Dentro la gara: l'Appennino Enduro Trophy a Talamello

Stefano Chiri
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Dentro la gara: l'Appennino Enduro Trophy a Talamello

Stefano Chiri
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Questo weekend lungo di Pasqua mi ha visto impegnato alla prima tappa dell’Appennino Enduro Trophy a Talamello (Rn) (qui le classifiche della gara), in una zona per me quasi inesplorata dell’Italia e sono rimasto veramente colpito da come la cultura dell’enduro si stia affermando su tutta la nostra Penisola e di quanto l’Appennino possa offrirci.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Sapete già da qualche altro mio racconto che sto cercando di portare avanti un mio ideale di enduro quanto più simile all’enduro motociclistico, con guida a vista o con una sola prova antecedente la gara.
Lo faccio per due motivi: mi piace la dimensione in cui ci si trova a guidare, molto più concentrati e alla ricerca della fluidità piuttosto che del passaggio estremo che spesso non sono neanche in grado di fare, hahahahah ? ? ? ma soprattutto di un enduro a costi ridotti che permetta di partecipare a molte più gare e scoprire tanti nuovi posti meravigliosi, proprio come è successo durante la tappa di Talamello.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Sono arrivato a Talamello Domenica, la gara Lunedì di Pasquetta, partendo da Roma alle 6:00 di mattina.
Una volta arrivato ho ritrovato e salutato tanti compagni di avventure.
Dopo i saluti mi sono preparato per il giro pedalato della gara.
Ho pedalato tutta la mattina e ho completato il giro entro l’ora di pranzo, 3 le Prove speciali: lunghe, tecniche e di una bellezza sconvolgente!
Pranzo con un paio di panini e decido di ripartire per un secondo giro pedalato perché la mattina c’era veramente tanto fango che stava asciugando e poi nel secondo giro volevo provare le nuove ruote e13 Trs-R in carbonio con garanzia a vita (di cui leggerete presto il test).
Solo che la stanchezza della sveglia e già i 1300 metri di dislivello accumulati si fanno sentire.
Per fortuna trovo un passaggio per tornare su e per risvegliare i muscoli.
Faccio così un altro giro, meccanizzato e pedalato.
Una sola ricognizione e devo dire che qui a Talamello non è proprio sufficiente per ricordarsi tutti i punti dove fare la differenza.
I percorsi sono stupendi, c’è tanto tanto da guidare, muretti che non vedi dietro finché non ci sei sopra, strappi in salita da farti sputare il sangue e tanto da guidare.
In vetta alle Prove Speciali si vede anche il mare: direi proprio che in questa zona appenninica non hanno nulla da invidiare alla tanto acclamata terra ligure.
In totale nella giornata 6 discese, due per Ps, il Garmin si è spento durante il primo giro però sapendo il dislivello delle Ps all’incirca 2600 metri negativi e 1700 positivi.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Sapevo che il giorno dopo sarei stato un po’ cotto ma i sentieri di Talamello mi chiamavano!
Sarò anche ripetitivo, ma hanno tutto, flow, scassato, ripido, pedalato e anche un terreno che drena nel giro di poche ore.
Sentieri da 10 e lode!

La sera a cena pensavo di soffrire la stanchezza delle gambe per il pedalato e invece mi accorgo che mi fanno male petto, braccia, mani e polpacci, un evidente segno che le discese che ci sono qui non sono abituato a farle.
Dalle mie parti ci sono discese tecniche ma il dislivello negativo è nell’ordine dei 250/300 metri al massimo, qui siamo a 500 m e di altissimo livello tecnico.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Arriva il Lunedì di gara, partenza in piazza e dopo una lunga pedalata eccomi al cancelletto della Ps1.
Non ricordo assolutamente l’inizio, ma ricordo che sul finale c’è da pedalare e tanto.
Vedo partire i primi, tra cui Andrea Paoloni, che ha vinto, Marco Mazzi, secondo, Andrea Pirazzoli, Fabio Di Renzo, terzo, e gli altri davanti a me.
Io ho il numero 8.

