Con l'inizio di una nuova stagione di Enduro World Series, ritorna anche il diario di Justin Leov.
Il rider neozelandese già nelle passati stagioni ci ha abituati ai suoi racconti da dentro il gran circo dell'EWS, in cui parla non solo delle gare ma anche di tutto quello che c'è intorno e dietro.
Tutti noi, da spettatori e appassionati, spesso ci chiediamo quale sia la vita di un biker professionista, specialmente ad alti livelli, e Justin ci rivela un piccolo spaccato di quel mondo.
Ripartiamo, dunque, insieme a lui, con il primo episodio della quarta stagione.
Rotorua per Leov rappresenta qualcosa di speciale perché è un po' la gara di casa. Leggiamo come è andata...
VM
Prima che cominciasse il week-end della gara, noi del gruppo Canyon siamo stati raggiunti da una notizia terribile.
Il nostro Team Manager Florian Goral è mancato a causa di un'infezione al sangue.
Flo è colui che, con Fabien Barel, mi ha introdotto alla Canyon.
Pur avendolo frequentato poco tempo, ho potuto constatare quanto fosse di buon cuore, una persona dal sorriso aperto che allo sport teneva veramente.
È stato uno shock devastante che ci ha letteralmente distrutti e che, in particolare, mi ha fatto capire quanto incerta è la vita.
Per tutto il week-end non ho fatto che pensare alla mia famiglia e a tutto quello che rappresenta per me.
Le mie più sincere condoglianze vanno alla famiglia di Florian, non riesco proprio ad immaginare come si possano sentire in questo momento.
Riposa in pace Flo!
Ho trascorso la maggior parte del periodo fuori stagione a casa, facendo qualche gara in giro per la Nuova Zelanda.
In queste gare a livello nazionale la mia velocità è via via migliorata e le cose mi sono sembrate andare bene per la stagione che è appena cominciata.
Credo che nessuno si aspettasse ciò che è accaduto, per quanto riguarda le condizioni meteorologiche, a Rotorua.
Bisogna capire che qui quando piove capita che letteralmente diluvi ed è passato del tempo dall'ultima vera "mud race" nell'EWS.
Rotorua è uno di quei luoghi dove può piovere e i tracciati restano normalmente praticabilissimi e veloci, ma se la pioggia è particolarmente fitta e si aggiunge qualche centinaio di riders, allora il percorso, in brevissimo tempo, passa da divertente a scivolosissimo e impraticabile o quasi.
Sfortunatamente è ciò che è accaduto nella prima gara della stagione dell’Enduro World Series e che ha colto di sorpresa molti.
La pioggia intensa e i passaggi continui sul percorso, hanno reso questa gara una delle più impegnative che abbia mai fatto. Solo restare in sella è stata una sfida durata tutto il giorno, abbiamo dovuto affrontare buche nelle quali la bici sprofondava di continuo, con il deragliatore trascinato nel fango, radici di piante scivolose da sembrare lastre di ghiaccio non appena si toccavano con le ruote, catene e freni ricoperti di fango, al punto che per pulirli abbiamo usato l'acqua da bere alle soste di ristoro.
Fino alla fine è stata una battaglia e mi complimento con quelli che sono arrivati in fondo. Considerando che è stato un solo giorno di gara, con duemila metri di risalita e otto ore di bici, non mi sorprende aver visto molti abbandonare la competizione a causa di problemi meccanici o esser stati semplicemente eliminati per aver mancato il tempo di partenza.
In questa situazione eccezionale le gomme sono state un elemento chiave. Nei giorni di allenamento, le condizioni erano decisamente diverse e ho scelto di montare, per la gara, le gomme da asciutto, che mi sembravano quelle in grado di garantire le migliore prestazioni.
Ma ovviamente non avevo previsto un tale cambiamento da un giorno con l’altro.
Con il senno del poi, avrei dovuto montare le gomme da fango per avere un minimo di trazione.
Per lo stesso motivo (il fango), la visibilità è stata un altro grande problema.
Era necessario vedere chiaro e bene.
Dopo aver corso la prima Speciale cronometrata con la maschera, sono passato poi agli occhiali, così da poterli pulire più in fretta tra una Speciale e l’altra.
Pensando ai risultati del week-end sono ben lontano dall'essere soddisfatto della tappa e del mio piazzamento generale, ma con le condizioni di gara così eccezionali, non è il caso di trarre troppe conclusioni.
Preferisco non pensarci troppo e concentrarmi fin da subito sul prossimo obiettivo.
Del resto ogni gara ha le sue sfide da superare e sono certo che quelle in Tasmania non faranno eccezione alla regola!
(Testo di Justin Leov, foto di Sebastian Schieck)
Qui trovate gli episodi precedenti delle passati stagioni del diario di Justin Leov dall'EWS.
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Redazione MtbCult
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