«La nuova Oiz? Ecco com'è nata» Parla il product manager di Orbea

Daniele Concordia
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«La nuova Oiz? Ecco com'è nata» Parla il product manager di Orbea

Daniele Concordia
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Un nuovo prodotto nasce sempre dall'idea e dall'intuizione di un gruppo di persone che lavora con una finalità ben precisa.
Quando questa finalità si chiama Orbea Oiz, ecco che entra in ballo Ander Corral, product manager di Orbea per il settore Xc/Marathon, nonché biker di ottimo livello: provate a seguirlo, se ce la fate!

product manager di Orbea
Ander Corral, product manager di Orbea per il segmento Xc/Marathon, con la sua "creatura": la Oiz 2023



Ander Corral è colui che ha diretto i lavori sul progetto Oiz 2023 e che ha testato i primi prototipi della nuova full di casa Orbea. Insomma, meglio di lui non la conosce nessuno...
Ecco perché lo abbiamo intervistato, alla ricerca di informazioni e retroscena sul progetto Oiz.
Buona lettura!

- Quando hai iniziato a lavorare sul progetto della nuova Oiz?
- A ottobre 2020.

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Instagram Stories di Ander Corral

- La precedente Oiz era già una Mtb fantastica, su quali concetti hai lavorato per renderla ancora migliore?
- Volevamo rendere la bici più capace. Avevamo già notato i vantaggi della “vecchia” versione TR da 120 mm, che andava già bene ed aveva qualcosa in più della 100 mm, ma si poteva fare meglio. Bisognava ottimizzare le geometrie e la cinematica per il travel di 120 mm, ma mantenendo un peso vicino a quello della versione precedente; in questo è stata importante anche la scelta dei componenti. Da quel momento abbiamo iniziato a “giocare” con i prototipi, provando diverse lunghezze di carro, diversi valori di reach e stack, attacchi manubrio più o meno corti... Quando abbiamo provato il prototipo definitivo, nonostante fosse in alluminio e quindi più pesante, abbiamo capito di essere sulla strada giusta, perché andava già molto meglio della precedente Oiz.

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I prototipi in alluminio usati dal team KMC Orbea

- Hai ascoltato anche le opinioni degli atleti professionisti? Quali sono state le loro richieste in fase di progettazione?
- Sì, abbiamo creato tre gruppi di tester: il primo gruppo era formato dal team degli ingegneri Orbea, che vanno anche in bici, il secondo gruppo era composto da alcuni riders locali di buon livello, vicini ad Orbea ma che non lavorano in azienda e nel terzo gruppo abbiamo inserito gli atleti del team KMC Orbea, principalmente Victor Koretzky e Milan Vader. Grazie ai feedback dei vari tester abbiamo potuto finalizzare il lavoro, ad esempio abbiamo lavorato per abbassare il più possibile il movimento centrale e per non perdere quel “race feeling” della vecchia 100 mm.

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Victor Koretzky testa un prototipo della nuova Oiz, era febbraio 2021. Instagram Stories di Ander Corral

- E la loro prima impressione quando hanno provato i primi prototipi in alluminio?
- L'opinione, sia degli amatori che dei professionisti, è stata comune: si sono trovati subito bene, avevano più confidenza ed hanno capito il potenziale del nuovo modello. Vi racconto un aneddoto: abbiamo fatto dei test a Banyoles insieme al Team KMC Orbea, un paio di anni fa. A fine giornata, Koretzky mi ha detto: «Non voglio tornare sulla vecchia Oiz, questa va molto meglio». Il team avrebbe voluto correre le Olimpiadi di Tokyo con la nuova bici, ma purtroppo non è stato possibile accontentarli.

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Instagram Stories di Ander Corral

- Nessuna modifica “radicale” allo schema sospensivo, ma solo qualche perfezionamento: questa cinematica è la migliore soluzione nel cross country, secondo Orbea?
- Esatto, utilizziamo questo tipo di schema da molti anni, migliorandolo e perfezionandolo su ogni nuovo modello in base alle altre soluzioni tecniche. In questo settore è importante anche il lavoro a stretto contatto con FOX, perché se lo schema è ottimo, ma non è in simbiosi con l'ammortizzatore non si troverà mai il massimo feeling sulla bici. Quindi, in base alla nostra esperienza e anche ascoltando le opinioni di atleti, giornalisti e clienti, cerchiamo di lavorare su entrambi i fronti.

