ARTICOLO AGGIORNATO IL 23 NOVEMBRE 2021 (vedi in fondo all'articolo)
Le giornate storte sono sempre preannunciate.
Ti arrivano segnali più o meno chiari che la tua testardaggine e la tua irrefrenabile voglia di uscire in bici chiudono nel cassetto.
Beh, stamattina è capitato anche a me.
Il mio piano era molto chiaro: toccare una delle località più alte delle mie zone, Campo Catino, utilizzando solo sentieri e strade sterrate.
Un’uscita per nulla banale, da fare con una e-Mtb, visto che le pendenze in ballo non permetterebbero di essere affrontate senza l’assistenza elettrica.
Questa uscita è stata da tempo pianificata tramite Komoot e trasferita sul mio Garmin.
In attesa del giorno giusto e della compagnia giusta.
Ma siccome tutto non si può avere, decido di partire oggi, da solo, avvisando mia moglie del giro che ho in mente di fare.
Non si sa mai.
Mi preparo a temperature che in cima (intorno ai 1800 metri) mi aspetto che siano vicine ai 10 gradi.
Comunque ancora accettabili.
Controllato per bene bici e oggetti da portare con me, parto!
La giornata è propizia.
Più fresco del previsto, ma il fondo valle lungo il fiume Aniene, si sa, non è mai accogliente in questo periodo dell’anno.
E lo scenario intorno a me lascia pensare che questi ultimi scampoli di sole tiepido vadano goduti finché possibile.
E io lo sto facendo.
All’improvviso, però, il motore elettrico smette per un attimo di assistere.
Non sono sopra i 25 all’ora e un istante dopo il Garmin mi dà un segnale di errore eBike.
La Turbo Levo, però, torna subito a funzionare, come se fosse stato un errore temporaneo.
E qui mi chiedo se è il caso di continuare, viste anche le ambizioni di questa uscita.
Mi rispondo che se il problema si ripresenterà nei prossimi km allora tornerò indietro.
Mio malgrado, ma incrocio le dita, resto positivo e vado avanti.
Lungo la strada, precisamente sotto Jenne, incontro un’amica: la volpe Gilda.
Così l’ho chiamata.
Da qualche anno si apposta lì in attesa di un po’ di umanità, ovvero di cibo e, forse, di compagnia.
E’ strano vedere un animale così schivo, raro a vedersi di giorno, immobile davanti a me.
Quasi addomesticato.
Oppure rassegnato, fai te.
Mi fermo, mi accorgo di non avere nulla che a lei possa piacere, la saluto e riprendo il cammino.
Oggi è domenica e presto i tavoli nei paraggi si riempiranno di persone e, fortuna per lei, anche di cibo.
Sperando che ciò non la porti a dimenticare il suo istinto di predatrice.
Passano 25 km, sono quasi a Filettino ed entro nel bosco, ovvero nella parte più selvaggia, affascinante e difficile dell’uscita.
L’autunno, intorno, è magnifico.
Il bosco e la montagna sono un richiamo pazzesco per chi, come me, ama questi scenari.
Non riesco a pensare ad altro, oggi, se non ad andare avanti, gestire le energie, controllare la batteria e pensare a star bene.
Il motore della Turbo Levo, poi, non ha dato più segnali preoccupanti.
Ma sono le ultime parole famose.
Arrivo al bivio dove devo abbandonare la strada sterrata e proseguire la salita su un sentiero, il 610, che mi porterà verso Campo Catino.
Sono a quota 1280 e devo arrivare a circa 1800, solo su sentiero.
Sono gasato e anche un po’ spaventato all’idea, ma sono qui per questo.
Inizio il tratto più ripido e passo all’assistenza Trail, alla quale ho riservato un bel po’ di batteria, sapendo che da qui in poi la pendenza non mi avrebbe permesso di proseguire in Eco.
Faccio poche centinaia di metri e torno a sentire quei vuoti di erogazione che qui, però, diventano dei veri e propri problemi.
Il display del Garmin mi dà, di nuovo, il medesimo codice di errore di prima, E144, e anche la TCU stavolta mi segnala il problema.
Calma.
Scendo di sella.
Spengo l’assistenza elettrica.
Scollego la batteria dal motore.
Pulisco il magnete.
Controllo il sensore di velocità.
Riaccendo l’assistenza e l’errore compare di nuovo.
Niente da fare.
Qui, non ho scelta: devo tornare indietro.
Senza pensare a come affronterò le numerose salite da qui a casa, mi lancio in discesa, cerco di non pensare a questa faccenda e mi concentro nel godermi questo sentiero nel bosco.
Oggi non è giornata.
E’ meglio rimandare questa avventura ad un altro giorno.
Le montagne intorno a Filettino sono magnifiche, ma sono anche molto severe.
Una volta ti premiano, una volta ti bastonano.
Oggi né l’uno, nell’altro.
Oggi mi hanno respinto.
Mentre lascio che la gravità mi conduca verso il basso, noto con la coda dell’occhio che il display della TCU non dà più la segnalazione di errore.
Beh, mi dico, forse riesco a tornare a casa in sella.
