CHATEL - Nicolas Vouilloz, capitolo 3. Dalla Dh, alle gare di rally e, adesso, all'enduro in Mtb. Le fasi agonistiche del campione francese (vincitore di ben 10 titoli mondiali nella Dh) si possono descrivere con una sola parola: eccezionali. Vouilloz non è un rider qualunque, ma uno di quelli che quando decide di gareggiare (in bici o in auto) lo fa solo per vincere. E molto spesso ci riesce, in maniera eclatante.
Quest'anno ha deciso di gareggiare nell'Enduro World Series. A Punta Ala, a causa di una foratura, non è riuscito ad esprimersi al meglio e in molti lo attendono a Val d'Allos per una rivincita. Ci sono tanti nomi importanti in giro, alcuni più giovani di lui, ma Vouilloz è Vouilloz.
Dalla Dh all'enduro il passo può sembrare breve e anche facile, ma non è proprio così. Prima di tutto è necessaria una grande passione per questa disciplina e non basta seguire le mode o le richieste dei proprio sponsor.
La passione per l'enduro è tutta un'altra cosa e questa specialità, inoltre, è in forte evoluzione.
- Secondo te che cosa diventerà l'enduro in futuro?
- E' difficile dirlo. In ambito agonistico, perché comunque l'enduro è agonismo, è qualcosa che sta crescendo tanto perché è il modo in cui molte persone utilizzano la Mtb. Non ha percorsi troppo difficili, le persone possono competere con i top rider sugli stessi sentieri, c'è un'atmosfera bella, la risalita è un momento molto speciale. Durante la discesa sei concentrato, ma nella risalita l'atmosfera è conviviale. Proprio come se fossi con i tuoi amici durante l'uscita della domenica.
La vita sta diventando stressante. Il lavoro, gli impegni, l'economia, serve un momento di calma. L'enduro è questo momento. Non è come la Dh o il cross country dove devi essere preparatissimo e molto concentrato. L'enduro è un mix di tutte queste discipline, ma senza lo stress della competizione. Oggi non c'è proprio bisogno di altro stress.
E' questo uno dei motivi per cui l'enduro sta diventando tanto popolare. A chi piace divertirsi in discesa, a prescindere che facciano Dh o Xc, dico di provare l'enduro.
- Sei stato un pilota di Dh, un pilota di rally e adesso un endurista. Che cosa significa per te guidare?
- Significa giocare con tutto quello che ti capita davanti, al meglio delle tue possibilità e più velocemente che puoi. Cercare la massima adrenalina che ti spinge oltre i tuoi limiti. E' una sfida mentale che vale anche per chi è veloce: tutti pensiamo sempre a essere più veloci. E lo stesso capita ai rider più bravi. Io penso sempre che potrei essere più veloce e quando ci riesco allora mi diverto perché sento di aver fatto qualcosa di fico.
- Qual è il tuo rapporto con la paura?
- Non direi di avere paura. Diciamo che ho iniziato ad averla nei rally, specie alla fine di alcune speciali, dove magari c'erano burroni, la strada era stretta, con alberi intorno e velocità altissime. Durante la guida, anche in Mtb, non ho mai paura, ma semmai all'arrivo o alla fine della discesa, quando ripenso a quello che ho fatto. E' un discorso anche legato all'età: adesso ho 37 anni, ma quando ero più giovane non ho mai ripensato seriamente a quello che facevo durante una manche.
L'anno scorso però le cose sono un po' cambiate. Sono caduto piuttosto seriamente e quando sono tornato in sella ho iniziato ad avere un po' di paura. Ero nervoso, avevo paura di cadere di nuovo e c'è voluto molto più tempo per riprendermi del tutto dalla caduta e tornare ad essere disinvolto in sella. Ma è soprattutto una questione di età. Da ragazzino se cadevo non mi chiedevo nemmeno che cosa mi fossi fatto, ripartivo e via. Ma adesso la testa ci mette di più a riprendersi da una caduta.
- Qual è la tua giornata tipica adesso?
- Sono una persona a cui piace prendersela comoda. Anzi, sono piuttosto pigro, specialmente al mattino. Mi alzo alle 8,30-9,00, faccio colazione, controllo le e-mail per capire come organizzare la giornata e quindi esco in bici, di solito per un paio di ore.
- Bici da strada o Mtb?
- Adesso solo Mtb, ma in passato anche bici da strada. Torno a casa verso l'una, pranzo, caffè, un sonnellino e torno ad allenarmi in bici, in palestra oppure bmx, dipende dalle giornate. Quando riesco ad allenarmi due volte è una buona giornata e di solito mi riesce di farlo due volte a settimana.
- Chi vincerà l'Ews quest'anno?
- Credo che Jerome Clementz sia il più polivalente. Anche Nicolas Lau ha fatto un ottimo lavoro quest'anno, ma Jerome è il più costante. In discesa non è il più veloce, ma è molto veloce. Sui percorsi dove c'è più da pedalare, come potrebbero essere quelli americani, Clementz è uno da tenere d'occhio. Non è il più potente, ma conosce bene l'enduro, in diverse parti del mondo, perché ha iniziato molto presto a praticarlo. Poi vedo gente come Jared Graves, Fabien Barel e altri ancora che possono vincere delle singole prove, ma per la vittoria finale direi Clementz.
Nicolas Vouilloz si è tenuto fuori dalla schiera dei possibili vincitori, ma sappiamo che in molti lo danno per favorito. Il suo impegno come tester e sviluppatore in casa Lapierre è importante e in parte lo distoglie da una preparazione ottimale per le gare di enduro. Val d'Allos è questo fine settimana, vediamo se le previsioni di Nico sono corrette.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.