Jesse Melamed, dopo dieci anni di gare nell’Enduro World Series conquista l’ambito titolo mondiale.
Con ben 6 podi, il fenomeno cresciuto a Whistler porta in terra canadese (per la prima volta) il titolo EWS 2022.
Di seguito vi riportiamo l’intervista che Race Face, sponsor della squadra ha realizzato in occasione del trofeo delle nazioni a Finale Ligure.
Innanzitutto, congratulazioni per la tua vittoria! Come ti sei sentito durante l’ultimo giorno di gara a Loudenvielle (tappa dove Jesse Melamed ha conquistato il titolo) e cosa hai provato tagliando il traguardo?
Dopo la tappa di Crans Montana, dove io e il mio rivale Rude non siamo andati benissimo avevo un discreto divario di punti in vista di Loudenvielle.
Sapevo che Richie Rude avrebbe tentato l’impossibile a Loudenvielle, perciò non mi sono adagiato e ho cercato di guidare bene lungo tutta la gara evitando errori e quindi pericolose cadute.
Più o meno a metà gara ho saputo che Rude non sarebbe riuscito a recuperare punti sufficienti (visti i risultati ottenuti nelle speciali di giornata), quindi ho iniziato a guidare la mia bici con maggiore tranquillità, assaporando ogni metro delle speciali rimanenti.
Continuavo a ripetermi: “goditi i sentieri, goditi la folla, questo è ciò per cui hai lavorato da sempre”.
L’ultima speciale è stata magica e tagliare il traguardo è stata come un’immensa liberazione, non potevo crederci!
Quando hai iniziato a realizzare di essere il nuovo campione EWS?
Il rispetto dei miei coetanei, dei miei colleghi è forse l’elemento che più mi ha fatto capire di essere davvero riuscito a vincere.
I tifosi sono sempre disposti ad acclamarti e incoraggiarti, ma avere il rispetto degli altri rider è davvero fantastico.
Sono un ragazzo umile e fatico a sentirmi un campione, ma vorrei davvero essere di ispirazione per i ragazzi delle prossime generazioni.
È stato un anno pazzesco per la Mountain Bike canadese, Jackson Goldstone, Gracey Hemstreet e Finn Iles e ora tu, avete tutti vinto gare di interesse mondiale, è forse l’ora di prendersi il palcoscenico, magari sottraendolo ai francesi?
Nel Canada occidentale si sta sviluppando una situazione davvero interessante per la Mtb, sempre più ragazzi guidano davvero forte.
Sempre più bambini si avvicinano a questo sport, il che è di buon auspicio per le future generazioni di atleti downhill, cross country ed enduro.
Guardando loro rivedo me, quando 10 anni fa lottavo per entrare tra i più forti al mondo in questo sport.
L’enduro è uno sport con base in Europa ma stiamo facendo capire al mondo intero che anche noi canadesi possiamo prevalere in questa disciplina.
C’è stato un momento in questi 10 anni in cui hai davvero creduto di poter vincere il titolo?
Fatico a dirlo, perché come dicevo prima sono una persona umile, ma ho sempre creduto in me stesso.
Amo il mio lavoro e amo concentrarmi per ottenere il massimo.
Ho realizzato concretamente di poter vincere quando ho iniziato ad entrare in top 10, sapevo che avrei potuto farcela.
Non sono mai stato un talento innato e ho dovuto faticare molto per sviluppare tecnica, concentrazione e determinazione.
Hai detto che c’è stato un cambiamento sulla tua bici che ti ha davvero aiutato a vincere, puoi parlarcene?
La mia Rocky Mountain è una bici lunga, come tutte le moderne Mtb.
Tutti gli incidenti in cui sono incorso riguardavano perdite della ruota anteriore, come se non riuscissi a caricarlo a dovere.
Poi, un incontro casuale con Bryn Atkinson (atleta australiano di calibro internazionale) il quale mi consigliò di adottare un attacco più lungo, almeno 40 mm.
Fino a quel momento avevo sempre guidato la mia bici con attacchi cortissimi, ovvero da 32 mm credendo di compensare la lunghezza abbondante della bici.
L’attacco più lungo mi ha aiutato a caricare adeguatamente la ruota anteriore permettendomi di alzare i miei limiti.
Un dettaglio piccolo che ha fatto un’ enorme differenza.
Cosa guardi in una bici e cosa deve avere per essere una bici vincente?
Una bici vincente deve avere geometrie votate al comfort e all’efficienza di guida.
Interasse, rapporto tra lunghezza anteriore e posteriore, angolo di sterzo, tutti aspetti fondamentali per avere una bici che si adatti alle proprie esigenze.
Una bici che dopo 13 minuti di speciale sia in grado di compensare la stanchezza del pilota.
Ora che la stagione è finita quali sono i tuoi piani?
Finale Ligure è stata l’occasione per rilassarmi e divertirmi un po’.
Durante la stagione faccio tanti sacrifici per essere al top e “rilassarsi” a volte aiuta a ricaricare le energie.
Ora è tempo di vacanze, prima Girona poi Barcellona, tutto in gravel per goderci la vita europea.
Poi, tornato a casa inizierò di nuovo a lavorare sodo per il prossimo anno.
Per conoscere i prodotti Race Face, quelli usati dal campione canadese visitate il sito ufficiale.
Anche noi abbiamo partecipato all'enduro delle nazioni a Finale Ligure, vi ricordate ⬇️
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Sull'autore
Simone Lucchini
Mi piace essere estroso, mi ritengo molto versatile e sono il più giovane del gruppo, con una vocazione che spazia dall’Xc fino all’enduro senza disdegnare il mondo e-Mtb e gravel. Mi piacciono i video e la guida in generale