Il 18 e 19 luglio si è tenuta a Santa Caterina Valfurva la quarta tappa dell’Enduro Cup Lombardia, vinta da Marcello Pesenti (che bissa il risultato della tappa precedente).
Di seguito la classifica completa e qui quella per categorie:
La due giorni in Valfurva è stata impegnativa per uomini e mezzi: 5 prove speciali in territorio alpino con partenze ben al di sopra dei 2700m non si affrontano tutti i weekend.
Francesco “Franz” Savona era lì a gareggiare e per raccontarci da dentro com’è andata la sua gara.
Dalle Alpi di LaThuile alle Alpi del Parco Nazionale dello Stelvio.
Scenari magnifici e gara penalizzata in termini di partenti dalle tante concomitanze agonistiche dello scorso weekend (vedi Enduro World Series, campionati italiani Dh ed Enduro Race), ma degna di essere inserita fra le gare più belle d’Italia.
Prima di lasciare la parola a Franz, godiamoci il video-report della gara, che ci mostra paesaggi mozzafiato e prove speciali ottimamente tracciate:
Enduro Cup Lombardia a Santa Caterina Valfurva from Mr Movie - Riccardo Ugo on Vimeo.
SL
Archiviata la bellissima prova di LaThuile, a distanza di una settimana torno a correre sulle Alpi con un’esperienza altrettanto entusiasmante: direzione Santa Caterina di Valfurva, nel Parco Nazionale dello Stelvio, dove questo fine settimana si è svolta la quarta e penultima prova del trofeo Enduro Cup Lombardia (l’ultima si svolgerà a Livigno il 12 e 13 settembre), denominata AlpinEnduro.
Gli scenari sono fantastici: sono quelli del ghiacciaio dei Forni e delle sue montagne (il Tresero e il Cevedale), fatti di nevai perenni e praterie, foreste di abeti e ruscelli cristallini.
Il format di gara è di tipo “misto” ossia in parte “alla francese” con risalite meccanizzate e in parte “all’italiana”, quindi con trasferimenti pedalati. Ben cinque le Speciali da affrontare in due giorni di gara: due al sabato e tre alla domenica, per un totale di circa 34 km e 1200 di dislivello “pedalato”. Ma la vera novità per i rider italiani è stato il percorso di gara che si è svolto in quota, un vero giro “all mountain” con ben due Speciali a 2700 metri di quota (da qui il nome AlpinEnduro) e trasferimenti “in ambiente”, con tratti a spinta, guadi da attraversare non senza qualche difficoltà e single trail fantastici.
Insomma, un’avventura più che una gara, che avvicina questo AlpinEnduro alle gare che organizzano i cugini francesi.
Decido di salire il giovedì: sono ancora stanco dal precedente weekend di gara e voglio prenderla con comodo. Provo il percorso in due giorni, usufruendo del servizio navetta con le jeep messe a disposizione dall’organizzazione (foto sopra).
I trail lasciano me e gli altri rider a bocca aperta: tratti flow e pedalati che si alternano a sezioni tecniche e guidate, un vero paradiso per chi ama l’enduro. Un percorso completissimo che richiede tanta resistenza e capacità di guida.
La partenza del sabato è fissata alle 14.30 per dare tempo a chi viene dalle città di arrivare con calma. Il trasferimento dal paese di Santa Caterina fino all’albergo dei Forni a quota 2200 m si svolge con le jeep; da qui in avanti invece si prosegue con le “proprie forze” con una pedalata di circa 500 m di dislivello fino al rifugio Pizzini posto a 2700 m di quota. Qui è fissata la partenza della PS1 (Panoramico Pizzini).
La salita è dura, a tratti ripida, e in più c’è il fiato corto delle alte quote, ma per fortuna i tempi non sono tirati e così c’è il tempo per rifocillarci e scambiare due chiacchiere con gli amici.
La Speciale, pedalatissima, mi mette a dura prova, in un continuo alternarsi fra tratti veloci da affrontare a gas spalancato e una breve sezione tecnica verso la parte finale. Undici interminabili minuti di lotta contro il cronometro, ma per fortuna le gambe “girano” e arrivo alla fine col sorriso in faccia.
