FINALE LIGURE - Gli bastava arrivare davanti a Davide Sottocornola oppure sperare che non ci fosse un gap eccessivo con il rider della CicoBikes-Dsb. Manuel Ducci, ieri, ha corso l'ultima tappa dell'Enduro World Series e del Superenduro con l'obiettivo di portare a casa il titolo Pro della challenge italiana, il primo della sua carriera.
«Ho iniziato a crederci dopo la gara di Gemona (la prima vinta da Ducci, ndr), quando ho visto che la mia condizione cresceva e quella degli altri restava costante. Non ho fatto grandissimi risultati nel Superenduro quest'anno, ma sono riuscito a essere costante. E' stata una stagione complicata, la gestione del team mi ha tolto tempo per allenarmi e la necessaria tranquillità psicologica in gara. Però ho tenuto duro e Valentina (Macheda, la sua compagna, ndr) mi ha aiutato a restare concentrato sull'obiettivo.
«La gara di Finale Ligure è stata quella che mi ha preoccupato di più perché ci sono arrivato dopo Eurobike, ossia dopo un periodo in cui la priorità era la ricerca di sponsor, e di conseguenza l'allenamento è stato messo in secondo piano.
Poi c'è stato un infortunio che mi ha tenuto lontano per un mese dalla bici, proprio in vista di Finale Ligure. Insomma, sono arrivato qui di certo non al meglio della condizione, ma ce l'ho fatta».
Anche per Manuel Ducci il primo confronto con l'Enduro World Series è stato particolarmente difficile. Ad eccezione di Punta Ala, dove l'italiano è arrivato 13º assoluto, le altre tappe hanno messo in mostra la netta superiorità dei rider stranieri.
«L'Ews mi attira, è qualcosa che spero di poter far per bene il prossimo anno. Ma ti dico che pianificheremo di farlo solo se avremo la certezza di avere il budget necessario».
Durante la stagione, Manuel Ducci ha cambiato bici ed è passato da una Ibis Mojo Hd a una Ibis Ripley 29 con la quale ha esordito nella tappa di Val d'Isere (dove ha chiuso con un 24º posto) dell'Enduro World Series e con la stessa bici ha voluto schierarsi anche a Finale Ligure.
Il peso della bici, allestita come vedete in foto, è di 12,6 kg. I dettagli della bici li potete leggere nelle didascalie delle foto.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.