Christoph Ritzler, responsabile di Fox Europe, ha spiegato in esclusiva a MtbCult i motivi che hanno spinto la Casa statunitense ad acquisire il marchio Marzocchi.
I successi sportivi e i prodotti rinomati fin dagli Anni Settanta, hanno permesso alla Marzocchi di costruirsi un’immagine ai massimi livelli tanto da ricoprire un ruolo di riferimento prima nel settore moto e successivamente in quello Mtb.
La parte finale della gestione Tenneco, il gruppo statunitense che diversi anni fa acquisì la griffe bolognese, ha però avuto diversi alti e bassi creando qualche incertezza sul mercato prima del definitivo passaggio di consegne alla Fox che lo scorso anno non si è fatta scappare l’opportunità di sfruttare storia e tecnologia targata Marzocchi.
Dopo aver intervistato Andrea Pierantoni alla Sea Otter Classic, abbiamo fatto una lunga chiacchierata col Marketing Director di Fox Europe, Christoph Ritzler, il quale ha fatto chiarezza riguardo le ragioni che hanno spinto l’azienda californiana a prendere il testimone del marchio Marzocchi.
«Quando abbiamo saputo che la Tenneco voleva smettere l'attività della Marzocchi, abbiamo ritenuto che era un peccato lasciare morire una storia e un simile bagaglio tecnico così ben radicato sia nel mondo moto che bici come quello della Casa italiana. Inoltre i loro prodotti erano complementari a quelli Fox, tecnicamente più sofisticati e “racing oriented”, e rivolti ad una clientela che ama sospensioni confortevoli, facili da utilizzare, con poca manutenzione anche se ultimamente si era spinta verso caratteristiche più spinte».
- Avete visto anche un possibile sfruttamento del loro know-how?
- Certamente, perché la storia delle sospensioni è basata sui brevetti e sotto questo aspetto Marzocchi ne ha importanti e interessanti scritti da gente con tanta esperienza. Ed è per questo che abbiamo assunto anche tre ex dipendenti Marzocchi che complessivamente hanno più o meno novant'anni di esperienza nelle sospensioni, in pochi possono vantare tanto nel settore bici, ma anche in quello moto. Per noi è utile avere una tale competenza, per poterla integrare nei piani Fox, ma anche per continuare a sviluppare i prodotti Marzocchi».
- Quindi, nessun conflitto di interessi….
- Assolutamente, perché il mercato è abbastanza ampio per poter avere clienti diversi in base alle caratteristiche del prodotto, ci sono quelli che vogliono quello più leggero e legato all’ultima novità ma anche quelli meno sfegatati e più legati alla concretezza.
- Quali sono le vostre strategie nel medio periodo?
- La prima cosa è semplicemente riattivare tutta la linea di prodotti, che era stata sviluppata da Tenneco ma poi messo solo in parte in produzione, così da poter soddisfare tutte le richieste rimase in standby, successivamente ottimizzare la gamma aggiungendo altre opzioni mentre nel 2018 sviluppare altri prodotti per completare il range. Un lato positivo è che Marzocchi ha comunque già un bel po' di prodotti che Fox non ha in catalogo, come ad esempio la forcella Freeride, più economica ma molto concreta o i prodotti per il mercato del Dirt Jump che la Fox non segue e dove la Marzocchi ha una storia da sempre, senza contare i validi prodotti da cross country che sono già disponibili.
- Avete tanta attenzione per l'utente finale, ma la stessa politica riguarda anche il settore commerciale?
- Certo, ad iniziare dal controllo qualità che è un po’ il fiore all’occhiello della Fox e che vogliamo applicare anche in Marzocchi. Inoltre vogliamo ampliare le relazioni nei mercati dove Marzocchi negli ultimi anni non aveva canali di distribuzione, ma soprattutto dedicare la massima attenzione al servizio post vendita e garanzia con un occhio particolare ai centri assistenza che, se ben addestrati, dotati di tutti gli attrezzi e coi ricambi in magazzino, possono soddisfare il cliente bene e velocemente. E’ per questo che in Fox ogni anno spingiamo i nostri distributori a partecipare ai corsi tecnici e la stessa cosa la faremo per quanto riguarda Marzocchi.
- C’è qualche mercato al quale tenete in modo particolare?
- Ovviamente abbiamo come riferimento il mercato statunitense ed europeo, ma anche quello asiatico che si sta sviluppando velocemente oltre all'America del Sud dove c'è un bel mercato e ancora tanto lavoro da fare.
- Stati Uniti, Europa, Asia: i consumatori di questi tre mercati sono gli stessi o le esigenze sono differenti?
- Sono molto diversi. Se ad esempio prendiamo in considerazione il servizio tecnico, l’utente italiano se trova il centro che lavora bene ci si affida volentieri e per migliorare il suo prodotto ed averlo all’avanguardia è disposto ad investire, ma non è così se deve affrontare un costo di mantenimento, al contrario dell'inglese che è sempre pronto a spendere anche per la manutenzione semplice perché sa che ogni anno si deve fare.