Oiz frame Orbea Oiz Press Launch RB 357

- Sulla nuova Oiz avete reso più “robusta” la modalità “Trail” dell'ammortizzatore. Ma è cambiata anche la curva di compressione da tutto aperto?
- Sì, abbiamo ottimizzato il funzionamento della sospensione per l'uso Xc. Prima, l'ammortizzatore da 120 mm era fin troppo duro nel finale, ora abbiamo reso la curva di compressione più lineare per poter sfruttare al meglio tutta la corsa.

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Le due curve di compressione dell'ammortizzatore posteriore: in blu la vecchia, in verde acqua la nuova

-Perché solo 120 mm e non più la doppia opzione 100/120?
- Perché i vantaggi sono innegabili. Ma anche perché al giorno d'oggi adattare un telaio con due forcelle diverse non è più fattibile. Per esempio, tra la 32 SC e la 34 SC di FOX, entrambe da 100 mm, c'è già una differenza in altezza di 7 mm. Se aumento il travel, la differenza sale a 27 mm. Questo va a sconvolgere le geometrie, si perde il bilanciamento dei pesi, si alza il movimento centrale, arretra la sella... Insomma, si perde il feeling. Con i componenti attuali e con il livello che abbiamo raggiunto, non ha senso realizzare due telai specifici con escursioni diverse, meglio puntare su una sola bici, che vada bene ovunque.

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La Oiz 2023 in versione Team

- E perché non una piena integrazione dell'ammortizzatore nel telaio, come hanno fatto altri marchi?
- Abbiamo voluto mantenere il design caratteristico della Oiz, per mantenere la nostra identità e rendere la bici sempre riconoscibile. In fase di progettazione erano in ballo un paio di idee, ma poi le abbiamo abbandonate. Inoltre, la completa integrazione ha un handicap: il peso, un fattore che già incide quando si va ad aumentare l'escursione. Quindi abbiamo preferito mantenere le stesse linee, lavorando sul design, sulle forme e sullo spessore dei tubi per salvare qualche grammo e migliorare le prestazioni generali.

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Il passaggio dei cavi è "semi-integrato", ma in Orbea non negano che il prossimo step potrebbe essere la completa integrazione (con un occhio al peso e alla praticità).

- Quanto è importante, attualmente, il peso sulle bici Xc/Marathon per Orbea? Più o meno di qualche anno fa?
- Negli ultimi anni, il concetto di peso è cambiato molto. Basti pensare che una 26” da gara, 10 anni fa pesava 8 kg, ora una full da 10 kg è considerata leggera. Conosciamo tutti i vantaggi delle ultime soluzioni tecniche: travel maggiorato, gomme e cerchi larghi... Le bici attuali sono più pesanti, è vero, ma anche più performanti e divertenti. Quindi sì, il peso è importante e Orbea è sempre attenta a questo fattore, ma ricordiamoci che c'è anche dell'altro.

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La bici personale del product manager di Orbea: meno di 10 kg, pedali inclusi

- Dove avete lavorato per mantenere lo stesso peso, ma con il passaggio dei cavi sul tubo sterzo, più escursione e le altre modifiche?
- Il peso totale del nuovo telaio è simile a quello del precedente, anche leggermente inferiore, perché i tubi sono più sottili. Ma abbiamo lavorato anche sulle forme dei tubi stessi per mantenere le caratteristiche dinamiche. Ad esempio, il tubo obliquo del vecchio modello aveva una forma più triangolare, ora è più tondeggiante e questo aiuta a risparmiare peso mantenendo la reattività. Poi abbiamo cercato di posizionare il peso più in basso possibile, per migliorare la stabilità sul veloce. Non nego che l'obiettivo iniziale era scendere ancora di più, ma è stato impossibile, quindi ci accontentiamo del peso attuale, che è comunque uno dei più bassi sul mercato.

Seatstays Orbea Oiz Press Launch RB 374

- Il telaio OMX pesa 1750 grammi con ammortizzatore incluso, invece quanto pesa il telaio OMR?
- Poco meno di due chili, sempre con ammortizzatore incluso e verniciato. La vernice dei telai OMR è leggermente più pesante di quella usata sui telaio OMX.

