Diventare campione del mondo deve essere stata davvero una grande emozione per Jared Graves. Il lungo weekend di Finale Ligure è stato vissuto ad alta tensione dall'australiano che avendo un buon vantaggio da gestire su Damien Oton, ha preferito non rischiare più di tanto e portare a casa i punti necessari per conquistare il titolo dell'Enduro World Series 2014. Ecco il suo racconto (fonte Yeticycles.com)
GS
Cattivi pensieri
Ci sono molte cose che mi sono passate per la mente nelle ultime sei settimane dopo il round di Whistler. Il mio peggior risultato in stagione era stato un nono posto. Sulla carta, mi sarebbe bastato un 23° posto a Finale Ligure e quindi sembrava tutto facile, ma non sai mai cosa ti può capitare (tipo: e se ti si spezza la catena?): insomma, tutti i cattivi pensieri che ti riempiono il cervello.
Siamo arrivati a Finale Ligure una settimana prima, per familiarizzare con l’ambiente e fare un po’ di giri. Dal primo giorno, mi sono sentito rilassato e positivo verso il weekend che stava per arrivare.
Ma il titolo di campione del mondo era così vicino che ho iniziato a essere nervoso man mano che il fine settimana si avvicinava.
La pressione
A farmi rilassare è stata l’intervista di Josh Bryceland nell’ultimo episodio di This is Peaty. Mi sono immedesimato in lui, nelle finali di Coppa del mondo Dh. Tutti ti dicono che ormai è fatta, ma è difficile quando stai per fare la gara. Sentire Josh parlare di come si avverte la pressione e dover essere in grado di finire tra i primi 3 per assicurarsi la classifica generale mi ha fatto rendere conto che anche io potevo fare la stessa cosa.
Uno sguardo al percorso
Le ricognizioni sono andate benissimo.
Il tempo è stato fantastico e non avevo mai visto una tale varietà di trail. Si passava da punti tecnici e stretti ad altri veloci e scorrevoli. Una miscela che avrei sempre voluto vedere alle gare e che ogni competizione dovrebbe avere.
Le Speciali 1-4 del sabato erano molto diverse e c’erano molte opportunità di risalire con i pickup qualora non fossi stato rapido. Le Speciali della domenica erano più veloci e “flowy”. Sono stato molto felice quando ho visto queste ultime due Ps. Sapevo che se sabato avessi avuto una buona giornata, domenica sarebbe stato abbastanza facile portare il risultato a casa.
Il piano "conservativo"
Il mio piano gara era fatto. Spingere forte sui pedali ma andare in piena sicurezza su ogni tratto tecnico o rischioso. Il mio obiettivo non era certo quello di finire sul podio bensì fare solo ciò che era necessario. Sarebbe stata una beffa se per orgoglio e spirito competitivo fossi caduto o avessi danneggiato la mia bici, rovinando la gara e un’intera stagione. C’era troppa posta in palio.
E mi conosco abbastanza per dire che una volta che la gara inizia, il mio cervello da agonista prende il sopravvento.
Per questo ho portato quasi tutto con me. Ho preparato una scorta di deragliatore, cavi, dischi, persino gomme da Dh. La mia borsa pesava una tonnellata e la mia bici era la più pesante che abbia avuto durante l’anno.
Ma se avessi avuto un problema e non sarei stato preparato per risolverlo, non me lo sarei mai perdonato…
Sabato - Day 1
Stage 1 – Divertente, stretta, tecnica. Forse la più temuta perché c’erano molte rocce pericolose. Non ho preso rischi, ho rispettato il piano. E l’ottavo posto mi ha fatto venire un grosso sorriso.
Stage 2 – Una run mista, con angoli, rocce ad alta velocità e discese molto tecniche. Ho spinto molto nelle sezioni pedalate e sono andato regolare sui tratti rocciosi. Una manche perfetta, con una sola eccezione.
C’era uno spettatore piazzato in mezzo al sentiero, in un punto chiave della run. Mi sono dovuto fermare e fare una piccola deviazione sulle rocce. Ho perso un paio di secondi. Alla fine sono arrivato giù 2°, salendo al 3° posto nella classifica provvisoria.
Stage 3 – Ho avuto qualche problema con gli angoli molto stretti. Momenti in cui sai bene che la gara non finisce fin quando non è finita e che il minimo errore, anche una scivolata, può compromettere tutto. Sono sceso pulito, e ho concluso felice di avere alle spalle una Ps tosta.
Stage 4 – Velocissima. Non volevo perdere la concentrazione e commettere errori. Ho avuto un’altra piccola caduta, ma ero incredibilmente entusiasta di aver concluso il primo giorno al 4° posto, a soli 8 secondi da Barelli.
Domenica - Day 2
Stage 5 – 1000 metri di dislivello per il trasferimento, circa 20 km. Esausto ma soddisfatto per aver conversato con tutto il gruppo di rider. E’ stato bellissimo avere al fianco Justin Leov, uno dei miei migliori amici in questi anni di gare. Pur sapendo che montando le gomme da Dh sarebbe stato come regalare secondi agli altri, non avevo altra chance perchè la pioggia notturna aveva infangato i sentieri e la mia Ps è stata superconservativa.
Stage 6 – La Ps più lunga della gara. Divertentissima anche se la tensione saliva. Il piano, sempre lo stesso: spingere sui pedali e andare regolare. A circa cinque minuti dalla fine, sapevo che ce l’avevo fatta. A quel punto qualcosa mi diceva di andar via tranquillo e di godermi l’ultima parte della Ps. Ero ancora in lizza per la vittoria di tappa, ma non volevo rischiare nulla fino al traguardo.
Il piano ha funzionato.
Ero campione del mondo.
Un’altra stagione è in archivio. Sono tornato a casa con il morale alle stelle. Un grazie allo staff Yeti e agli sponsor. Dietro alle vittorie e ai titoli, c’è il lavoro di uno staff affiatato che ti rende più semplice il tuo lavoro. E un grande ringraziamento a Shauny Hughes. Avere un meccanico in cui hai piena fiducia è cosa rara e lui è il fiore all'occhiello del gruppo.
L'allestimento della Yeti SB6c di Jared Graves
Telaio: YETI SB6c
Forcella: FOX 36 Float 2015, 15mm axle, 170mm travel, 70psi
Ammortizzatore: FOX Float X, 170psi
Ruote: DT Swiss 240 straight pull hubs, aerolite spokes, EX471 rims
Gomme: Maxxis Minion DHF 2.5 3C Maxx Grip (DH casing), Maxxis Prototype rear 2.3 (DH casing) 25/29 psi
Pedivella: Shimano XTR 170mm w/Stages power meter
Freni: Shimano XTR m987 levers, Saint calipers, 180mm Freeza Rotors
Deragliatore: Shimano XTR Shadow Plus
Cambio: Shimano XTR
Pedali: Shimano XTR Trail
Pacco pignoni: Shimano XTR 11-36
Corona: E-13 Narrow wide, 36t
Catena: Shimano XTR
Manubrio/Attacco: Renthal Fatbar lite Carbon, 20mm rise, 740mm, Renthal Apex 50mm stem
Reggisella: Thomson Elite Dropper and Thomson seat clamp
Guidacatena: E-13 Carbon LG1
Per informazioni www.yeticycles.com
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Redazione MtbCult
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