
L’ho chiamata fontana del ciclista e se vi capiterà di fermarvi lì capirete il perché.
Ricordatevi di ringraziarla sempre.
L’estate e l’uscita epica in Mtb durano troppo poco
E’ l’amara verità.
L’estate è il momento in cui, dalle mie parti, si sta da Dio e la montagna diventa accessibile in bici.
Per tutto il giorno.
L’estate e l’uscita epica in Mtb sono, per chi ama la bici, il desiderio di vivere e il desiderio di libertà.
Sono urgenza di vivere.
Un continuo dentro-fuori dalla comfort zone.
Sono la massima confidenza con se stessi.
Sono storie da raccontare.
Oppure storie da ricordare quando l’inverno nasconderà i sentieri.
Il desiderio della mia impresa estiva, però, è più forte di qualunque inverno gelido e buio.
Di nuovo a casa
Cercavo proprio questo: tornare a casa con un carico di emozioni, endorfine e adrenalina che richiedesse giorni per esaurirsi.
E, oggi, a distanza di quasi una settimana, non si è ancora affievolito del tutto.
Continuerò a lungo a pensare alle foto scattate, al panino con il prosciutto nella solitudine più totale della montagna mentre il sole asciuga la maglietta (foto sopra), alla deviazione verso il Colle dell’Arena Bianca e alla guida istintiva su quella discesa sconosciuta.
Lo ricorderò perché la bici mi ha trasformato, per qualche ora, in un abitante degno del bosco.
Silenzioso, rispettoso e a proprio agio.
Tornare a casa e rivedere i propri cari ti fa sentire infinitamente grato e allo stesso tempo ti dice che hai qualcosa di prezioso da raccontare loro.
Anzi, a tutti.
Qui altre storie di uscite in solitaria, qui alcuni degli itinerari dei nostri test e, se vi è piaciuto questo articolo, ecco un video che vi potrebbe piacere:
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.