Valentina Macheda torna raccontarci la sua Enduro World Series. Le tappe in Scozia e in Irlanda sono state magnifiche, anche se troppo vicine fra loro.
Ora Ducci e Macheda hanno qualche settimana di riposo (si fa per dire) prima di tornare in gara a Samoens, in Francia, il 18 e 19 luglio (qui tutte le prossime gare enduro del calendario).
SL
Nelle due settimane passate si sono svolte la seconda e la terza tappa dell’EWS, rispettivamente in Irlanda e Scozia ed è la prima volta nella storia della serie mondiale che vengono inserite due gare senza weekend di pausa.
Da un lato è stato un vantaggio logistico, dato che le due prove erano geograficamente vicine, ma dall’altro è stato davvero difficile riuscire a recuperare le energie spese tra prove e ricognizioni fra una tappa e l’altra.
Credo che una delle cose più difficili per un atleta sia proprio la gestione delle energie durante la stagione di gare, recuperare e riuscire a staccare la spina prima che sia troppo tardi, sembra una cosa scontata o banale, ma non lo è. Quando ti senti in forma non riesci a mollare, continui a spingere te stesso a fare sempre di più, fino a che il tuo fisico inizia a mandare dei segnali e ti avvisa che stai oltrepassando la soglia.
Quando è così è meglio fermarsi qualche giorno per recuperare. Dopo il round irlandese, però, il tempo per farlo non c’è stato poiché il lunedì e il martedì erano gli unici due giorni dove poter recuperare, che sono stati spesi per viaggiare e organizzare la sistemazione e il cibo per la settimana da affrontare.
Io e Manuel abbiamo avuto la fortuna di esplorare due luoghi fantastici, il primo è stato Wicklow dove abbiamo potuto scoprire che con una sola collina di neanche 400 m di quota e tutta su terreno privato, si possono creare sentieri fantastici. E qui gli Irlandesi sono riusciti a organizzare un evento con i fiocchi, caratterizzato da un pubblico davvero originale.
In questo caso il tempo è stato dalla nostra parte offrendoci giornate soleggiate e primaverili, potendo correre così su sentieri inaspettatamente polverosi.
Se in Irlanda il meteo è stato clemente non posso dire lo stesso della Scozia, nel paese di Peebles abbiamo potuto assaporare tutte e 4 le stagioni in una settimana e a volte anche in un solo giorno, si passava dal sole alla pioggia e ancora dalla grandine al vento, faceva davvero freddo, spesso con temperature che oscillavano intorno o sotto i 5 gradi.
A Sanremo, dove vivo, neanche d’inverno si toccano quelle temperature. Possiamo dire di essere abituati bene ma quando ci confrontiamo con queste condizioni facciamo veramente fatica ad ambientarci!
Meteo instabile a parte, la Scozia si è riconfermata come da previsioni una gara spettacolare, i ragazzi del Tweedlove Festival sono riusciti ancora una volta a regalarci un organizzazione perfetta, con un numero incredibile di bambini che durante la partenza, incorniciavano la strada battendoci il cinque!
Le ricognizioni in entrambi i casi erano rigorosamente a pedali senza la possibilità di utilizzare i furgoni, trovo molto difficile riuscire a trovare il giusto ritmo in gara, provando solo una volta o due il percorso, so che è così per tutti e quindi sto lavorando per cercare di migliorare sotto questo aspetto. In nove giorni, tra cui 5 di prove e tre di gara, abbiamo percorso quasi 450 km tra trasferimenti e sentieri, con più di 45 ore passate sulla sella, riuscendo a scoprire sentieri fantastici e panorami mozzafiato, sono stati giorni intensi con condizioni climatiche e del terreno in continua evoluzione che hanno richiesto un impegno notevole a tutti i rider che si sono messi in gioco in queste due prove.
In tutte e due le gare ho chiuso 22ª, purtroppo a causa di una scelta sbagliata sul setting della bici in Irlanda non ho potuto esprimermi al meglio. Nella prima giornata in Scozia ho avuto un problema meccanico, che ha condizionato la mia prima giornata di gara, mentre nella seconda a causa di un vento molto forte e freddo, la gara è stata accorciata di due prove, ma nonostante tutto si è rivelata estremamente intensa a causa di un fango colloso con cui non avevo molta dimestichezza e non sono così riuscita a rimontare nella classifica finale.
Ora nel ranking mondiale sono 16ª, per me è un ottimo risultato, se penso solo a qualche anno fa quando facevo le prime uscite pedalate, chiamavo Manuel al telefono dicendogli “Ho fatto 5 km di salita!” ed ero super soddisfatta.
Anche se non sono la rider più forte del pianeta, mi ritengo molto orgogliosa di riuscire a portare a termine imprese come questa e poter condividere tutto questo con il mio compagno di vita che mi ha trasmesso questa fantastica passione!
Tutte le foto di questo articolo sono di Jeremie Reuiller.