Il diario di Justin Leov dall'Ews 2016: si riparte dal Cile...

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Il diario di Justin Leov dall'Ews 2016: si riparte dal Cile...

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Il diario di Justin Leov dall'Enduro World Series ricomincia con la sua terza stagione: dopo il primo round disputato nello scorso weekend in terra cilena, ecco puntuale il primo episodio, in cui Justin ci racconta la sua gara.
E' la prima dopo l'infortunio alla spalla dello scorso anno e la convalescenza, e anche la prima con i colori del Canyon Factory Team, quindi la prima gara in cui rimettersi in gioco e testare finalmente la condizione.
C'è ancora qualcosa da affinare ma... Justin Leov è tornato!

VM

Finalmente si riparte!

Siamo arrivati in Cile, nel piccolo paese di Corral le cui risorse sono la pesca e l’industria del legname. Piste sterrate portano ai percorsi di gara e alla foresta, dove le Prove Speciali sono state tracciate da poco e non hanno mai visto prima l’ombra di una mountain bike. La promessa di una gara unica.

diario di Justin Leov

Abbiamo deciso di alloggiare nell’entroterra a una quarantina di minuti da Corral, per evitare tutti i giorni i 20 minuti della traversata da Nieblie a Corral con il traghetto e relativa coda per l’imbarco.

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Un ecolodge fatto di tende a forma di igloo è stato la nostra casa per la settimana, lontano da tutto, con energia elettrica prodotta da pannelli solari, senza connessione internet.

In questa prima tappa dell’Enduro World Series 2016, non sarebbero state autorizzate navette per la salita durante le prove libere, quindi ho deciso di studiarmi a fondo il percorso a piedi prima ancora dell’inizio degli allenamenti in bici in modo di sfruttare al massimo il tempo a disposizione.
Ciò ha significato più stanchezza nelle gambe ma una conoscenza più approfondita del percorso di gara durante l’unico passaggio di prova concesso.

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I percorsi erano un misto di tratti con pochissima pendenza ed altri invece molto ripidi, il tutto su un fondo piuttosto scivoloso, quindi regolare la bici è stata una vera sfida.
L’ideale sarebbero stati dei copertoni che avessero avuto contemporaneamente l’aderenza di un modello da fango e la scorrevolezza di uno semi-slick.
Bisognava fare una scelta.
Per prudenza, trattandosi della prima gara della stagione, ho optato per l’aderenza, sacrificando in parte la velocità e tenendo la pressione delle gomme sui 23 e 26psi scarsi.

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Sommando i giorni di allenamento a quelli della gara, quattro in totale, ci aspettavano 200 kilometri di bici e 6.500 metri di dislivello positivo.
Durante le lunghe risalite delle prove libere nel caldo cileno, portavo sempre con me sia gli occhiali da sole che la maschera, per trovare un po’ di sollievo non solo dalla luce accecante ma anche dalla densa polvere sollevata dalle auto che incrociavamo sulle piste sterrate.

Avevo anche scelto di utilizzare il misuratore di potenza in allenamento e in gara, per tenere sotto controllo il mio dispendio di energia e preservare il più possibile le mie gambe.
L’ideale per me è stare sotto i 300 watts nelle salite più ripide e sui 200 il resto del tempo.

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L’avvio della prima giornata è stato travagliato.
Troppi errori, a tratti troppa velocità, in altri momenti troppo in frenata… tutto ciò mi ha portato fuori percorso un paio di volte, con la sensazione di dover rifare tutto da capo.

Nella seconda prova speciale ho scelto un pilotaggio più pulito e più attento senza rischiare troppo, ma ciò ha portato a un risultato deludente.
Sapevo di poter fare di più.

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La terza prova speciale era divisa in due da una zona neutralizzata di 2 min 45 ed è in questo punto che mi sono sbagliato, anticipando la ripartenza quando ancora mi trovavo nella parte non cronometrata.
Arrabbiato per lo spreco di energie, ho cercato di riprendere il controllo di me stesso e calmarmi prima di affrontare la seconda parte.
Lanciato a tutta velocità, stavo andando alla grande finché ho deviato un po’ dalla traiettoria ideale e con la ruota anteriore ho urtato un piccolo ceppo finendo violentemente per terra, fortunatamente senza farmi male.
Ho finito la Speciale dando tutto me stesso per cercare di recuperare il tempo perso, ero speranzoso ma ormai il più era fatto.

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Alla fine della prima giornata risultavo 24° in classifica.
Comunque un punto di partenza.
Ora il mio obiettivo era di fare tre buone prove e cominciare la stagione nella top 20.

Il secondo giorno è andato meglio.
Ho sistemato le sospensioni e ho subito percepito miglioramenti nella guida della bici. Il giorno prima avevo gareggiato sia in modo “open” che in modo “trail”.
Per questa ultima giornata ho scelto la sola modalità “open”.

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Nella 4ª prova abbiamo corso su un tracciato delineato dalle attività di traino del legname, tale e quale una pista da bob.
Un buon inizio di giornata, una buona prova senza grossi errori.

La 5ª prova speciale ci ha messo fisicamente a dura prova, con delle curve così strette da dover quasi manovrare. Lungo la discesa, tutti noi abbiamo rischiato di scontrarci con una mucca che gironzolava placida.
Cosa del tutto fuori dal comune, fortunatamente!

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L’ultima Speciale è stata una conclusione felice.
La prima parte piatta e sconnessa, la restante ripida e così veloce che pareva di andare in moto.
Un’altra prova archiviata, il mio miglior risultato del week-end e un 19° posto in classifica generale.
Sono consapevole del mio livello attuale e ora ho ben chiaro su cosa devo concentrare i miei sforzi.

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Ci sentiamo dall’Argentina!

(Testi di Justin Leov; foto di Sebastien Schieck)

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