Le ragazze della nazionale italiana XCO sono da poco tornate dalla Francia.
Un ritiro, quello messo in piedi dal CT Celestino in collaborazione con il CT downhill Simone Fabbri, dedicato alla tecnica di guida.
Lo scenario è quello di Saint Raphaël (Costa Azzurra), dove i cugini transalpini hanno creato un vero e proprio campo scuola inspirato al circuito Xc di Tokyo, una palestra dove la nazionale azzurra ha lavorato sodo per aumentare le proprie capacità tecniche sotto l’attento sguardo di Fabbri.
Abbiamo raggiunto al telefono il CT Simone Fabbri per capire meglio come è andata ⬇️
- Da dove nasce l’idea e l’esigenza di un camp tecnico come quello appena svolto?
- Tutto nasce dal confronto tra il CT Mirko Celestino e Andrea Tiberi i quali, visto il crescente livello tecnico dei tracciati moderni, hanno ben pensato di creare delle sessioni di allenamento completamente dedicate alla tecnica di guida.
Accolta la richiesta di supporto ho cercato di mettere in campo la mia esperienza proveniente dal downhill e non solo.
- Quale situazione hai trovato? Quale è stato il livello tecnico di partenza?
- Sono tutte atlete di altissimo livello, tecnicamente capaci e disinvolte.
Nonostante l’ottima base di partenza era necessario dare alle ragazze un metodo e seguirle durante l’apprendimento.
Poter contare su una figura professionale competente è stato per loro di fondamentale importanza.
Insomma, se atleticamente ogni ragazza è seguita da un preparatore, tecnicamente mancava fino ad ora una figura di riferimento.
- Quali sono stati gli step d’allenamento più importanti? In che modo avete lavorato?
- Abbiamo deciso di creare tre sezioni che unite tra loro formassero un percorso.
Sezioni per nulla banali, la prima caratterizzata da un rock garden naturale seguito da due drop, la seconda più flow con salti e doppi ed infine una terza sezione comprensiva di passaggi tecnici anche in salita e una parte dove dover scendere a piedi.
Insomma, abbiamo ricreato tutte quelle situazioni che solitamente le ragazze incontrano nei circuiti di Coppa del mondo.
Dopo aver analizzato il percorso siamo intervenuti caso per caso, correggendo piccoli errori e curando anche l’aspetto mentale.
Ogni sezione, ogni prova percorso è stata cronometrata ed è stato sorprendente vedere come, giorno dopo giorno, le ragazze riuscissero a togliere secondi al proprio best lap.
- Perché arrivare proprio in Francia?
- A Saint Raphaël è presente un centro sportivo comprensivo di un’area Mtb.
Un centro ideato e curato dall’ente francese per lo sport, creato appositamente per far allenare gli atleti francesi in vista delle olimpiadi di Tokyo.
A rendere unica la location è la gradualità con la quale, grazie ad un percorso appositamente studiato, si può apprendere un passaggio procedendo per gradi.
- In Italia si sta lavorando per avere una location simile?
- Sarebbe fantastico replicare una situazione del genere anche in Italia.
Le idee ci sono, basta trovare qualcuno che sia disposto a realizzarle (Simone Fabbri ride, ndr).
- Chi tra le ragazze è più capace tecnicamente?
- Martina Berta è tecnicamente la più evoluta, ma è il miglioramento ottenuto da tutte le ragazze, compresa Martina, a rendermi soddisfatto del lavoro svolto.
- Avete lavorato anche sul set-up delle bici?
- Certo, abbiamo provato differenti soluzioni tecniche, analizzando ogni volta gli eventuali benefici direttamente sul campo.
Conoscere e saper intervenire sul proprio mezzo è fondamentale per ottenere la miglior prestazione in gara.
Per sviluppare la sensibilità delle ragazze siamo intervenuti su alcuni dettagli come pressione gomme e sospensioni, lasciando a loro, dopo un giro test, il compito di scoprire cosa avessimo cambiato sulle loro Mtb.
- Nelle squadre estere si afferma sempre più la presenza di un coach proveniente dal mondo gravity, a cosa serve?
- Dedicando molto tempo alla tecnica di guida e all’interpretazione del percorso, gli atleti provenienti dalle discipline gravity sono spesso coinvolti dai team per supportare i propri atleti nella scelta delle linee sui percorsi gara. Un ottimo metodo direi, a patto che la figura coinvolta abbia una buona dose di esperienza nella guida di una Mtb da Xc...
- Il tuo impegno con la nazionale Xc continuerà anche durante la stagione? In che modo?
- Ad oggi non abbiamo programmi precisi per delle collaborazioni future, ma non mi dispiacerebbe continuare ad aiutare i ragazzi della Nazionale XCO, anche se le mie attenzioni sono tutte per la nazionale DH.
Cosa fa la Nazionale italiana XCO quando è in ritiro? Scopritelo qui sotto ⬇️
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Sull'autore
Simone Lucchini
Mi piace essere estroso, mi ritengo molto versatile e sono il più giovane del gruppo, con una vocazione che spazia dall’Xc fino all’enduro senza disdegnare il mondo e-Mtb e gravel. Mi piacciono i video e la guida in generale