E mentre mi dedico alla mia attività preferita (guidare la Mtb) non riesco a non pensare a quanto sto vivendo. Forse ho sopravvalutato le mie possibilità oggi?
Questa segnalazione di errore, a pensarci bene, è capitata non proprio a caso.
E siccome io non credo nel caso, ho sbagliato a non considerare la faccenda in modo più attento.
Ma cos’altro avrei potuto fare?
In fondo, con l’elettronica un minimo di imprevedibilità la devi tenere in conto.
Maledette e-Mtb…
Vi adoro, ma oggi vi odio.
Però, a pensarci bene, sono stato sciocco io.
Appena partito e appena vista la notifica di errore avrei potuto o tornarmene a casa oppure ripiegare su un giro più breve.
Ma comunque desistere da un obiettivo ambizioso come quello di oggi con un mezzo che ha palesato subito problemi.
Adesso sono qui a rimuginare e a cercare di addrizzare questa uscita.
Posso fare poco, in realtà.
Anzi, no: posso decidere di raccontarla, facendo in modo che anche altri possano evitare errori come questo.
Intanto mi dedico alla guida e lascio che il cervello elabori in background le conclusioni più sagge…
1 - Se la bici non è a posto, rimanda o riduci le ambizioni
Può sembrare ovvio a mente fredda, ma mentre sei lì, pronto a vivere una giornata magnifica in sella, un inconveniente meccanico o elettronico appena partiti merita di essere considerato con attenzione.
Metti da parte adrenalina ed entusiasmo e ragiona!
2 - Niente capita per caso
C’è chi lo chiama destino, caso, fato, karma, Dio o quello che vuoi.
Ma in ogni caso esiste una forza benevola che ti spinge sempre nella direzione migliore.
Le uscite solitarie in bici servono anche (e soprattutto) a trovare quella direzione.
E ad imparare a riconoscere (meglio e prima) ciò che è bene e ciò che è male per te.
Pensaci su.
3 - Cerca sempre il divertimento
Se la bici è equilibrio, la Mtb è mantenere l’equilibrio dove è più difficile procedere.
Quindi, questo mezzo dovrebbe averti insegnato a trovare la misura giusta fra cuor leggero e dedizione.
Cioè, fra divertimento e impegno.
Fra ridere e faticare.
Fra giocare e lavorare.
La bici può aiutare a trovare la tua misura.
Oggi è andata così.
La montagna mi ha respinto, con una sberla in faccia per la mia avventata improvvisazione.
Mentre scrivo queste righe sorrido, perché la montagna, anche oggi, mi ha detto che con lei non si scherza.
Non puoi giocare con la regina dimenticandoti che lei è comunque una regina.
Bene, ne faccio ammenda e spero che anche tu leggendo questa storia faccia altrettanto.
Come ho risolto il problema
Molti di voi mi hanno chiesto come ho risolto il problema al sensore di velocità.
Ebbene, tramite l'app Specialized Mission Control ho verificato che in effetti si trattava di un possibile problema relativo al sensore di velocità.
Come l'app stessa mi segnalava (vedi schermata in basso) una volta tornato a casa.
Il sistema, in pratica, ha riscontrato una trasmissione non ottimale del dato di velocità e le cause potevano essere molteplici.
Mi sono confrontato telefonicamente con Ledo Zamparella di Specialized Italia per capire come affrontare la situazione.
Ledo mi ha suggerito quanto segue:
- - verifica che il magnete sia pulito;
- - verifica che il sensore di velocità non sia ostruito da terra, fango e/o residui delle pasticche;
- - accertati che il sensore di velocità sia ben collegato al motore;
- - accendere la bici, collegala all'app Mission Control, clicca su Parti (simulando l'inizio di un'attività), fai girare la ruota posteriore e verifica che l'app mostri un valore di velocità realistico.
Questa mattina ho fatto tutte le verifiche suddette e in effetti il sensore di velocità era un po' sporco.
L'ultima volta che l'ho controllato e smontato (sempre per pulizia) era a luglio 2020.
Cioè, svariate decine di ore di uso fa...
L'app, durante il test di questa mattina, mi ha mostrato velocità realistiche.
Quindi, tutto ok.
L'app Mission Control, ora, infatti, non segnala più il problema.
Nel caso in cui dovesse ricapitare il problema in tal caso sarà necessario contattare un rivenditore e valutare di sostituire il sensore di velocità.
Il cui compito non è particolarmente gravoso, per cui è abbastanza raro che possa danneggiarsi durante l'uso.
Ma, come detto, con l'elettronica una dose di imprevedibilità la devi sempre considerare, per cui... cosa fare?
Per non rovinarsi le uscite più belle alcuni biker più accorti portano con sé alcune parti di ricambio nello zaino e nel caso di una e-Mtb si potrebbero considerare sensori e magneti, a patto, però, di essere in grado in autonomia di fare eventuali (malaugurati) interventi di riparazione-sostituzione.
Diciamo che è nell'indole del buon fuoristradista saper inventare-rimediare soluzioni per salvare l'uscita e tornare a casa sul proprio mezzo.
A voi la scelta!
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.