Quella prima volta in e-Mtb: vi racconto la mia esperienza

Silvia Marcozzi
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Quella prima volta in e-Mtb: vi racconto la mia esperienza

Silvia Marcozzi
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Avendo memoria della mia prima volta in e-Mtb e confrontandola con quella che ho attualmente, viene spontaneo chiedersi:

Qual è stata l'evoluzione delle e-Mtb negli ultimi anni?
Come sono cambiate dal punto di vista tecnico? 
E come sono cambiate di conseguenza le sensazioni di pedalarne una?
Proviamo a raccontarvelo a modo nostro. 

prima volta in e-Mtb
Silvia, la narratrice di questa esperienza.

Ricordo bene la prima volta in e-Mtb.
Devo confessare che nonostante non avessi pregiudizi di nessun tipo rispetto all’uso del motore e fossi anzi curiosa di provarlo, la mia prima impressione non è stata affatto buona. 
La bici che avevo in prestito ai tempi era una Fantic di diversi anni fa, tra l’altro ben pimpata per risultare una bici davvero in grado di affrontare tracciati enduro impegnativi.
Il primo pensiero che ho avuto salendo in sella e dando le prime pedalate è stato: “Questa non è una bici. Io con questa roba non ci so andare”.

“Io con questa roba non ci so andare”

Non troppo confortante, ma la sensazione era veramente di disagio
Alle prime spinte sui pedali la bici mi dava l’impressione di “scappare via”, anche regolata su un basso livello di erogazione della potenza.
Come se una cosa fosse la mia pedalata e altra cosa la spinta del motore. 
Anche una volta lanciata, la pedalata restava innaturale, con il motore che tendeva a “strappare” o tirare. Come se in qualche modo la bici mi impedisse di fare il mio. 

prima volta in e-Mtb
Un passaggio in sella alla e-Mtb in prestito con cui Silvia ha affrontato le prime uscite "elettriche".

In salita la bici era davvero difficile da guidare.
Gli spostamenti per bilanciarne il peso dovevano essere esasperati e i movimenti estremamente calibrati per non mettere piede a terra o, peggio, per non rischiare di cappottare. 
Il peso importante giocava in questo un ruolo, e lo percepivo come uno svantaggio in tutte le situazioni. 
Avevo la sensazione che sulla bici ci fosse come una zavorra, un qualcosa che fosse aggiunto in un secondo momento. 
Il peso restava “slegato” dalla bici e diventava una variabile in più da gestire. 

Ovviamente la sensazione complessiva era di estrema insicurezza sulla bici, e per questo la mia guida peggiorava sensibilmente, rendendomi più difficile fare quello che con una enduro tradizionale affrontavo senza problemi. 

prima volta in e-Mtb
In e-Mtb nei dintorni di Finale Ligure

Troppa difficoltà, poco divertimento

Mi sembrava insomma che gli elementi “aggiunti” nell’elettrica contribuissero a rendere la bici troppo difficile
Mi sentivo un po’ frustrata da tutto questo. 
Avevo davvero sperato di poter godere dei vantaggi promessi dall’elettrico come percorrere giri con dislivelli molto importanti o affrontare tracciati molto tecnici e difficili 
Ma se ero partita con lo stimolo di sperimentare e imparare qualcosa di nuovo, le sensazioni alla fine delle mie prime pedalate in elettrica erano davvero negative. 

Non riuscivo a divertirmi, e ogni volta che la prendevo in mano mi rendevo conto di essere preoccupata e tesa. 
E’ stato quindi senza grande convinzione che mi sono lasciata convincere ad acquistare di recente una mia elettrica.
Mi sono detta che forse nel frattempo il mio livello tecnico era migliorato abbastanza da permettermi di godere di quelle gioie dell’elettrico che tanti amici mi decantavano.
E mi sono detta che avrei imparato in qualche modo. 

