Quando sulle Mtb c'erano anche i gruppi Campagnolo...

Simone Lanciotti
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Quando sulle Mtb c'erano anche i gruppi Campagnolo...

Simone Lanciotti
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Una volta, su una Mtb, potevi trovare anche un gruppo Campagnolo.
Sì, proprio quel marchio italiano che, oggi, tutto sembra fuorché in qualche modo legato al mondo delle ruote grasse.
Eppure…
Eppure quando la Mtb era agli albori in Europa (si parla della fine degli Anni Ottanta) Campagnolo era una delle opzioni possibili come gruppo insieme a Shimano, Suntour, Sachs e altri ancora.
Altri tempi proprio…
Però, Campagnolo, con i suoi Record OR, Euclid, Centaur e Olympus, ha lasciato un segno nella storia della Mtb.
Piccolo, magari, ma un segno comunque importante che ha fatto innamorare delle ruote grasse tanti stradisti, già abituati e affezionati ai componenti del marchio vicentino.
Campagnolo, forse ispirandosi al comando a manopola rotante dell’allora esordiente Grip Shift (l’antesignano dei gruppi Sram), lanciò il comando del cambio Bullet, ossia l’intera manopola ruotava per cambiare rapporto.

campagnolo olympus

Il Campagnolo Centaur, il modello di media gamma.

E i rapporti erano 8 (cioè tanti per i primi anni Novanta) e il comando era indicizzato.
Si trattava della risposta, purtroppo flebile (visti poi i risultati), al sistema Shimano Sti (Shimano Total Integration) Rapid Fire che stava per rivoluzionare il mondo della Mtb.
Rapid Fire contro Bullet: vinse il Rapid Fire.
E i sistemi Shimano ebbero la meglio anche su quelli Suntour (che all’epoca proponeva belle soluzioni per i gruppi da Mtb) e Sachs (che poi fu acquisita da Sram).
La storia, in brevissimo, è questa e i risultati di questa bagarre tecnologica sono sotto gli occhi di tutti: Shimano e Sram sono le due sole opzioni possibili oggi.
Senza rimpianti, o forse no, perché chissà dove saremmo ora se ci fosse stato un altro attore in questo scenario.
Chissà quale trasmissione avremmo oggi se ci fosse ancora anche Campagnolo…
Ma è un discorso che lascia il tempo che trova.

campagnolo olympus

Il cambio Campagnolo, Olympus così come tutti quelli da Mtb, ereditava ereditava il disegno e i cinematismi della nuova generazione di cambi a 8 rapporti da strada lanciata nel 1990. La gabbia del cambio da Mtb, però, aveva una gabbia più lunga.

Di sicuro c’è un po’ di nostalgia che torna a galla improvvisa quando ci si trova davanti a una “antica” Mtb parcheggiata davanti a un bar del porto di Pescara.
Toh, chi si rivede: un gruppo Campagnolo!
Dentro al bar ci dev’essere il suo padrone.
Una sbirciata all’interno e sembra di vedere solo persone anziane, intente a giocare a carte.
Uno sguardo alla bici e… beh, non sembra proprio una Mtb, piuttosto una citybike.
Ma pazienza, quello è pur sempre un gruppo Campagnolo Olympus, ossia il modello più economico della gamma italiana fino a, circa, il 1995, e sul manubrio c’è, appunto, il comando Bullet.

campagnolo olympus

Il comando a manopola rotante Campagnolo Bullet

Mi avvicino per fare delle foto con la sensazione di aver trovato uno scoop.
Che scoop poi non è, lo sappiamo, ma l’emozione di questo incontro inaspettato è stata forte.

campagnolo olympus

Le 3 corone della guarnitura Campagnolo Olympus: 28-38-48 denti.

Quel Campagnolo Olympus a 8 velocità, con il manettino Bullet e le tre corone 28-38-48 (la guarnitura era compatibile con movimento centrale a perno quadro), era montato anche sulla Mtb del sottoscritto.

campagnolo olympus

I freni cantilever Campagnolo.

Ma con freni Suntour e leve freno Dia-Compe (chi le ricorda?), molto migliori, ahimé, dei freni cantilever di Campagnolo.

campagnolo olympus

Il primo mozzo a cassetta Campagnolo a 8 velocità. Al centro del corpo del mozzo era presente il foro per l'ingrassaggio rapido dei cuscinetti che non erano di tipo sigillato, ma a coni e sfere, cioè registrabili.

Non era molto tempo fa, forse il 1992-1993, ma a pensarci bene, sì, era molto tempo fa…
Campagnolo tornerà sui single track?
Chissà, ma di sicuro fra i tanti possibili caldeggiatori ce n’è uno che si emoziona al solo pensiero…

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Sull'autore
Simone Lanciotti

Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.

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