Forte in bici, ma anche solare e sempre disponibile: Chiara Teocchi è una di quelle atlete che dall'esterno sembra fin troppo tranquilla, ma che quando meno te lo aspetti tira fuori dal cilindro la prestazione super.
Recentemente, l'atleta bergamasca ha cambiato team per passare all'Orbea Factory Racing, una delle formazioni più affermate in ambito internazionale, che potrebbe darle lo stimolo per fare un ulteriore salto di qualità.
Abbiamo deciso di chiamarla e fare con lei due chiacchiere sul nuovo team, ma anche sul suo passato, sugli obiettivi, sulla nuova bici e tanto altro ancora.
L'abbiamo beccata mentre era in treno, di ritorno da Roma...
«Sto tornando a casa, ero al Coni per fare le visite mediche in vista delle Olimpiadi di Parigi. Oculista, fisioterapista, test da sforzo e un'altra serie di test per verificare lo stato di salute di tutti i probabili olimpici. Starò a casa un paio di giorni, poi andrò ad allenarmi a Finale Ligure per dieci giorni».
- Andiamo al dunque, passi dal team italiano Ktm Protek Elettrosystem all'Orbea Factory Racing: quando e perché hai deciso di cambiare team?
- Ho deciso ad ottobre, quando mi è arrivata proposta da Orbea. Il 2024 sarà un anno importante, con le Olimpiadi e le gare di qualificazione olimpica. Cercavo un team più internazionale, che mi aiutasse ad esprimere tutte le mie potenzialità e mi garantisse più supporto nelle gare all'estero. Sia chiaro, in Ktm non mi è mancato niente ed è grazie a loro se nel 2023 ho ritrovato me stessa, ma essendo un team più piccolo è normale che la gestione sia diversa da quella di un team Factory.
- Com'è nato il contatto con Orbea Factory Racing?
- Avevo già avuto un contatto nel 2019, ma in quel caso avevo scelto Santa Cruz perché era un team italiano e c'era dietro un bel progetto. Quest'anno cercavano una ragazza da affiancare ad Anne Tauber, mi hanno contattato loro alla vigilia della Coppa del Mondo in Canada, ci ho parlato ed abbiamo trovato l'accordo. Poi il mio manager, Marco Belotti, mi ha aiutato nella gestione delle trattative. Come in ogni anno olimpico, il contratto è di un anno, ma il progetto di Orbea guarda più avanti. Vedremo come andrà quest'anno.
- Hai avuto già modo di conoscere l'organico e i compagni? Prime sensazioni e differenze rispetto agli altri team?
- In Canada mi hanno invitato al loro appartamento. Io ero da sola in quella trasferta, avevo il supporto tecnico di Ktm International ma non potevo fare i massaggi e loro mi hanno messo a disposizione il fisioterapista. In quella occasione ho conosciuto anche i ragazzi, ma in realtà Anne Tauber la conosco da anni e sono contenta di stare in squadra con lei. Ci vado d'accordo, possiamo aiutarci e stimolarci a vicenda.
A primo impatto, il team mi è sembrato professionale e serio, ho ricevuto subito le bici e il materiale per allenarmi, ma anche una bozza di calendario. Mi è sembrato di capire che per loro la serenità dell'atleta è al primo posto e questo è fondamentale per stare tranquilli ed allenarsi al meglio.
- Facciamo un passo indietro: dopo la chiusura del Team Bianchi hai cambiato diverse squadre, ma mai ti sei sentita a tuo agio come all'epoca di Ghirotto e Gimondi. E in generale, sembri più a tuo agio nei team stranieri. Dall'esterno traspare questo, è realmente così?
- Bianchi per me era una famiglia, avevo 11 anni quando sono andata con loro, in pratica mi hanno cresciuta. Massimo Ghirotto e Felice Gimondi saranno sempre figure fondamentali per la mia carriera, gli devo tantissimo. La chiusura del Team Bianchi per me è stata molto difficile.
La parentesi con Santa Cruz è durata poco, anche per via del Covid. Un progetto interessante era quello del Trinity Racing, ma puntavano di più sui ragazzi giovani e quindi non mi hanno confermata.
La stagione in Ktm è stata importante, ho ritrovato la serenità ed è arrivato anche qualche risultato: il 2023 è stato un anno positivo anche psicologicamente.
In generale però è vero, mi piacciono i team stranieri: in Italia Santa Cruz-RockShox e Wilier-Vittoria sono gli unici due team veramente ufficiali, gli altri sono più piccolini, fatti da persone appassionate che ci mettono tutto l'impegno, ma non è quello il lavoro principale. All'estero esistono più realtà idonee a supportare un atleta elite in tutto e per tutto.
- Tante vittorie nelle categorie giovanili, ma negli ultimi anni hai avuto parecchi alti e bassi. Hai capito qual è stato il motivo di questa poca costanza?
