Vi siete mai chiesti cosa vuol dire uscire in bici con Schurter e Fairclough?
Provo a raccontarvelo io...
Prima che la Mtb diventasse la mia principale passione nonché lavoro già vedevo i video o seguivo le gare di tutti i top rider della Mtb dall’Xc al Dh.
Da appassionato osservare i loro movimenti è una goduria: si riesce a percepire il totale controllo del mezzo.
Ultimamente ho partecipato alla presentazione della nuova Scott Genius ad Aosta (qui lo Short Test) e solo arrivato lì ho scoperto che sarebbero stati presenti Nino Schurter, Brendan Fairclough, Andrew Neethling e Remy Absalon.
Appena arrivato ad Aosta, dentro l'albergo, me li trovo tutti davanti.
I quattro atleti Scott sono lì per noi, disponibili come non mai, tranquilli, rilassati e sorridenti, ma nonostante ciò incutono comunque un certo timore reverenziale.
E’ in quel momento che mi rendo conto che sono al cospetto non di semplici atleti, ma di veri e propri idoli, in particolar modo Nino Schurter e Brendan Fairclough.
Durante il Press Camp Scott sono riuscito a scambiarci due parole, ma soprattutto ho osservato da vicino quello che sono in grado di fare in sella ad una Mtb.
E vi garantisco che è qualcosa lontano anni luci dalla nostra concezione di ruote grasse…
Al mattino insieme a tutti i giornalisti invitati ci hanno portato in quota con gli shuttle di Aosta Valley Freeride.
C’era la possibilità di fare due giri: uno più pedalato con l’ultima ora a spinta per arrivare fino in cima alla Punta Chaligne (2670 m di quota) insieme a Nino Schurter e Remy Absalon, e un altro, meno pedalato, con Brendan Fairclough e Andrew Neethling, per poi riunirsi a pranzo e chiudere la giornata insieme con una lunghissima discesa fino ad Aosta.
Sebbene io non sia proprio un biker Xc, ho scelto di pedalare con Nino Schurter.
Ho pensato: “E quando mi ricapita di pedalare con un mostro simile?”
Non l'avessi mai fatto…
In meno di un’ora abbiamo pedalato coprendo circa 850 metri di dislivello.
Ero quasi a tutta.
Non avevo la fascia cardio con me, ma vi assicuro che ero ampiamente fuori soglia.
Ero di fianco a Remy Absalon e il francese cercava di mantenere il ritmo cambiando il rapporto ogni tanto, mentre a condurre i giochi era quello svizzero fenomenale che saliva con una disinvoltura sconvolgente.
Una pedalata rotonda e di forza, a malapena sudava, e noi comuni mortali eravamo già da un pezzo tutti al gancio.
Piccola pausa al rifugio dove più tardi avremmo pranzato e ripartiamo per l’ultimo tratto pedalato lungo un single track tecnico e ripidissimo.
Parto un po’ in ritardo rispetto agli altri, però vedo davanti a me due biker e quindi inizio a spingere.
Spingo a tutta sui pedali per cercare di raggiungerli, ma niente da fare.
Più spingo e più vedo che pian piano si allontanano.
Certo, non sarò un atleta, ma neanche vado così piano, eppure li vedo scomparire.
Sconforto totale.
Arrivo al tratto da condurre a spinta e mi accorgo che quei due davanti a me che non riuscivo ad acciuffare erano Schurter e Absalon…
Volevo morire… ?
Da qui inizia l’agonia del tratto a spinta fino ai 2670 metri della Punta Chaligne (foto sotto).
Sì, ho detto agonia, e tale è stata per tutti i presenti, tranne, ovviamente, per Nino che, nonostante la pendenza da “muro”, riusciva comunque a pedalare con una cadenza bassissima, sprigionando una forza inaudita, ma anche tanto equilibrio e tecnica.
Eravamo tutti (e sottolineo tutti) con bici in spalla, procedendo con un’andatura da anziana signora, mentre lui riusciva a pedalare.
Non era solo pura potenza, ma un mix di abilità tecniche fuori dal comune.
E’ stato incredibile vederlo arrivare fin su pedalando…
Giunto in vetta (foto in basso) mi è venuta la curiosità di scoprire quale corona avesse Nino sulla sua Scott Genius.
So che solitamente utilizza quella da 38 denti sulla Scott Spark da gara.
E qui invece ha una corona da “solo” 32 denti, per cui quel 32x50 (Schurter utilizza lo Sram X01 Eagle) probabilmente gli è sembrato talmente agile da permettergli di affrontare salite anche a lui inconsuete.
Ma ecco che arriva la discesa…
La pendenza si inverte.
La lucidità e la tecnica con la quale Nino Schurter riesce ad affrontare i passaggi più tecnici ribadisce il fatto che abbiamo a che fare con un vero fenomeno.
Ma la discesa è anche il terreno di caccia di uno dei rider con più stile e tecnica del circus della Dh, ossia Brendan “Brendog” Fairclough.
Il controllo del mezzo di questo inglese è unico.
E’ in grado di fare dei manual a qualsiasi velocità e ovunque voglia.
Per darvi un’idea, ero insieme agli atleti su un tratto velocissimo e mentre io affrontavo le curve con entrambe le ruote che scivolavano, Brendog era su una ruota in manual.
E faceva anche le curve in manual!
Sentivo un mix di paura-stupore solo a vederlo, ma allo stesso tempo mi stavo esaltando all’idea che tutto ciò stesse succedendo proprio davanti a me.
La velocità e l’esperienza che ha accumulato negli anni permettono a Fairclough di giocare lì, proprio dove noi siamo in difficoltà.
Il classico toboga nel quale noi umani curviamo, Fairclough lo affronta sfruttando le sponde per saltare, mettere la Genius completamente piatta con un piede fuori (tecnicamente si potrebbe chiamare no foot table top), poi atterrare e fare la stessa cosa anche sulla sponda successiva.
Follia pura…
Ti accorgi con chi sei stato quando torni a casa e tutti ti chiedono “Ma Nino com’è dal vivo? E Fairclough?”
E’ difficile da spiegare.
Mi era già capitato di partecipare a eventi simili con atleti e ambassador di altri marchi, ma Nino Schurter e Brendan Fairclough vanno oltre il concetto di atleta.
Sono veri e propri fenomeni della Mtb.
Nei video spesso rimaniamo impressionati dai loro trick e dalle loro performance, ma essere in bici dietro di loro ha dell’incredibile.
Vederli affrontare i tuoi stessi passaggi con tale naturalezza e stile produce continui sorrisi da scemo e bordate di adrenalina.
Morale della favola?
Prima di girare con Nino Schurter e Brendan Fairclough pensavo di andare in Mtb, ma ora non ne sono più tanto sicuro… ?
Cliccate qui per conoscere meglio Brendan Fairclough e qui per Nino Schurter.
Condividi con
Tags
Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding