Quello che sta per iniziare è uno dei weekend più importanti del 2016 per la Mtb: sabato e domenica si disputano a Nove Mesto, in Repubblica Ceca, i Campionati del mondo Xco.
Fra i favoriti c’è Nino Schurter, campione del mondo in carica e grande favorito anche per Rio, dove arriva con risultati importanti: una medaglia di bronzo ai Giochi di Pechino nel 2008 e una d’argento a quelli di Londra nel 2012.
A Rio Schurter riuscirà nel suo intento?
Per ora, parliamo del mondiale in questa intervista realizzata da Vojo Magazine, ma Nino ci ha rivelato anche qualche succosa anteprima in fondo all'articolo...
SL
Il 2016 è un anno particolare per i più forti biker del mondo.
Tutti puntano ai Giochi Olimpici di Rio, a cominciare da Nino Schurter, che vuole prendersi la sua rivincita dopo la sconfitta che gli ha inflitto negli ultimi metri Jaroslav Kulhavy nell’edizione precedente.
Piuttosto riservato durante la parte introduttiva della presentazione Scott a Lenzerheide, Nino Schurter si è poi man mano disteso, concedendosi anche qualche piccola uscita con i giornalisti. All’aperto e in bici, abbiamo approfittato di questi momenti in compagnia della leggenda svizzera della MTB per raccogliere le sue confidenze.
- Nino, come atleta sei in ottima forma, ma come va la vita da papà?
- Alla grande! La piccola Lisa ora ha 8 mesi ed è una gioia vederla crescere.
Aveva cominciato a dormire per tutta la notte, ma ora ha ripreso a svegliarsi un pochino. Ma passerà.
E’ un dettaglio irrilevante rispetto alla felicità che mi dà la sua presenza.”
- Questo è un anno particolare con i Giochi Olimpici. Come pensi di gestire questa stagione? Punti solo al risultato di Rio o hai anche altri obiettivi?
- Sicuramente le Olimpiadi sono il mio obiettivo principale. Il solo tra i titoli più importanti che manca al mio palmares. Tutta la stagione è quindi bilanciata su Rio, ma la MTB non è come la strada, con il Tour de France e molti corridori concentrati solo su quello.
Nella nostra disciplina le gare sono più brevi e nel complesso si corre meno, quindi posso permettermi di fare tutta la Coppa del Mondo e il Campionato del mondo senza che questo comprometta la mia partecipazione alle Olimpiadi.
E non ci sono solo le Olimpiadi: il mondiale di Nove Mesto è un altro appuntamento importante sulla mia agenda: tengo davvero molto alla maglia arcobaleno.
Non conta solo il fisico nella vita di un atleta, ma la parte psicologica è altrettanto importante e non c’è niente di meglio che vincere per acquistare fiducia.
Già da inizio stagione le cose sono andate piuttosto bene sul fronte Coppa del Mondo, ma anche i Campionati del mondo di Nove Mesto sono un appuntamento ben segnato sulla mia agenda. Tengo davvero molto alla maglia arcobaleno.
- Finora hai vinto due delle tre manche di Coppa del Mondo 2016, e ad Albastadt il tuo sprint finale è stato memorabile.
Ma a La bresse non hai avuto molta fortuna e hai trovato un Julien Absalon in ottima forma che giocava in casa. A Nove Mesto sarai in casa di Jaroslav Kulhavy…
- Sì, è vero, a La Bresse ho bucato due volte e quindi non ho potuto giocarmela davanti. Ma ho comunque finito al 4° posto, a prova del fatto che la gamba c’era, anche se quel giorno Julien Absalon sarebbe stato comunque difficile da battere.
A Nove Mesto, la persona da battere sarà Jaroslav. Ha vinto là in Coppa del mondo l’anno scorso e correrà davanti al suo pubblico. Ma è un percorso che mi piace molto e credo di poter vincere.
Viceversa il tipo di tracciato non è quello in cui Julien dà il suo meglio.
- Kulhavy, è proprio lui che ti ha soffiato la vittoria di Londra agli ultimi metri… Ci pensi ancora qualche volta?
- No, non molto, fa parte della competizione. Piuttosto ho imparato molto e se a Rio, all’ultimo giro mi troverò con Jaro farò di tutto per lasciarlo davanti e non mi farò sorprendere due volte allo stesso modo, anche se il finale di Londra era abbastanza particolare.
- Cosa ne pensi del percorso olimpico di Rio?
- E’ un tracciato molto veloce. Ha molte similitudini con il tracciato di Londra ed è abbastanza differente rispetto ai percorsi che incontriamo il resto dell’anno in Coppa del mondo.
Occorre molta potenza perché ci sono dei lunghi tratti pianeggianti. Ho lavorato molto su questo aspetto nei miei allenamenti e credo di essere migliorato.
Ci sono però più salite che a Londra e questo va bene per me. Lo preferisco.
Di per sé la gara non sarà molto tecnica nel complesso, ma le parti tecniche sono interessanti e in alcuni casi anche abbastanza difficili.
- Chi saranno gli atleti da battere? Julien Absalon? Jaroslav Kulhavy?
- Sicuramente loro saranno gli atleti più pericolosi. Julien mi rende la vita difficile da due anni. Ci incontriamo in sfide magnifiche e ognuna delle mie vittorie contro di lui ha un sapore particolare. Ma il circuito di Rio forse favorisce un po’ meno Julien perché è un po’ troppo piatto rispetto a quello che lui preferisce, credo.
