Sestri Levante è l’appuntamento di inizio stagione per chi ama l’enduro.
E non è un evento che si può sottovalutare perché il percorso è selettivo (ma bellissimo) e perché qui, ogni anno, ci si accorge di quanto è salito il livello in gara.
Insomma, il primo rendez vous che conta, per tutti, pro’ e amatori.
La gara dei pro’ ve l’abbiamo raccontata qui, mentre adesso lasciamo spazio a uno dei lettori più accaniti di MtbCult, Francesco “Franz” Savona, che a Sestri ha corso e, a modo suo, ha vinto.
Arrivando a fine gara intero e con il sorriso sotto la maschera.
SL
Ci siamo!
La gara più cool della stagione è arrivata: Sestri Levante per molti è la gara di enduro con la “E” maiuscola, una gara “fisica”, con lunghe salite che ti cuociono a “fuoco lento” e discese interminabili, ma fantastiche, a picco sul mare.
Già il lunedì prima la tensione sale alle stelle e comincio la strategia “pre gara” per evitare di restare “a secco” di carburante durante la competizione!
E sì, perché questa gara va preparata non solo la domenica precedente, provando i trail e studiando le linee migliori, ma anche “a tavola”, incrementando gradualmente l’assunzione di carboidrati, come pasta e riso ed eliminando dalla dieta tutte quelle “schifezze” che rendono faticosa la pedalata.
La gamba è buona: l’ho già “testata” in occasione delle gare di Petosino, Pogno e Coggiola, che si sono svolte tutte in poco meno di un mese. Insomma un inizio di stagione col botto, non mi sono fatto mancare nulla per arrivare preparato a quest’evento!
D’obbligo una sistemata anche “al mezzo”: breve check alle sospensioni per controllare che la pressione dell’aria sia quella corretta e una stretta di rito a viti e bulloni. Ovviamente dopo due settimane di sole “a palla”, per il weekend è prevista pioggia. Comincia il “toto” gomme, pneumatici da fango sì… pneumatici da fango no?
Alla fine, il meteo, almeno domenica, non dovrebbe essere così male, e decido per una soluzione di mezzo: davanti metto una Schwalbe Magic Mary, mentre dietro voglio una gomma che scorra tanto per non affaticarmi nelle interminabili risalite.
Opto per la Schwalbe Rock Razor, sperando di non pagare pegno nel viscido sottobosco di Ca Gianca.
Gonfio “a tutta” le gomme, perché tra sassi aguzzi e roccioni qui le discese sono un terno al lotto ed è un attimo restare con le “braghe calate”: 2.3 bar davanti e 2.7 dietro!
Ci siamo, è sabato mattina, sono carico come una molla. Io e il mio amico carichiamo al meglio la macchina e si parte alla volta di Sestri. Il tempo non è dei migliori, piove, ma confidiamo nelle previsioni meteo che danno schiarite a partire dal primo pomeriggio, proprio quando alle 13,00 dovrebbero partire i primi concorrenti, quelli “seri”.
E così sarà…
Operazioni di rito, con verifica tessera e ritiro pacco gara. Tutto è pronto. La mia partenza è fissata per le 14.40. Quest’anno siamo in sette: io, “Lo Zio”, “Doctor bike”, “Brontolo” e Ricky, più due autentici missili “terra-terra” (Simo e Davide) del mio team (il Gravity Team, ndr).
Ok, tocca a me: parto.
Le due risalite del sabato non sono troppo lunghe e in breve sono già al via della prima speciale, Manierta.
Indosso l’integrale, giù la mascherina e la tensione sale alle stelle, col cronometrista che scandisce le parole di rito: “Cinque, quattro, tre, due, uno, via”. La partenza è subito impegnativa, ripida, tecnica e scassata. L’emozione tira un brutto scherzo: dimentico tutte le linee provate la settimana prima e scendo praticamente “a vista”.
Niente male come prima della giornata.
Nemmeno il tempo di tirare il fiato, e di nuovo “a pestare” sui pedali per andare a prendere il via della PS2, la più “pedalata” delle sei.
A metà PS mi gioco un jolly pazzesco su una serie di roccioni in sequenza, ma per fortuna riesco a mantenere il controllo del mezzo. Comincia la parte pedalata, ho il cuore in gola, stringo i denti e tengo duro fino al toboga che in discesa, in un susseguirsi di curve e sponde mi porta alla fine della Speciale.
La Speciale 3 purtroppo verrà annullata per motivi di sicurezza, giudicata troppo viscida dalla direzione di gara .
Il sabato notte piove incessantemente e la domenica mattina mi sveglio sotto un cielo plumbeo.
Fa freddo.
Non è di certo un buon inizio visto che la prima speciale della giornata è Ca Gianca, una discesa breve, ma “intensa”, che si sviluppa in un sottobosco costellato di sassi e radici resi viscidi come saponette dall’acqua caduta durante la notte. Cadere qui significa compromettere gara e mezzo. Decido di affrontarla “con calma”, ma in realtà la situazione non è poi così drammatica e ci do dentro.
Arrivo giù con le braccia “spaccate”, ma non ho tanto tempo per rifiatare, devo andare a prendere la partenza di Mimose. Tolgo le protezioni e parto “a tutta”. Arrivo con 5’ di anticipo, giusto il tempo per rifocillarmi e partire. La speciale comincia subito con un lungo tratto pedalato e con un velocissimo toboga in falsopiano che non dà tregua a cuore e gambe, per poi picchiare giù verso Sestri lungo un trail tecnico e scassato. Alla fine le mani bruciano, ma stringo i denti e arrivo alla fine.
E poi giù dritto al controllo orario.
Arrivano i primi crampi, ma fortunatamente riesco “a domarli” e a ripartire per l’ultima interminabile risalita che mi porterà all’inizio di S. Anna, la più lunga e tecnica delle sei Speciali, una vera discesa da Dh.
Sono “cotto”, parto male e il ragazzo che parte dopo di me, mi raggiunge. Comincia un ingarellamento che durerà fino alla fine in un alternarsi di sorpassi reciproci. Alla fine avrò la meglio su di lui per una manciata di secondi.
Tiro giù la mascherina, e anche per quest’anno è finita.
Sono esausto, ma contentissimo per avere terminato un garone epico.
Non mi resta che concludere alla grande concedendomi un mega gelato in una delle tante gelaterie presenti sulla splendida cittadina ligure.
La gara di Sestri è anche questo.
All’anno prossimo.
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Redazione MtbCult
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