Graves è un atleta come pochi altri in giro. Quando ha saputo che nel 2013 ci sarebbe stata finalmente l'Enduro World Series ha deciso di allenarsi duramente per vincere. E quando si dice duramente, per Graves significa qualcosa che difficilmente altri atleti riescono a fare.
L'australiano è stato campione del mondo 4Cross nel 2009 a Canberra e ha un talento nella guida raro a vedersi in giro.
Prima di venire a Punta Ala ha preso parte al campionato nazionale di Xc, finendo 8º, e subito dopo è salito sulla bici da Dh per finire secondo assoluto.
A Punta Ala ha provato molto i percorsi, 6-7 ore al giorno e l'ultima speciale, quella meno tecnica e molto veloce, l'ha provata almeno due volte il venerdì prima. La prima volta salendo come tutti i rider, la seconda pedalando sul tracciato di gara ma al contrario…
Nell'ambiente del 4Cross è conosciuto proprio per il suo altissimo livello di preparazione fisica. Un esempio, piuttosto folcloristico se vogliamo, ce lo ha dato Cedric Gracia, subito dopo la gara, in un momento di relax e con una bottiglia di vino in mano, la stessa con la quale si è rocambolescamente presentato sul palco per la premiazione di categoria.
«Cerchi Jared? Probabilmente è a fare un po' di flessioni…».
Fisicamente, infatti, è impressionante.
Ma com'è andata la sua gara a Punta Ala? Che sensazioni ha avuto sul percorso?
Lo racconta lui stesso sulla pagina Yeti Cycles
«Le prime due Speciali erano lunghe, difficili, fangose, scivolose, fisicamente impegnative. Non a caso è stata definita una prova di Coppa del mondo Dh con un po' di pedalato… Le Speciali 3 e 4 erano quelle che più si addicevano alle mie caratteristiche, perché serviva di essere quanto più fluidi possibile e tenere alta la velocità.
Quando al controllo orario ho scoperto di essere terzo nella classifica provvisoria sono stato molto contento.
Nella Speciale 3 ho commesso un piccolo errore, colpendo un albero con la spalla, ma nulla di serio, solo un paio di secondi persi. Nell'ultima Speciale però volevo fare bene, volevo una vittoria e l'errore commesso nella Speciale precedente in realtà mi ha dato la confidenza giusta con il terreno di gara.
Sono andato molto forte e per farla breve, ho vinto, superando Clementz di 2 secondi e Barel di 15 secondi.
Ho imparato tantissimo in questo weekend. E' stata dura, sia tecnicamente che mentalmente, 6-7 ore di ricognizione al giorno e con pochissime risalite in auto. L'enduro combina il meglio di tutti i modi di usare una Mtb: non puoi avere punti deboli. Il gran parlare che si è fatto sull'enduro è assolutamente giustificato. Non vedo l'ora di essere alla prossima gara».
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Redazione MtbCult
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