ALLOS - Che cosa è successo oggi agli italiani?
La prima giornata ad Allos è stata una vera disfatta e non si può dire che i nostri rider siano gli ultimi arrivati in campo internazionale. E' stata solo una giornata storta? Difficile credere che lo sia stata per tutti e nello stesso giorno, per giunta.
Cerchiamo invece di capire come è andata.
La prima differenza con il Superenduro (ovvero con l'enduro italiano) è l'assenza delle ricognizioni. Ad Allos funziona così: prima della gara ogni rider può fare una discesa di prova, una ed una soltanto.
Poi la seconda discesa è cronometrata. In questa maniera, secondo l'organizzatore, Fred Glo, tutti al momento della partenza hanno lo stesso livello di conoscenza-confidenza con il percorso.
In teoria il concetto sarebbe valido, ma nella realtà non è così, perché molti rider stranieri, francesi in primis, conoscono queste zone o perché hanno trascorso la settimana precedente a girare su tutti i sentieri (nonostante gli impianti fossero chiusi) o perché conoscono Allos grazie alle edizioni precedenti della gara. Quindi, alla pari ci si trova se si ha modo di conoscere almeno la tipologia di terreno sul quale ci si confronta.
Ad Allos nessuno degli italiani presenti in gara era mai venuto in precedenza e nemmeno avrebbe potuto farlo la settimana prima perché c'era l'appuntamento a Madesimo con il campionato italiano.
Sentendo i vari atleti, a tutti è pesata molto la mancanza di ricognizioni vere e proprie, soprattutto se il modo di intendere l'enduro in Italia le prevede. E, volenti o nolenti, ci si abitua a questa maniera di affrontare le gare.
Nel momento in cui però questa abitudine viene cambiata, cambiano anche i risultati.
Manuel Ducci ha ammesso che le prime due speciali sono state un calvario perché non riusciva a trovare confidenza con il percorso. Stesso discorso per Sottocornola e Lupato.
Nella terza speciale, la più veloce, le cose hanno iniziato a cambiare e infatti Ducci ha chiuso 25º. In assoluto non è un risultato all'altezza del rider italiano, ma è comunque il migliore degli altri italiani.
Una disfatta quindi? Pare proprio di sì. A casa dei francesi le abbiamo prese e si spera che i risultati della seconda giornata siano migliori.
Gli stranieri però vanno...
E gli stranieri? Tutti i francesi conoscono i sentieri di Allos perché ci si corre da 10 anni. Occorre considerare anche che il percorso rispetto al passato ha subito piccole modifiche, quindi chi lo conosceva si è trovato subito a proprio agio. E gli altri stranieri? E' un discorso a parte: se parliamo di Jared Graves, Greg Minnaar, Renè Wildhaber, Cedric Gracia, Justin Leov, Joe Barnes, Steve Peat e altri ancora è difficile, oggi, immaginare un confronto ad armi pari. I nostri rider, pur essendo più navigati nell'enduro, stanno perdendo il loro vantaggio in termini di esperienza in questo campo?
E' una bella domanda alla quale si potrà dare una risposta solo più avanti. Per adesso concentriamoci a rimediare alla prestazione mediocre di oggi.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.