Brevissimo trasferimento “in ambiente” e giù verso la Ps 2 Ables, caratterizzata da una prima parte molto scorrevole e da una sezione abbastanza tecnica nel bosco.
Piede di traverso e tante derapate col posteriore caratterizzano la guida di questa Speciale che all’unisono è giudicata la più divertente della giornata. Sono le 17,00 e il pomeriggio trascorre pigramente a recuperare le forze alternando una coppa di gelato a un po’ di manutenzione alla bici, messa a dura prova sulle prime due Speciali.
E infatti a un’attenta ispezione saltano fuori un paio di raggi allentati al posteriore. Poco importa: una stretta col tiraraggi e sono pronto per affrontare la seconda giornata di gara.
La mia partenza è fissata per le 9,10.
Dal centro del paese raggiungo brevemente la cabinovia che mi porta alla cresta Sobretta a 2800 m di quota e da qui al rifugio Sunny Valley. In una ventina di minuti pedalati raggiungo la partenza della Ps3 (Valle dell’Alpe) immersa in un’ampia vallata, fra marmotte e aquile simbolo del Parco Nazionale.
Questa è la Ps più temuta della giornata: è pedalata, fisica, lunga (quasi dieci minuti di percorrenza) e con una sezione tecnica nella parte centrale, caratterizzata da sassi e roccioni, sulla quale far galleggiare la bici: non tenere il ritmo su questo tratto significherebbe perdere minuti preziosi. Parto a razzo, ma a un paio di curve a gomito arrivo lungo rischiando di finire di sotto; torno a più miti consigli e adeguo il gas al percorso.
Arrivo sulla parte centrale e cerco di far galleggiare come meglio posso la bici sui sassi.
Qui è una vera ecatombe di rider: chi ha rotto la catena, chi ha storto il forcellino, chi si è ribaltato… ma per fortuna fila tutto liscio e passo le fotocellule.
Il tempo di levare le protezioni, tirare il fiato e parto per il lunghissimo trasferimento pedalato di due ore che mi porterà ad affrontare dapprima parte della strada che porta al passo Gavia, per quasi 4 km e poco più di 250 m di dislivello; poi, raggiunto il ristoro al rifugio Berni, a poche centinaia di metri del passo Gavia, ci si immette su un sentiero di montagna ripido e esposto, da affrontare con cautela, coi punti più esposti vigilati dai tecnici del Soccorso Alpino.
Si arriva quindi a un single trail molto tecnico che, sempre in quota porta alla partenza della PS 4 Dos Bolon.
Una discesa stretta, tecnica e tortuosa, insomma il classico sentiero di montagna scassato e spacca braccia: mi butto giù a tutta, sono abbastanza lucido e riesco a condurre la bici come voglio io… e infatti chiudo la speciale a metà classifica.
Non male!
Galvanizzato dal risultato arrivo al secondo ristoro della giornata al Ponte delle Vacche e da qui, con un breve trasferimento all’ultima Speciale della giornata, la PS5 (Linea).
Una Speciale velocissima, che si snoda su un ampio sentiero all’interno di un bosco di larici, con radici, rocce scassate e una sezione più flow che porta al centro del paese.
Mollo i freni e guidando come se non ci fosse un domani mi porto a casa un buon piazzamento, confermando il risultato della PS4.
Non male di nuovo!
Un grazie di cuore a Mario Cortesi che, con pochissimo tempo a disposizione, mi ha messo nelle condizioni fisiche di affrontare al meglio questa gara e al mio amico Valentino Lamperti per i suoi preziosissimi consigli di guida.
Un format di gara divertentissimo, che, per la prima volta in Italia, porta le gare di Enduro in alta quota, su dei veri trail montani, lontano da bike park e strutture artificiali. Quasi quaranta minuti di Speciali una più bella (e tosta) dell’altra, maschie e tecniche, che non sfigurerebbero in una Enduro World Series!
Questa volta è proprio il caso di dire: peccato per chi non c’era!
Agli amanti del genere consiglio di non perdere il prossimo appuntamento fissato per metà settembre a Livigno.
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Redazione MtbCult
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