A Sestri Levante aveva vinto tra lo stupore generale la prima Pro del Superenduro. Ma quando domenica a Terlago ha vinto a mani basse anche l’opening dello Specialized Sram Enduro Series, allora si è capito che lo sbarco di Marco Milivinti nell’enduro rischia di presentare il conto agli specialisti della disciplina e di stravolgere - o per lo meno di ridisegnare - le gerarchie in campo nazionale.
- Marco, ti aspettavi subito questi successi?
- Assolutamente no. La mia intenzione alle prime gare era quella di vedere a che punto ero rispetto agli altri. Invece…
- Come te lo spieghi allora?
- Quest’inverno mi sono preparato esattamente come gli altri anni in previsione della stagione di downhill. Evidentemente il lavoro svolto è ideale anche per l’enduro.
- Nell’ambiente enduro in molti si staranno chiedendo: arriva uno dalla Dh e ci svernicia così?
- Mi viene da pensare che la Dh è uno sport superiore. Ma attenzione, non che sia più importante o più nobile. Ma che la preparazione che si fa per la Dh ti consente di emergere anche nell’enduro, sia dal punto di vista fisico che tecnico. Per me non è cambiato poi così tanto, anche se è necessaria una certa abitudine al pedalato. Si tratta sicuramente di uno sforzo diverso, ma non è vero che la Dh ti impegna solo per i due minuti della manche, perché già al giovedì ci sono le prove e resti tanto tempo in sella prima della gara.
- Ma Milivinti è un ex atleta di Dh?
- Il contratto con il Torpado Factory Team prevede che in questo 2014 partecipi solo all’enduro. Per questo motivo ho stilato un calendario con le dodici gare più importanti d’Italia. Però ci saranno dei weekend liberi e in quel caso andrò per conto mio a qualche gara di discesa, Coppa del mondo e Ixs Cup, anche se sempre con la mia Noriker.
- Pensi di poter vincere il Superenduro Pro?
- Dopo la vittoria di Sestri sono positivo e credo che bisogna battere il ferro fin quando è caldo. E non mi era mai capitato dopo queste due vittorie di ricevere così tante telefonate dagli sponsor. Cercherò di stare davanti, anche se ad esempio Punta Ala sarà un round molto pedalato e quindi tutto da scoprire.
- Ti vedremo all’Ews?
- Mi piacerebbe confrontarmi con i migliori al mondo. Se non a La Thuile, a Finale Ligure.
- Cosa ti ha colpito dell’enduro?
- Che serve un’organizzazione più grande rispetto alla Dh. E che se vuoi andar forte devi assolutamente andare sul posto una settimana prima, cercando di provare i sentieri delle speciali, possibilmente con qualcuno che possa accompagnarti con un mezzo nelle risalite. Ti consente di salvare la gamba per il weekend.
- Ma quant’è grande il confine tra Dh ed enduro?
- Le differenze sono innegabili. Nell’enduro contano tanto le doti fisiche. E si fa in un’altra guida rispetto alla discesa, forse è un po’ l’approccio alla downhill di dieci anni fa, con velocità ridotte anche nei passaggi tecnici e meno salti.
Di certo Marco Milivinti ha fatto vedere doti di grande versatilità e ha un’idea ben precisa sull’enduro.
Il suo approccio, fino ad ora, si è dimostrato vincente: possibile, allora, che chi va forte in Dh può primeggiare anche nell’enduro?
Oppure per vincere nelle Speciali servono comunque doti che chi gareggia in Dh non ha?