- Il 2020 è stato difficilissimo: ho avuto dei problemi al cuore e sono stata sette mesi senza allenarmi. Poi i miei genitori hanno avuto il Covid in forma molto pesante, psicologicamente è stata durissima. Il 2021 è stato già più positivo, poi nel 2022 ho rotto i legamenti della caviglia e sono stata ferma di nuovo per un mese. Il finale di stagione lo avevo preparato bene ed ho vinto il bronzo al mondiale gravel. Da quel momento in poi sembra che si sia sistemato tutto...
- Negli ultimi anni hai cambiato anche preparatore, ora sei seguita dal centro 4Performance di Enrico Licini e Alessio Camilli, che pian piano stanno tirando fuori le tue potenzialità anche a livello internazionale. È così?
- Sì assolutamente, loro sono dei preparatori professionali e, soprattutto, bravi con le donne. Enrico riesce a comunicare bene e ad essere trasparente con noi ragazze, lo chiamo quando voglio e se necessario riprogrammiamo tutto. Si adatta a noi atleti senza farti sentire in colpa. In passato non stavo bene se facevo meno perché ero stanca, ora ascolto il mio corpo e riesco a parlare con il preparatore tranquillamente.
- Hai cambiato qualcosa nella tua preparazione atletica recentemente?
- Insieme ai ragazzi di 4Performance ho deciso di smettere con il ciclocross, focalizzandomi solo sulla Mtb. Quest'anno ho fatto tante ore, inserendo anche parecchi lavori di qualità. Chiudo gennaio con 80 ore di allenamento...
- Ti sta aiutando la vicinanza con il tuo fidanzato Vlad Dascalu durante gli allenamenti?
- Sono stata veramente fortunata ad incontrarlo, perché è uno degli atleti e una delle persone che mi ispirano di più. Ci mette tutta la passione che ha nello sport e lo trasmette anche a chi gli sta intorno, mi ha fatto scoprire tante cose di me che nemmeno io sapevo. Allenarsi con lui è un piacere, anche tecnicamente mi aiuta molto. Su strada, invece, mi metto a ruota e colgo l'occasione per fare ore e ritmo. Tra di noi c'è un bel rapporto di coppia, perché riusciamo a distinguere la vita da atleti e la parte privata.
- Parliamo del mezzo tecnico. Passi dalla Ktm Scarp alla Orbea Oiz: quali differenze hai avvertito tra i due mezzi?
- La Oiz mi ha sorpreso tantissimo: è leggerissima e soprattutto si adatta alla mia statura, cosa non sempre scontata perché sono alta 158 cm. Parlando del rapporto tra geometria e peso è una delle bici migliori mai avute. In discesa, invece, con la forcella Fox 34 SC da 120 mm ho sentito veramente la differenza.
- Hai fatto qualche modifica particolare sul setup del nuovo mezzo? Pressioni delle sospensioni, assetto, larghezza manubrio, altre regolazioni...
- No, attualmente la uso di serie. Ma dal 12 febbraio sarò in ritiro con il team in Spagna, una giornata sarà dedicata proprio al setup e alla personalizzazione del mezzo. Vi farò sapere...
- Durante la stagione utilizzerai anche la hardtail Orbea Alma o soltanto la full?
- Mi piacerebbe usare solo una bici, ovvero la full, che si adatta meglio a tutti i percorsi. Anche perché in generale non mi piace cambiare troppe bici. Ma devo ancora valutare questo aspetto insieme al team.
- Quale sarà la prima gara di Chiara Teocchi in maglia Orbea? E quale sarà, in breve, il tuo calendario 2024?
- La prima gara sarà l'XCO Chelva (Spagna), poi subito dopo andremo a Banyoles. Farò tutta la Coppa del Mondo ed altri Xc internazionali.
- Ti vedremo in qualche gara italiana?
- Ad Albenga (9 marzo, ndr) ci sarò, poi anche al Montello (4 maggio, ndr). Per il resto, il calendario è variabile.
- L'anno delle Olimpiadi, un sogno per tutti gli atleti: sarà questo il tuo obiettivo principale?
- Le Olimpiadi sono un sogno e un obiettivo per tutti gli atleti, ma bisogna essere realistici: punto alla partecipazione e a fare una buona performance, so che la vittoria non sarebbe alla mia portata. Ma sono super motivata per qualificarmi, è una promessa che ho fatto a mio papà, che sta poco bene e attualmente sta combattendo contro un brutto male. Se non andrò a Parigi ci saranno altri appuntamenti importanti, tipo l'Europeo che si disputerà in Romania, a casa di Vlad, e il campionato italiano: il fascino del tricolore è sempre ha sempre il suo perché. In generale, voglio essere ancora più costante in Coppa del Mondo.
- E al gravel di pensi? Dopo il bronzo al mondiale 2022 sarebbe lecito...
- Ci penso, ma l'UCI ha messo in concomitanza il mondiale gravel con le ultime due prove di Coppa, quindi dubito che potrò partecipare... Ma vedremo come andrà la stagione. Al mondiale 2022 mi sono divertita, a prescindere dal bronzo è stata una bella esperienza.
Qui sotto, il video-test della Orbea Oiz:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.