SESTRI LEVANTE - Fra le tante emozioni vissute in questo weekend, c'è un'immagine che rimane impressa. Potrà sembrare strano, ma non riguarda i big, bensì gli appassionati. Quelli con un numero di pettorale alto e una posizione in classifica anche più alta. A noi hanno colpito loro per lo spirito con il quale si sono schierati al via di Sestri.
Certo non per la vittoria, non per un trofeo, ma per la gloria, quella personale di aver terminato una gara Pro del Superenduro.
E parliamoci chiaro, ad una gara come questa la bici non torna a casa indenne, nemmeno se siamo stati abbastanza bravi da non cadere o forare. I segni di una Pro restano, su telaio, forcella, cambio e cerchi.
Ovunque c'è modo di avere un contatto con il terreno, lì rimane un segno.
E, è questo il bello, di segni ne restano anche nel cuore.
Non importa chi sei e da dove vieni, quanto vai o che bici hai, qui conta divertirsi ed essere della partita.
Nessuno si lamenta o borbotta per una caduta, una triplice foratura, un polso rotto, una forcella spaccata o tutto quello che di peggio vi viene in mente.
L'enduro è questo: è un confronto senza volto contro la natura più rude, quella di Sestri in questo caso, e con la gravità. Anche questa piuttosto spietata...
Prima quindi di parlarvi di chi ha vinto (a proposito siete andati a sfogliare l'album fotografico sulla nostra pagina Facebook?) abbiamo deciso di aprire con quelli che, forse, non vinceranno mai.
Alessandro Bracci, una vecchia conoscenza del mondo delle Marathon, oggi ha preso una decisione importante:
«Ho detto addio alle Marathon. Voglio fare solo l'enduro».
E lo ha affermava mentre ci mostrava soddisfatto un dito mignolo fratturato, ma senza lamentarsene.
Ecco il bello dell'enduro che a Sestri Levante è esploso in maniera dirompente. I 520 iscritti lo testimoniano…
E adesso i big: Clementz è un missile
Il pronostico era facile, lo ammettiamo, ma il francese non ha proprio avuto vita facile. A fine gara, vuoi per la vittoria anche della sua compagna Pauline Dieffenthaler, era molto soddisfatto.
«Qualche errore, ma nulla di grave. Sì, si può sempre migliorare, ma in fondo ho vinto e quindi va bene così».
Clementz a Sestri ha conquistato il pubblico. Chi lo conosceva gli chiedeva autografi e chi non lo aveva mai visto faceva lo stesso: sarà uno famoso...
«Ma, hai visto quanto è piccolo Clementz? Io pensavo fosse più alto e grosso» erano queste le parole di chi invece sapeva bene chi fosse. Il francese si è ritrovato in un attimo a firmare cappellini, a posare per foto e ad autografare anche le bici dei suoi tifosi, soprattutto i più giovani.
Riusciamo a "rapirlo" per un'oretta per un'intervista (più un approfondito bike check che leggerete a breve) e poi la folla se lo riprende.
Quel maledetto manubrio…
Alex Lupato in realtà se l'è vista brutta. La seconda speciale prevede una parte iniziale nel bosco è tremendamente veloce. Roba che ti fa toccare i 70 all'ora con curve in appoggio e fondo molto battuto, ma un po' viscido a causa di rocce che affiorano e che fanno perdere il grip alle ruote per frazioni di secondo.
Però nonostante tutto i big vengono giù a manetta, anzi di più.
Ad aprire le danze è Sottocornola, vincitore del Superenduro 2012, poi Lupato, Ducci e via via tutti gli altri.
Una curva a sinistra con un appoggio minimo, una velocità troppo alta e Lupato finisce fuori traiettoria, urta contro rami e rovi e spacca il manubrio. Resta lì per circa sette minuti. Perde la gara in quell'istante. Ansima, ha il cuore a mille, noi riusciamo solo ad ascoltare da lontano questa sequenza di rumori.
«Alex, tutto a posto?!?».
«Sì!»
Passano Ducci, Clementz e un sacco di altri rider. Poi Lupato riparte, sconsolato e finisce 131º.
Al controllo orario riesce a cambiare manubrio e a fare bei numeri poi, ma ormai la gara è andata.
Macheda, un sandwich all'italiana
La sanremese è stata la prima delle italiane e ha lottato con le avversarie transalpine per tutto il giorno.
Dietro alla Diffenthaler (prima in 28'42"5) finisce Valentina Macheda (30'55") e al terzo posto si piazza la francese che aveva vinto il prologo, Isabeau Coudurier (30'59"). Ecco servito un bel… sandwich.
Quarta piazza per Chiara Pastore (31'08"), d'un soffio fuori dal podio e comunque in grande spolvero.
Alle sue spalle Alia Marcellini (31'17"), campionessa italiana Dh, del team Torpado.
Al via era attesa anche Cecile Ravanel, moglie di Cedric: la coppia francese ha deciso quest'anno di debuttare nell'enduro abbandonando quasi del tutto l'Xc. In gara, come dicevamo, ha corso solo Cedric perché la moglie aveva ben evidenti al polso i postumi di una caduta.
Il signor Ravanel (secondo al mondiale Xc del 2004) però se l'è cavata piuttosto bene: ha chiuso al 19º posto assoluto considerando il pettorale numero 52…
Bruno quarto con due allenamenti a settimana
Non si può considerare un amatore (sulla base delle ore che dedica all'allenamento), ma nemmeno un pro, visto che si allena due-tre volte a settimana e che fino a tre settimane fa era con una spalla lesionata. Ieri a Sestri ha concluso al quarto posto, dimostrando che quando c'è da guidare, lui sa il fatto suo.
«Ho perso solo dove servivano le gambe per pedalare, che io non ho».
Sottocornola cattivo come sempre
Davide non si risparmia. Il confronto con Jerome Clementz gli ha dato morale per l'Enduro World Series. Ci aveva detto che era molto curioso di vedere il livello degli avversari e a Sestri si è reso conto di non essere così lontano. Anzi.
Cico Baroni, il titolare del negozio Cico Bikes che insieme a Dsb supporta il team del piemontese, ci ha confermato (ricordate l'intervista prima di Coggiola?)che in base a come andrà Sottocornola nelle prime tappe dell'Ews si deciderà che cosa fare per quelle americane. Noi speriamo davvero di vederlo in America a suonarle ai rider del posto…
E lo stesso augurio facciamo a Manuel Ducci, terzo a Sestri Levante: il lavoro di preparazione mirata che ha svolto durante l'inverno sta dando dei bei risultati. E proprio sul fronte preparazione l'enduro è una materia tutta da conoscere (ma c'è chi ci sta lavorando…)
Lo struscio e il chiacchiericcio
Forse non dovremmo, ma questa prova di enduro, per la mole di persone che si sono viste in giro, poteva essere paragonata ad una Marathon. Sarà stato il mare, sarà stato il meteo oppure semplicemente l'entusiasmo degli appassionati che hanno deciso o di portare le famiglie o di partire per Sestri Levante in massa, scordandosi per 2-3 giorni di obblighi, lavoro e regole. Pulmino, macchina o camper carichi e via verso il mare e verso la Liguria per un weekend da ricordare.
Ed è andata proprio così, senza dilungarsi con la retorica o con frasi di circostanza: Sestri Levante è piaciuta da morire.
Adesso tocca alla Sprint di Pogno il 28 aprile e poi a Punta Ala il 18-19 maggio. Ma quella è tutta un'altra storia...
Per le classifiche complete cliccate qui
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.