L’Enduro World Series di Madeira ha visto gli italiani in gara comportarsi molto bene, a livelli competitivi con i “big” internazionali della disciplina.
Naturalmente, sulle Speciali dell’isola portoghese non c’erano soltanto i professionisti ma anche molti amatori, che hanno provato il brivido di competere sugli stessi percorsi insieme agli “specialisti mondiali dell’enduro”.
Francesco De Felici, romano, è stato uno di loro ed è riuscito con enorme soddisfazione a concludere la gara (48ª posizione nella categoria Men Master).
Questo è il suo appassionato racconto di un weekend un po’ folle, vissuto alla grande…
VM
Finita!
Portata a casa pure questa impresa, quasi 100 km di gara in due giorni, più di 2500 metri di dislivello pedalato, 9 prove speciali.
Numeri che mettono paura ad un amatore al solo leggerli.
Ma iniziamo da quando quest’avventura dell’Ews di Madeira ha preso avvio…
Una mattina di gennaio mi sveglio, sblocco il cellulare ed oltre i messaggi delle chat, vedo il pallino rosso sull'icona dell'app della mail.
La apro: Enduro World Series, sono dentro! Ho vinto la lottery per le tappe di Madeira e Finale Ligure!
«Ok...resta calmo, ragiona. Io a Madeira ce devo andà!»
Organizzo tutto con largo anticipo e dopo un paio di mesi esce il programma della gara.
Sgrano gli occhi e mi dico: «Lo sapevo, guarda dove ti sei andato ad infilare pure stavolta.»
Ma il 9 maggio sono partito, prima tappa Lisbona e poi Madeira, sul volo per l'isola c'erano degli atleti conosciuti, iniziava già a salire l'ansia, visto pure il meteo avverso.
L'isola, quando stai per atterrare, ti appare di un verde incredibile, irreale, da rimanere a bocca aperta.
Con un taxi raggiungo l'albergo e, mentre saliamo, rimango sempre più attratto dal paesaggio.
Monto la bici, sistemo altre cose e contatto Fernando, un local, che l'indomani mi avrebbe dovuto portare a girare sui trail "liberi" (quelli non selezionati per la gara).
Arriva Fernando, simpaticissimo, andiamo a raccattare due ragazzotti irlandesi, Gavin e Cameron, e quasi mi viene da piangere: sul bagnato camminano come lepri, la pioggia caduta ed i sassi viscidi sono proprio quello che meno digerisco, invece loro, come fossero sui sentieri di casa, spariscono ogni volta!
Tornato in albergo, raggiungo un ristorantino vicino per assaggiare il famoso 'bacalao' fritto! Ottimo!
Il giovedì la cosa si fa seria, si va sui sentieri della gara con il furgone di Louis (altro local) insieme ad Andrew e Darren, due amatori come me.
Per il mio massimo piacere piove, un inferno di sassi viscidi e fango, ovviamente quei due scozzesi, fanno come a casa loro...camminano come nulla fosse.
Ci arrivano notizie di qualcuno che ci ha rimesso qualche osso...
La tensione si alza ancora!
Venerdì il tempo migliora finiamo stremati le nostre prove, ma con la testa un po’ più sgombra da pensieri nefasti.
La mattina di sabato, vado al paddock in bici, tanto è in discesa, e già da lontano sento la voce inconfondibile del Guala.
Ore 8:09 si parte alla solita maniera, in 3 dal palco.
Sono con me: il Secco di Lucca (Massimo Parenzi) e il Magriño di Madeira (Gregorio), 51anni, detto GregMinnar per il suo passato da downhiller e mito dell'isola, che conosce alla perfezione essendo anche da 30 anni guida Mtb.
Dopo 3/400 metri siamo saliti su un pullman che ci avrebbe portato quasi in cima, da lì proseguiamo a pedali per raggiungere il punto più alto dell'isola.
3..2..1 go!
Parto a cannone e chiudo una bella Ps1, temevo un po’ i tempi di trasferimento, visto anche i dislivelli, ma devo dire la verità che era stato organizzato tutto alla perfezione.
Tiro un po’ il fiato nelle altre Ps perché comunque piene di insidie, ma alla fine dopo 6h di gara con il Secco e il Magriño rientriamo al paddock, felici per essere ancora interi!
Ricca birra col Secco di Lucca - ce la siamo meritata tutta - mentre aspettiamo notizie degli altri italiani: purtroppo Marcello (Pesenti, ndr) si è rotto la clavicola, Matteo (Raimondi, ndr) invece stava letteralmente volando (e come ormai sappiamo ha chiuso 18°).
Louis gentilmente mi riaccompagna in hotel, 8 km in salita non sarebbero stati il massimo per il giorno successivo...
Doccia, mi preparo la cena e a nanna! Mi servono tutte le energie per affrontare un'altra giornata da mondiale.
In programma ci sono da fare 3 Ps in 2h30, un trasferimento di circa due ore e poi l'ultimo di circa un'ora e 15 minuti con lo “strappone” finale, da fare a spinta, per arrivare all'ultima stage.
Cerco di rimanere integro e ci riesco, arriviamo sotto all'ultimo “calvario”, ma ormai il traguardo era vicino, Ps 9 era scorrevole e divertente, insomma, dai, c'eravamo!
Con la consapevolezza di esser vicini all'obiettivo, passa tutto, stanchezza, dolori muscolari e anche le botte prese nei giorni precedenti.
E’ fatta!
Appena passato il controllo chip, ci abbracciamo con il Secco e il Magriño come fossimo vecchi amici! Più di 12h in sella insieme, soffrendo e scherzando!
Arriviamo al paddock e c’è poncha per tutti! Io non lo sapevo che fosse alcolico e sembrando un succo di frutta butto giù il bicchierino...immaginate dopo!
Aspettiamo gli altri italiani, incontro amici, saluto tutti quelli con cui abbiamo condiviso due giorni gomito a gomito, faccio le foto di rito con i piloti.
Poi c’è da risalire all'hotel, erano quasi le 20.
Incontro Matteo Nati, il meccanico di Clementz ed Osborne, che mi dice: «Ma dai, ti porto io dopo, adesso andiamo a cena!»
Così, sono stato a cena con un bel po’ di piloti forti, e fa piacere poter esser tra di loro e scoprirli poi ragazzi normalissimi.
Intanto, Matteo, che mi deve riaccompagnare, sparisce e lo ritrovo al paddock dove si era formata la calca per le simpatiche feste che si fanno nel dopo gara.
Alla fine mi hanno riaccompagnato, e credo di aver rischiato più nel tragitto verso l’hotel che durante la gara!
Ora appuntamento per tutti all'Ews di Finale Ligure.
Condividi con
Tags
Sull'autore
Redazione MtbCult
Resoconti, video, nuovi eventi, nuovi prodotti, ovvero tutto ciò che proviene dal mondo della bike industry e che riteniamo di interesse per gli appassionati di mountain bike.