Secondo me Kulhavy sarà il più pericoloso.
Si è fatto male ad un polso, ma ha già recuperato quasi al 100% e per Rio non avrà più conseguenze.
- E tra gli outsider? Ad esempio Maxime Marotte oppure il giovane Lars Forster, che è la sorpresa del team svizzero?
- Maxime è arrivato secondo nelle prove pre-olimpiche l’anno scorso ed è chiaro che potrebbe arrivare sul podio.
Lars mi ha sorpreso con la sua prima stagione tra gli Elite. Per lui gareggiare a Rio è un’ottima occasione per imparare già da così giovane e fare esperienza su una competizione particolare come quella Olimpica.
Matthias Flückiger anche ha ottenuto dei buoni risultati questa stagione. Tra svizzeri, una volta indossata la maglia della nazionale si fa il tifo gli uni per gli altri e ci si dimentica di provenire da squadre diverse.
Tutti gli atleti selezionati hanno questo approccio: si diventa compagni di squadra e si lavora tutti per il team.
- Si parla molto della partecipazione di Peter Sagan alle Olimpiadi nelle squadra Mtb e non in quella su strada. Tu che ne pensi?
- E’ un’ottima cosa per il nostro sport e per la sua immagine in generale, questo porta più attenzione sulla gara! E trovo fantastico che nonostante i suoi successi sulla strada si voglia dedicare alla mountain bike.
Se partissimo dalla stessa posizione da cui parte Sagan, credo che anche Julien, Jaro o io avremo delle difficoltà a raggiungere la testa della corsa e puntare ad una medaglia.
Arriverà certamente molto preparato, ma onestamente credo che non riuscirà a venire a giocarsela davanti.
Non dico questo per mancargli di rispetto, ma partirà da una posizione molto indietro, con un numero molto alto: anche Julien, Jaro o io avremmo difficoltà a rimontare da una posizione così alta per poter puntare a una medaglia.
- E tu, hai definitivamente dimenticato la strada?
- Faccio ancora molta bici da strada per i miei allenamenti, ma con le corse a livello professionale ho chiuso.
Ho provato il Giro di Svizzera, è stata un’esperienza divertente, ma il mio sport è la mountain bike e per almeno i prossimi quattro anni non farò altro.
- Veniamo alla tua bici: grandi cambiamenti, soprattutto con il passaggio alle 29"!
- Si, è un grosso cambiamento. Abbiamo fatto molti test e nella prospettiva di Rio è la scelta migliore.
Da qui alle Olimpiadi farò tutte le corse con le 29". Poi avrò sempre le quattro opzioni, visto che le nuove Scott Spark e Scale possono montare sia le 29" che le 27,5".
- In che modo sei stato coinvolto nello sviluppo dei nuovi modelli Scott Spark e Scale?
- Sono molti anni che riporto agli ingegneri le mie sensazioni sulle versioni precedenti di Spark e Scale. Prestano molta attenzione alle mie osservazioni e le hanno utilizzate per sviluppare le nuove versioni.
Prima non riuscivo a trovare la mia posizione ottimale sulla 29" e sulla Spark da 27.5" avevamo trovato una soluzione un po’ particolare con un’escursione di 120 mm dietro e 100 davanti.
Le nuove bici hanno una geometria più moderna e che mi si adatta perfettamente per i tracciati attuali. Anche la 29" è migliorata molto in termini di rigidità e maneggevolezza.
- Guardando indietro, quale è stata finora la tua vittoria più bella?
- Senza dubbio la vittoria del mio primo titolo di Campione del mondo a Canberra nel 2009, davanti a Julien Absalon.
Era lui l’uomo da battere, quello che vinceva tutto, e abbiamo fatto un finale fantastico alla fine del quale l’ho spuntata con uno sprint…
Sono diventato il più giovane Campione del mondo Elite della storia della mountain bike ed è un primato che ho tuttora. Fino a quel momento non avevo avuto una stagione ottima, ma da lì si è sbloccato tutto. Da lì è anche iniziata una lunga serie di sfide tra me e Julien. Per questo è la più significativa per me finora.
- Cosa rappresenta per te Thomas Friscknecht? E’ il tuo team manager, il tuo mentore…?
- Si può dire che sia il mio mentore, sì. Lavoriamo insieme dal 2003 ed è il mio team manager dal 2009.
Mi conosce meglio di chiunque altro e possiamo parlare di qualunque cosa. La sua esperienza mi è molto utile per la gestione delle gare e la scelta della bici. Si tiene in forma pedalando ancora ad alti livelli. E’ un campione eccezionale e gli devo molto.
- Per il futuro? Sei a fine contratto, continuerai con la stessa squadra?
- Sì, e ti dò una notizia fresca fresca: ho appena firmato di nuovo con Scott per i prossimi quattro anni e puntiamo già ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Il team si chiamerà Scott-Sram e Frischi resterà il team manager; anche Jenny Rissveds ha firmato per quattro anni.
L’approccio svizzero resterà intatto ma con un maggiore coinvolgimento di Sram. Credo che sia il team perfetto per poter continuare ai più alti livelli per ancora quattro anni.
Possiamo concludere questa intervista solo in un modo: in bocca al lupo, Nino!
Di seguito le immagini della Scott Spark (con ruote da 29") che Schurter utilizzerà domenica (foto Martin Bissig):
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.