Covid, bici e quarantena: tre parole che messe insieme potrebbero avere un senso, in questo periodo soprattutto. Ma cosa c'entra il numero 4?
Chi segue il motocross potrebbe pensare allo storico Ricky Carmichael, chi invece ama la MotoGp potrebbe pensare ad Andrea Dovizioso. Nel mondo del calcio viene in mente che ne so, Javier Zanetti?
Ma... Mi dispiace, questi campioni non c'entrano niente stavolta.
Il numero 4, specialmente in questo 2020, per me ha qualcosa di magico.
Per spiegarvi il motivo, faccio un passo indietro.
Il lockdown di marzo-aprile lo abbiamo vissuto tutti, ricordate quando è stata la data della “liberazione” per noi sportivi?
Ve lo dico io, il 4 maggio.
Un giorno speciale, tanto speciale che quel giorno noi di MtbCult.it e BiciDaStrada.it realizzammo un articolo specifico
Lo trovate qui:
Okay, fin qui nulla di nuovo.
Ma da adesso in poi vi racconto una storia più “personale”: i primi di novembre, in seguito a dei sintomi influenzali, scopro di aver contratto il Covid-19.
Per fortuna in forma lieve, ma da quel momento in poi è iniziata la quarantena, per me e la mia compagna.
Dopo 10 giorni altro tampone, di nuovo positivo (per me), quindi è iniziato il countdown.
La regola dice che bisogna stare a casa per 21 giorni dal primo tampone. Prendo il calendario, conto i giorni e... Sorpresa: si esce il 4 dicembre!
Sì, il giorno 4 dell'anno 2020 è decisamente fortunato...
Inutile dire che ho immaginato spesso come sarebbe stato quel giorno, mentre ero chiuso tra 4 mura (Azz, torna il numero 4 anche qui ).
Guardavo il meteo con la speranza che non piovesse, almeno quello.
Sì, perché mentre ero in quarantena, terminati i sintomi del Covid ho ripreso a fare i rulli, molto con calma.
Fuori il sole spaccava le pietre, le temperature erano quasi primaverili. E io lì, a fare il criceto dentro alla mia stanzetta.
E pensare che mi ero promesso di non toccarli quest'anno...
Ma come se non bastasse, gli amici inviavano foto delle loro uscite domenicali (maledetti ).
Vabbè, meglio non pensarci.
Per la cronaca, il 3 dicembre ho fatto un altro tampone (per scrupolo), ed è risultato negativo.
Alleluja!
Per me il 4 dicembre 2020 odorava di libertà, e alla fine così è stato.
Mi alzo, apro la finestra e... Ammazza che freddo!
Ma oggi non importa, basta vestirsi bene.
Colazione, poi mi preparo e vado.
Accendo il mio Gps Wahoo e mi ricorda la data: 4 dicembre 2020.
Che poi, pensandoci bene, 4 sono anche le settimane che sono stato chiuso in casa.
Ma ora meglio non guardare indietro, sono liberooooo!
Aggancio i pedali e parto. Sentire il vento in faccia è già un piacere.
E' molto freddo e io di solito lo soffro, ma oggi no, oggi non sento proprio niente.
Ah, ho dimenticato di dirvi che ho preso la bici da strada.
Sì, oggi niente in Mtb, non voglio infangarmi, voglio pedalare, fare fatica, sudare e riaccendere il motore.
E allora, dove si va? Semplice, in salita!
Eh sì, la salita mi è mancata davvero tanto, anche la discesa in Mtb, ma la salita ragazzi, a me piace troppo.
Nei primi chilometri non sento davvero niente, la gamba non è al top, la frequenza "schizza" subito in alto, ma il cervello ricorda l'ottima condizione che avevo a ottobre, quindi pedalo agile e vado, finché ne ho.
Inizia la salita, mi sbottono lo smanicato, tolgo i guanti e tiro giù lo scaldacollo.
Non è il caso di tirare il rapporto, quindi metto il 36 anteriore e proseguo di passo.
Che figata, ragazzi!
L'andatura è tranquilla, ma non vado poi così piano.
Mi gusto il paesaggio e il mondo che scorre accanto a me e alla mia bicicletta.
Passa un automobilista, suona e fa qualche gestaccio. Ma oggi no, non mi farò rovinare la giornata. Vai pure, è tutta invidia la tua...
Venti minuti circa e sono in cima.
Fa ancora più freddo, il sole non c'è e il computerino segna 4 gradi.
Faccio un respiro profondo e mi godo il momento: quanto mi era mancato tutto questo!
Metto la mantellina e scendo con calma, anche perché la strada è bagnata e sono un po' arrugginito. Sai com'è, evitiamo.
Ultimi chilometri vallonati, la velocità aumenta e me la godo.
Nel finale le gambe iniziano ad accusare, ma l'adrenalina in circolo è ancora tanta, quindi vado.
Sinceramente pensavo peggio...
Chiudo con due ore, 55 km e 817 metri di dislivello, su strade che avrò percorso centinaia di volte in vent'anni di pedalate. Poca roba, avrei pensato un paio di mesi fa, invece l'uscita di oggi la ricorderò per sempre...
Dopo tutto non sono i chilometri, la media o la potenza che determinano l'importanza di un'uscita, contano di più le sensazioni e le emozioni che si vivono in quel momento.
E' proprio quello il vero motore che spinge ad andare avanti.
Quindi, domani dove si va?
Adesso eccomi qui, davanti al computer a scrivere queste righe per voi.
Con le gambe un po' stanche, con le endorfine ancora in circolo e con la testa finalmente libera.
Ora sì, che mi sento bene.
Caro Covid, mi dispiace, ma stavolta ho vinto io!
PS: nonostante tutto mi ritengo fortunato. Ho avuto il Covid in forma lieve e senza altre complicazioni. E anche se per un po' dovrei essere “coperto”, da ora in poi starò più attento...
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.