Guai a bruciare le tappe. Piedi ben saldi per terra e tanta esperienza da fare prima di potersi sbilanciare sugli obiettivi da raggiungere. Comincia così il 2014 di Gioele Bertolini. Anche per lui un anno di grandi cambiamenti. Quello più grande è il salto di categoria: da junior a under 23. Un passaggio a dir poco delicato, da gestire senza compiere passi affrettati.
L’altro è il cambio di squadra e quindi di materiali. Dalla Controltech Nevi al Merida Italia Team, nuova denominazione del piacentino Hard Rock Race Team. Un ritorno al passato e al carbonio (ad attenderlo è una Merida Big.Nine) dopo la breve e positiva parentesi con il titanio.
Il palmares di Gioele Bertolini, diciannove anni da compiere il prossimo 26 aprile, è già di tutto rispetto. Il valtellinese ha vinto un po’ di tutto nelle precedenti categorie giovanili e il 2013 lo ha lanciato in una dimensione internazionale, con i podi in Coppa del Mondo e le medaglie mondiali: bronzo nella sua gara e oro con la staffetta mista. Per non parlare della polivalenza, con il grande debutto in inverno tra gli Elite del ciclocross, disciplina impegnativa che gli consente di essere già a buon punto per quanto riguarda la condizione atletica.
«Ho corso fino agli inizi di febbraio – dice Gioele – dunque ho dovuto per forza tirare il fiato per due settimane. Da qualche giorno però sono risalito in sella con tanti stimoli per la stagione di Mtb».
- Per questo hai saltato il raduno azzurro di Barletta.
- Con Pallhuber ci sentiamo spesso e dopo il mondiale di ciclocross gli ho detto che preferivo riposarmi un attimo e riprendere a pedalare a casa, anche per non perdere altri giorni di scuola. Quest’anno c’è la maturità (prenderà il diploma di elettricista, ndr).
- Come stai impostando la preparazione?
- Come tutti gli anni è una ripresa graduale. Il ciclocross mi permette di avere già un po’ di benzina nel motore. Diciamo che non mi servirà molto per raggiungere il top della forma. Per il momento mi sto dedicando alla prova dei materiali e al raggiungimento del miglior posizionamento in sella. Con i telai Merida correvo già due anni fa, ma era tutto diverso, a cominciare dal fatto che guidavo una 26 pollici. In una settimana esco 3-4 volte con la bici da strada, e 2 o 3 con la Mtb. Sono i giorni in cui sto conoscendo il nuovo preparatore, Domingo Copelli, e sono certo che insieme otterremo degli ottimi risultati. Per il momento ho fatto delle uscite al medio. In programma ci sono dei lavori specifici sulla resistenza.
- Come immagini il passaggio tra gli under 23?
- Credo che sia il più tosto del nostro sport. Soprattutto per la durata delle gare, perché si arriverà anche all’ora e mezza e non sarà facile tenere. Oltretutto ci sono biker molto forti che hanno tre o quattro anni di esperienza in più rispetto ai debuttanti.
- Quindi cautela e pedalare…
- Certamente. Devo stare tranquillo e non devo pormi subito degli obiettivi. Magari dopo un ambientamento di uno o due mesi saprò a cosa puntare. Quest’anno tra gli elite del ciclocross sono partito con lo stesso atteggiamento ed è andata benissimo. Ma nella Mtb temo che sarà diverso
- Quando ti vedremo col numero attaccato sul manubrio?
- Farò la gamba in qualche gara regionale all’inizio di marzo. Il primo test importante sarà a Coste di Maser (al Gaerne Mtb Trophy, ndr) e alle successive prove degli Internazionali d’Italia. La Coppa del Mondo? Parteciperò a tutte le prove europee e alle due tappe americane.
- Come giudichi la nuova squadra?
- C’è un progetto molto interessante e ho dei compagni in grado di fare bene, a cominciare dall’estone Martin Loo, che tra gli elite può inserirsi tra i big. Poi ci sono anche Lorenzo Samparisi, che viene come me dal ciclocross, Mattia Setti e Alessandro Naspi, promettente tra gli junior.
Il 2014 di Gioele Bertolini è appena cominciato. Negli ultimi mesi si è dedicato con successo al ciclocross ma il bello deve ancora venire. Il valtellinese è a detta di tutti il futuro del cross country azzurro. Deve solo avere pazienza e seminare con giudizio. Le soddisfazioni, anche tra gli under 23, non tarderanno ad arrivare.
Ps: salire sul podio di un mondiale è sempre una grande soddisfazione. Ecco la gara della staffetta di Pietermaritzburg...