La mia scelta è caduta su una Trek Rail 7 in alluminio, solida, ben costruita e dal prezzo accessibile (qui il test del modello 9.9 in carbonio) . 
Prevenuta sul fatto di non essere capace di usare un’elettrica, mi sono limitata inizialmente a provarla su percorsi di difficoltà moderata.
Da subito le sensazioni sono state completamente diverse.

prima volta in e-Mtb
Il sorriso di Silvia la dice lunga sulle sensazioni riscontrate in sella alla nuova bici.

L'evoluzione delle e-Mtb: tutta un’altra musica

Iniziando a pedalare la bici, soprattutto nella modalità "emtb" prevista dal motore Bosch, l’impressione è stata subito positiva
Sentivo di essere aiutata nella spinta e accompagnata nel resto della pedalata, senza più quella sensazione di “bisticciare” con il motore. 
Questa facilità mi ha spinta a testare presto le varie modalità di utilizzo del motore ed è stato abbastanza intuitivo iniziare a sfruttarle a seconda delle diverse tipologie di percorso.
A quel punto ho voluto testare il motore su pendenze esasperate e terreni difficili, mossi o tecnici, in salita, e anche qui ho scoperto nella bici un’alleata

Finalmente la sensazione è stata quella di avere una bici “potenziata”, capace di farmi affrontare tratti impervi come non avrei potuto fare con un’elettrica. 
Anche là dove comunque non riuscivo per mancanza di abilità e tecnica, la bici non mi dava una sensazione di insicurezza e di pericolo, comportandosi quasi come una bici “normale”. 
Questo mi spingeva a riprovare e a cercare altri passaggi perché, finalmente, mi stavo divertendo!

prima volta in e-Mtb
In condizioni "umide" sui sentieri di Finale Ligure

Tanta tecnica, altrettanto divertimento

Ingaggiare gare a chi riusciva a risalire un tratto in estrema pendenza o scivoloso o quant’altro era diventato un gioco.
Finalmente mi pareva di capire il senso della bici elettrica. 
E che dire della discesa?
Presa confidenza con il mezzo, mi sono resa conto che il peso maggiorato e la robustezza del mezzo mi facilitava

Una volta impostata la traiettoria una e-Mtb ben bilanciata scende come su un binario, con una stabilità che diventa un aiuto. 
Mi sono resa conto di scendere ad una velocità maggiore che con la mia enduro con molto meno sforzo. 
Era la bici a fare quasi tutto il lavoro, a me non restava che concentrarmi sugli appoggi e sulle linee, senza dover correggere quasi mai l’assetto. 

Infine, anche nella gestione della bici da ferma o addirittura a motore spento, la sensazione è quella di una bici pesante ma comunque manovrabile. 
Anche questo non va sottovalutato nella fiducia che si arriva ad avere in un mezzo.  
Sapere di poter manovrare o spingere agevolmente la propria bici, ad esempio in un passaggio difficile da fare a mano, aiuta molto a prendere fiducia nell’affrontare ad esempio percorsi nuovi o impegnativi.

prima volta in e-Mtb
Un magnifico scorcio sulla costa ligure

Infinite potenzialità 

Ultimamente mi sono ritrovata a provare sentieri costruiti appositamente per le e-Mtb (qui un articolo sul "sentiero perfetto"), con risalite tecniche impegnative e passaggi impossibili per delle bici muscolari, e devo dire che dar fondo a tutte le proprie risorse fisiche e tecniche per sfruttare al massimo le potenzialità di una e-Mtb è stato molto divertente.
La e-Mtb non è solo una bici “con l’aiutino”.
Richiede una tecnica differente, e come tutte le cose vuole pratica ed esercizio. 

Tuttavia, se devo dire la mia, le elettriche di ultima generazione non presentano quello sbarramento di accesso che sembravano avere le e-Mtb fino a qualche tempo fa, quando solo un biker con ottime capacità tecniche poteva arrivare a divertirsi.  
Al contrario, oggi le e-Mtb sono diventate davvero un mezzo che può avvicinare le persone al fuori strada aiutandole a superare ostacoli quali uno scarso allenamento o una tecnica molto basica per poi accompagnarli in un progresso potenzialmente infinito.

Qui sotto il test della Trek Rail 9.9 ⬇️

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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