La scorsa settimana vi abbiamo proposto un articolo sul bike check e sui vari preparativi necessari prima di partecipare ad una gara a tappe enduro.
A raccontarci la sua esperienza e darci qualche consiglio è stata Mary Moncorgé, in procinto di partecipare alla Trans-Cévennes.
La corsa a tappe è terminata domenica scorsa e Mary ci ha mandato il suo racconto finale, insieme alle fotografie di Olivier Béart.
VM
La settimana scorsa, nella Francia centro-meridionale, pochi fortunati hanno partecipato alla Trans-Cévennes.
Al suo secondo anno, la corsa ha portato i partecipanti in cinque tappe attraverso il Parco Regionale dei Grands Causses e il Parco Nazionale delle Cevenne.
La zona fa parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO come un paesaggio culturale agro-pastorale del Mediterraneo.
Ciò significa che le popolazioni che vi hanno vissuto per gli ultimi tre millenni hanno adattato il loro modo di allevamento di bestiame, per lo più pecore, capre e asini, e non lo hanno alterato.
Il paesaggio va da un altopiano calcareo circondato da valli e gole sul lato dei Causses fino a montagne di media altezza sul lato delle Cévennes, con differenze piuttosto marcate di vegetazione.
Questo paesaggio così variegato si è trasformato in un parco giochi splendido e unico per i rider.
Da St George-de-Lévéjac a St Guilhem-le-Désert, i piloti hanno dovuto affrontare una media di 55 km al giorno e più di 1800m di dislivello al giorno e da due a quattro Speciali enduro cronometrate al giorno per cinque giorni di fila.
La manifestazione ha comunque l'atmosfera più accogliente che si può trovare in una gara enduro, visto che non si prende troppo sul serio l'aspetto competitivo (non vi è alcun podio o premio) e ci si concentra maggiormente sull'esplorazione di una regione dove la densità della popolazione è una delle più basse di tutta la Francia.
I rider trascorrevano più di 6 ore in sella per lo più su single track ma una volta che raggiungevano il campo base, erano accolti da un aperitivo, lo staff meccanico si prendeva cura delle bici mentre l'osteopata calmava gli eventuali dolori.
Poi ogni sera tutti potevano godere di una cena fatta in casa grazie a agricoltore locale che ha fornito il catering.
Oltre a scoprire paesaggi e sentieri sorprendenti, gli atleti hanno avuto anche la sorpresa di avere Anne-Caroline Chausson insieme a loro. La biker francese ha partecipato all'avventura della Trans-Cévennes ed ha potuto testare la sua forma fisica.
L'evento ha lasciato tutti euforici e non c'è molto di più che si potrebbe chiedere alla fine di una grande esperienza del genere.
Ulteriori informazioni: www.trans-cevennes.com.
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Redazione MtbCult
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