Capisco subito che su questo tipo di piste conoscere meglio cosa c’è dietro ogni muretto può fare un po’ di differenza, ma le piste mi piacciono e senza paura provo lo stesso a dare tutto quello che ho.
Il terreno è più veloce di ieri ed è anche più secco, mi ritrovo in ingresso curva sempre leggermente troppo veloce e sento la bici scivolare verso l’esterno, così le prime curve faccio parecchie correzioni ma cerco di ritrovare il feeling con il terreno.
C’è tanto da guidare, ma a parte qualche esitazione nei muretti scorro bene sino ad arrivare all'inizio del pedalato, alla base dei due strappi durissimi.
Ho ripreso ad utilizzare i pedali flat e in queste situazioni quando bisogna esprimere la massima potenza la differenza si sente, arrivo con il cuore in gola e quasi con un colpo di reni supero il secondo strappo, poi c’è un altro tratto guidato in falsopiano dove si potrebbe pedalare ma proprio non ne ho.
Cerco di pompare per tenere alta la velocità ma sono completamente in debito di ossigeno subisco i restanti metri della Ps e arrivo alla fine senza neanche riuscire ad alzarmi in piedi sui pedali…
Probabilmente, per una serie di condizioni, è stata una delle Prove Speciali più dure mai fatte.
Completa di tutto, peccato solo non avere i polmoni di Nino Schurter! ? ? ?

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Controllo orario proprio alla fine della Ps1 e nuovamente in salita per la Ps2. Ripartenza dal controllo orario con le gambe di legno.
Il fuorigiri preso durante la Ps1 mi ha imballato completamente le gambe, ma piano piano si sciolgono e riprendo a pedalare tranquillamente.
Lezione appresa dalla Ps1: riprendi a fare un po’ di ripetute sennò la prossima volta neanche ci arrivi alla fine! ?

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Ps2: stesso genere, leggermente meno pendente ma sempre con tanto da guidare. Terreno spettacolare, il feeling è aumentato e guido meglio.
Arriva il tratto di metà pedalato, in leggera salita con qualche rampetta. Cerco di gestirlo per vari motivi: un po’ i pedali flat, un po’ la stanchezza di ieri, un po’ la paura del fuorigiri preso prima, vado sostanzialmente piano, non ne ho quanto vorrei.
Sezione finale guidata ancora molto lunga e guido bene, sono soddisfatto, e subito su verso Ps3, la più incazzata e pendente, con muri di rocce, radici e una temutissima zona di fango non ancora asciutta.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Ps3: parto soft per non andare in fuorigiri e guido bene senza grosse sbavature anche se ogni volta che affronto i muri mi pento di non aver mollato di più i freni, però guido bene e arrivo sul finale molto più stanco di quello che pensavo.
Avevo provato anche il gran finale per fare un po’ di show proprio all’arrivo ma non ne avevo neanche per tenere forte il manubrio.

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Gara durissima e al tempo stesso estremamente divertente, felicissimo di essere stato a Talamello.
Devo ammettere di invidiare tantissimo tutti i rider dell’appennino tosco-emiliano, non tanto i 9 che sono arrivati prima di me in classifica generale, ? ? ?, quanto per i percorsi che hanno.
Qui l’enduro è ai massimi livelli e si vede anche da come vanno in bici e dai distacchi in classifica (più contenuti che nelle passate stagioni di enduro).

Appennino Enduro Trophy a Talamello

Appennino Enduro Trophy a Talamello

C’è tanta gente preparata, che guida veramente bene la bici, ed è anche bello vederli da fuori.
Il livello delle gare si sta alzando enormemente e lo sviluppo di questi territori sta dando modo a molti giovani (e non più tanto giovani), di queste zone di crescere.
Complimenti all’organizzazione dell’ Aet e ai ragazzi di Colti in Castagna di Talamello.
Alla prossima!

Un grazie a Mario Pierguidi per le foto.

Per informazioni sulle prossime tappe: AppenninoEnduroTrophy.com



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Sull'autore
Stefano Chiri

Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding

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