Negli Stati Uniti invece dicono: come si fa? Si comprano un po' di olio e un po' di guarnizioni e cercano di arrangiarsi da soli, all'asiatico come al cinese, all'opposto, piace comprare la forcella top ma prima di fare la manutenzione preferisce venderla su internet e acquistarne una nuova. Ma ci sono altre situazioni come il tedesco che si lamenta se il servizio non è super pronto, super veloce, super accurato e a un buon prezzo, o lo svizzero che si aspetta la stessa cosa, e se non la riceve non dice niente, ma va da un altro.
Sono tante circostanze diverse, che se si capiscono offrono una grande opportunità per differenziarsi sul mercato.
Di sicuro la nostra esperienza accumulata nella presenza di FOX in 50 Paesi ha portato ad avere uno scambio costante di informazioni con i nostri distributori e siamo convinti che possiamo usarla per imporre il marchio Marzocchi a livello internazionale.
- Per quanto riguarda il mercato Marzocchi in Italia, invece?
- Abbiamo iniziato da poco la collaborazione con l’Andreani Group che è stata fondamentale per riproporre sul mercato il prodotto Marzocchi. Senza il supporto di Giuseppe Andreani e del suo staff non saremmo stati capaci di compiere una transizione così veloce ed efficiente.
La loro esperienza nel settore delle sospensioni è eccezionale, ed è stato facile proporsi sul mercato col loro biglietto da visita, forti della loro competenza e professionalità anche in ambito distributivo e di conoscenza del prodotto.
Anche per una azienda come Fox operazioni come completezza dello stoccaggio, velocità nelle spedizioni e assistenza mirata non sono mai facili, ma i progressi che abbiamo già ottenuto in questa prima fase di lavoro sono molto soddisfacenti e quindi contiamo di avere una bella prospettiva di lavoro assieme.
- Lo scambio di tecnologie tra Fox e Marzocchi è solo all'inizio ma ritiene che in futuro possa essere sempre più intenso?
- Sì, ed è per questo che i tre tecnici provenienti da Marzocchi bici sono già ben integrati nel processo di ricerca e sviluppo con i nostri ingegneri. Lavorano insieme sui progetti e c'è un grosso guadagno nelle competenze per quanto riguarda tutti gli aspetti delle sospensioni: superfici, trattamenti, guarnizioni, tolleranze, idraulica.
Certamente lo scambio aggiunge sempre qualcosa, si impara sempre su piccoli passi che fanno un lavoro globale molto favorevole, anche nel capire come le cose si combinano e lavorano insieme.
- Vi siete dati delle tempistiche particolari?
- L’obiettivo è di rinforzare di nuovo e mettere la Marzocchi in una posizione come era qualche anno fa. Era dieci volte di come è stata in quest’ultimo anno, e secondo noi non c'è ragione per cui Marzocchi non possa ridiventare questo, o anche di più, in quanto il mercato globale negli ultimi anni delle sospensioni ciclo è cresciuto molto.
E poi ci sono altre opportunità che si aprono, per esempio alla bici elettrica, che in certi Paesi sta facendo una crescita come negli anni del boom della mountain bike. E in questa fascia un prodotto come Marzocchi che vanta una tradizione motociclistica di affidabilità, performance e facilità di utilizzo credo sia molto valido.
- Come ritiene possa essere la forcella del 2020?
- Dotata di molta elettronica, cioè una sospensione intelligente che forse arriverà anche prima di quella data. Penso che ci sia molto spazio per inserire l'elettronica, anche a livello di ammortizzatore, a noi piace vendere e parlare di tecnologia, di cosa si farà in futuro, e di come dare all'utente finale la bici che vada meglio, e in quest’ottica senza dubbi l'elettronica aiuterà molto per gestire le cose sulla bici.
A breve ci saranno anche le mappature come nella moto: clicchi il bottone e si cambia il setting, anche se si sta ancora lavorando per rendere il cambiamento molto reattivo e contenere dimensioni e peso della batteria. Si stanno inoltre studiando degli algoritmi che permettano di assorbire le vibrazioni della bicicletta alle alte velocità in modo che, con i dovuti setting, si riesca a ridurre l’accumulo di acido lattico per ridurre l'affaticamento fisico. La risposta e il cambio di lavoro devono essere però praticamente in tempo reale, parliamo di due millesimi di secondo, e non è facile. Oggi è la Öhlins che dispone della valvola elettronica più veloce, ma non basta ancora per un utilizzo Mtb che necessita di una risposta immediata ma l’evoluzione prosegue velocemente.
Per chiarire in modo definitivo il futuro Fox-Marzocchi, abbiamo posto altre domande ad Andrea Pierantoni.
«Dallo scorso novembre Marzocchi è passato di mano alla Fox Usa - spiega Andrea Pierantoni, pietra miliare della Casa bolognese ed ora responsabile a livello internazionale del marchio italiano per conto dell’azienda statunitense - siamo partiti con la riorganizzazione di tutta la rete commerciale mantenendo alcuni storici distributori in Paesi come Germania, Inghilterra, