Intervista a Paola Pezzo: le passioni, l'elettrica, la Neff e...

Redazione MtbCult
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Intervista a Paola Pezzo: le passioni, l'elettrica, la Neff e...

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Cosa fa adesso Paola Pezzo?
Che rapporto ha con la Mtb?

Preferisce l'elettrica o la Mtb tradizionale?
E cosa pensa di Jolanda Neff?
Nell'intervista realizzata da Trek, la campionessa olimpica di Atlanta '96 e Sydney 2000 risponde a queste ed altre domande.
DC

Intervista a Paola Pezzo



- Ciao Paola, molti appassionati di ciclismo si chiedono: cosa fa adesso Paola Pezzo?
- Paola Pezzo ora fa principalmente la mamma, anche se sono impegnata ogni giorno con varie attività. Infatti sono istruttrice federale di mountain bike in un liceo sportivo e, per non farmi mancare niente, ho anche una scuola per giovanissimi, sempre di Mtb.

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- Quanto fa parte della tua vita ancora il mondo della bicicletta?
- Da quando ho smesso con l'attività agonistica sono comunque rimasta nell'ambiente, soprattutto con i figli che praticano ciclismo. Poi collaboro da anni con Trek e oltre a questo vengo spesso coinvolta ed invitata in varie manifestazioni o progetti, la cosa mi fa sempre piacere. Infine anche la mia passione per le due ruote non è mai svanita, quindi spesso pedalo in sella ad una delle mie bici, soprattutto fuoristrada.

- Sappiamo che per le tue scampagnate hai a disposizione una mountain bike tradizionale e una elettrica. Come decidi quale utilizzare per le tue uscite?
- Per le uscite più tecniche preferisco la mia mountain bike tradizionale, mi diverto a disegnare traiettorie con una bici più leggera. Per le uscite più lunghe con la presenza di qualche salita invece preferisco utilizzare l’e-Bike, ma in ogni caso mi diverto sempre tantissimo con entrambe le tipologie di bici.

Intervista a Paola Pezzo

- Quali sono i cambiamenti principali tra le bici che utilizzavi tu per gareggiare e quelle che utilizzi oggi?
- I cambiamenti sono stati notevoli: dai materiali utilizzati per costruire i telai, ai pesi dei vari prodotti, alle sospensioni e anche della componentistica, senza dimenticare la variazione della dimensione delle ruote. Oltre allo sviluppo così veloce e incredibile della tecnologia, bisogna considerare anche la differenza di percorsi tra quando gareggiavo io e ora: i passaggi tecnici sono sempre più difficoltosi, quindi è veramente cambiato tanto dagli anni delle mie competizioni ad oggi.

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Paola con la Gery Fisher che la accompagno nella vittoria della seconda Olimpiade. Qui altri dettagli.

- Preferisci pedalare da sola o in compagnia?
- Attualmente, non dovendo allenarmi per competere è tutto diverso: preferisco la compagnia e pedalare per godermi i tracciati e i panorami dei percorsi che vado ad affrontare. Quando correvo invece preferivo le uscite in solitaria, riuscivo a mantenere una maggiore concentrazione e il giusto focus sui miei obiettivi.

Intervista a Paola Pezzo
Con Giancarlo Fisichella e Fabian Cancellare

- Alle ultime Olimpiadi, nella specialità che ti ha vista vincitrice nel 1996 e nel 2000, si è affermata Jolanda Neff. Cosa pensi dell’atleta svizzera? Ha meritato la vittoria?
- Jolanda è una grande atleta, tecnicamente molto forte e sicuramente ha meritato tutto ciò che ha vinto in carriera. Le Olimpiadi le ha strameritate e sono molto felice sia stata lei a conquistare l’oro. La vittoria e il dominio svizzero non sono stati certo un caso: sono frutto di una grande squadra e di una gestione tecnica da parte dell’italiano Edmund Telser davvero impeccabile.

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Jolanda Neff sul traguardo alle Olimpiadi di Tokyo

- Oltre alla bicicletta, quali sono le altre tue passioni?
- La mia passione principale oltre al mondo bici è il nordic walking, che è un proseguimento naturale rispetto allo sci di fondo, la mia prima e vera grande passione.

Intervista a Paola Pezzo
Paola Pezzo e il figlio Kevin, atleta tecnico e polivalente anche lui...

- Quando sei presente alle manifestazioni si sente ancora parecchio il calore della gente per te. Che effetto ti fa, a distanza di anni, avere ancora questo affetto da parte delle persone?
- È sempre emozionante vedere questo calore nei miei confronti a distanza di anni dalle mie imprese. Quando ero un'atleta ritenevo più che giusto dedicare l'attenzione e il tempo necessario ai tifosi, volevo che ognuno se ne andasse con un bel ricordo, oltre a un autografo o ad una fotografia. Anche se dopo una gara si è molto stanchi, è giusto dedicare spazio a chi è venuto a fare il tifo per te: i campioni si vedono anche da questo. E la gente, col tempo, si ricorda della tua disponibilità nei loro confronti.

Intervista a Paola Pezzo
Lo scorso anno, alla Capoliveri Legend XCO, anche Kate Courtney le chiese un autografo sul casco

Qui gli altri articoli che parlano di Paola Pezzo.

Qui il test della Trek Supercaliber:

Qui i dettagli della Trek e-Caliber:


Per altre informazioni sulle sue bici visitate il sito TrekBikes.com

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