Il diario di Justin Leov dall'Ews: polvere e rabbia in Argentina

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Il diario di Justin Leov dall'Ews: polvere e rabbia in Argentina

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La seconda prova dell'Enduro World Series 2016 si è svolta, come sappiamo, il 2 e 3 aprile a Bariloche, in Argentina.
Per Justin Leov è stata l'occasione di continuare a "risalire la china" per tornare ai livelli più alti nell'enduro mondiale. In questo nuovo episodio del suo diario ci racconta il suo fine settimana in Argentina e le sue impressioni della gara.

VM

Per questo secondo round abbiamo messo a punto ulteriormente la bici.
Abbiamo rivisto ancora la scelta dei “volume spacers” nella forcella e nell’ammortizzatore posteriore, riducendo anche un po’ la pressione dell’aria.
I percorsi si rivelavano molto ripidi di tipo quasi DH e sabbiosi, esposti al vento, con radici e buche profonde. Una vera sfida.

La possibilità di percorrere a piedi la pista prima degli allenamenti mi ha dato una buona idea di ciò che mi aspettava nella gara.

Justin Leov

Ho inoltre cambiato la corona davanti da 34 a 36 e ho alzato di 5mm il manubrio.
Questo perché cinque delle sei Prove Speciali si presentavano particolarmente ripide, o per lo meno lo erano in alcuni tratti, con degli affossamenti pericolosi. Una posizione di guida più alta mi avrebbe quindi agevolato.
Infine un disco di diametro maggiore, da 180mm a 200, per una frenata più adeguata.


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Il giorno delle prove libere devo dire che ho fatto fatica a trovare una buona concentrazione. Contrariamente alla settimana precedente, qui avevamo a disposizione impianti di risalita e di conseguenza la possibilità di fare almeno due passaggi di prova per ogni Speciale.
Quello che non mi sarei mai aspettato era il cambiamento incredibile del percorso fra una prova libera e l’altra.
Ogni traiettoria memorizzata al primo passaggio spariva nel passaggio successivo e ho perciò avuto difficoltà ad adattarmi.
Per quanto mi riguarda sono solito memorizzare un tracciato per poterlo ripetere in gara. Dover improvvisare e reagire all’istante è cosa sulla quale devo ancora lavorare, soprattutto a velocità elevata.

Justin Leov

Un’altra caratteristica di questa pista è stata la polvere persistente che saturava l’aria.
Scendere dietro un altro pilota era un incubo.
Ho sfruttato l’astuccio in tessuto morbido della maschera per pulire accuratamente le lenti degli occhiali dopo ogni run.

La prima Prova Speciale è stata un misto di spazi aperti, veloci e tratti stretti nei quali il passaggio dei concorrenti scavava dei solchi profondi.
Mi ero prefissato di affrontare il tutto con tranquillità e concentrazione ed è quello che ho fatto, ottenendo così un 12° posto.
Avrei voluto fare meglio, ma era comunque un buon inizio.

Justin Leov

La Prova Speciale 2 consisteva in uno sprint di 2 minuti circa, un tempo brevissimo in cui ogni piccolo errore sarebbe risultato fatale. Sono partito nervoso e non sono riuscito a trovare un buon ritmo.
Il problema di questi tracciati è che se si finisce con le ruote in un punto sabbioso non ancora battuto ci si arena completamente.
Stendiamo un velo pietoso e passiamo alla prova successiva!

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La terza Prova Speciale è stata la mia preferita di tutto il week-end.
Si partiva da molto in alto su un terreno quasi lunare, roccioso e aperto. Lo avevo già apprezzato durante le prove libere e non vedevo l’ora di farlo in gara. In mezzo si presentava una parte in salita ripida ed era importante arrivarci lanciato gestendo al meglio le forze, in modo da poter poi affrontare con la massima lucidità i tratti più tecnici che sarebbero seguiti.
Sono partito bene, con delle buone sensazioni nelle curve della parte alta, e quando comincio così di solito è buon segno.

Justin Leov

In un certo punto alcuni picchetti e la fettuccia posti a delimitazione della pista erano stati travolti ed erano in mezzo al percorso. Non sono riuscito ad evitarli ed un picchetto di bambù si è incastrato tra il cambio e il telaio.
Non ci potevo credere!
Ho cercato di pedalare ma era impossibile, era chiaro che non si sarebbe liberato da solo.
Correvo il rischio di trovarmi con il cambio strappato e di mettere la parola fine alla mia gara.
Ho dovuto fermarmi e toglierlo.
Sono ripartito furioso e subito mi sono accorto che qualcosa ancora nel cambio m’impediva di pedalare. A quel punto, ho dovuto scendere e fare di corsa il tratto in salita spingendo la bici, imprecando e perdendo la speranza.
Arrivato in cima ho controllato di nuovo il cambio e ho realizzato che il picchetto me l’aveva bloccato. Con un colpo secco l’ho liberato e sono ripartito.
Nel resto della Speciale tutto è filato liscio. Ho messo da parte tutti i propositi di prudenza e la mia prestazione è stata ottima.
Cosa non si ottiene con un po’ di rabbia!

Justin Leov

Alla fine del primo giorno ero 25° e non era il massimo.

Il giorno dopo, la 4ª Prova Speciale era decisamente di tipo DH.
Me la sono cavata con qualche momento di paura.
Comunque un buon inizio.

La 5ª Prova Speciale si annunciava come un test fisico.
Uno sforzo di circa 7 minuti che si svolgeva su un tratto piuttosto pianeggiante con una salita in mezzo che lasciava senza fiato, prima dell’ultima parte molto più impegnativa tecnicamente.
Sono stato troppo fiducioso e ho sbagliato un paio di curve, sprecando troppa energia.
E’ sempre questa la sfida nelle Prove Speciali molto fisiche, dove è difficile mantenere un pilotaggio fluido e sicuro quando si è in affanno.
Ho ottenuto un nono posto, con la soddisfazione di essere tornato veloce.

Justin Leov

Ultima Prova Speciale, ancora un tracciato di tipo DH.
È andata molto meglio di quella della mattina e questo mi ha reso particolarmente felice.
Ho riguadagnato parte del tempo perso il giorno precedente e ho concluso con un 16° posto in classifica generale.

Justin Leov

Pian piano sto risalendo la china.
A volte è decisamente frustrante vedere gli altri vincere sapendo benissimo cosa significa, avendolo provato la stagione scorsa.
Fa parte del gioco, c’è bisogno di tantissimo lavoro per ritornare ai massimi livelli, specialmente dopo un infortunio.
Anche cambiare squadra ed equipaggiamento necessita di un periodo di adattamento.
Lascio il Sud-America con questi risultati, ben consapevole del mio livello attuale e con obiettivi molto chiari in testa.

Justin Leov

E’ ora di rimettersi al lavoro.
Ci vediamo in Irlanda!

Justin

(Testo di Justin Leov, foto di Sebastien Schieck)

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