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Il peso del telaio in versione OMX (con ammortizzatore incluso)
Oiz M10
La Oiz M10 presenta un telaio di tipo OMR, quindi più pesante, ma con le stesse geometrie e tecnologie

- La nuova Oiz è più lunga e più aperta, questo può influire sulla scelta della taglia?
- È più lunga di reach, ma il top tube effettivo è lo stesso del modello precedente. Questo cambia un po' la posizione in sella, perché ci si sente più centrali da seduti e più avanzati sul manubrio, ma è una questione di abitudine. Già dopo la prima uscita si trova la giusta confidenza.

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Ander utilizza una taglia M con attacco manubrio da 75 mm inclinato di 10 gradi

- E chi è "a metà" tra due taglie? Dovrebbe scegliere la più piccola o la più grande?
- Io stesso sarei “a metà” tra S e M, ma ho preferito la M sin dall'inizio, perché la sento più stabile e sicura sull'anteriore, anche più comoda e divertente sui percorsi tecnici. Poi dipende anche dallo stile di guida e dal livello tecnico: chi ha già tanta confidenza in discesa e preferisce un mezzo più compatto e basso davanti per dare il massimo nel pedalato, può scegliere anche la taglia più piccola, ma accade raramente. Sulle bici moderne, chi è a metà tra le due taglie di solito sceglie quella più grande, montando un attacco manubrio più corto.

- Secondo te la nuova Oiz è più bici da Xc o più Marathon? E perché?
- Per me è entrambe, perché è leggera e performante in salita come la vecchia 100 mm, ma in discesa è molto vicina ad una trail bike. Io la uso sia nell'Xc che nelle Marathon, senza cambiare niente sul setup. So che per molti bikers è difficile superare certi preconcetti, ma non bisogna vedere questo tipo di Mtb come qualcosa di “esagerato”. Vi assicuro che, anche sui percorsi veloci non sembra di avere una 120 mm, quando si rilancia la bici spinge più di te, ma poi in discesa offre qualcosa in più. Insomma, è una bici molto versatile.

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- Quando è nato il progetto Oquo? E perché Orbea ha deciso di produrre le ruote “in casa”?
- L'idea è nata durante la pandemia, quando la disponibilità dei componenti era molto ridotta ed è sorto il problema dei montaggi. Ma poi abbiamo trovato anche altri vantaggi: Orbea si è sempre appoggiata a diversi fornitori di ruote, perché magari uno ci accontentava sui modelli in carbonio, un altro sull'alluminio e un altro ancora su quelli entry level, ad esempio. Questo, però, oltre a far aumentare i prezzi finali creava anche qualche difficoltà sulle consegne, ripercuotendosi sul servizio offerto al cliente. Per risolvere questi problemi, quindi, abbiamo creato la nostra linea di ruote, che oltre a snellire il processo produttivo è anche un segno distintivo che impreziosisce le bici Orbea. Attualmente utilizziamo dei mozzi DT Swiss che sono una garanzia, ma in futuro ci piacerebbe proporre un wheelset tutto nostro, chissà...

Ecco altre info sulle ruote Oquo:

Qui sotto la presentazione e lo short test della Orbea Oiz 2023:

Poi, la Factory Visit in Orbea:

Infine, tutti gli articoli e i test sulle Mtb Orbea.

Qui le altre interviste di MtbCult.

Per altre informazioni Orbea.com

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Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

Commenti su: «La nuova Oiz? Ecco com'è nata» Parla il product manager di Orbea
  1. Buongiorno la oiz orbea è una gran bici io ne ho una da ormai 3 anni esattamente 2019 mi sento di poter affermare che il cinematismo in carbonio progettato da orbea si potrebbe migliorare in quanto se sei uno che non cambia il telaio ogni due anni tende a prendere dei laschi nella sede dei cuscinetti con conseguente gioco sul carro io l'ho compensato con anima di acciaio da 0.1. Dopo svariate email dove chiedevo se me ne avessero venduto uno nuovo ma orbea preferisce che si passi attraverso i punti vendita ma non ero disposto a rimanere senza bici per dei mesi ma questa è un altra storia comunque resta il fatto che è un mezzo azzeccato spero di passare al più presto al modello 2023 un saluto a mtb cult e chiedo scusa se si avverte un filo di polemica.mauro .

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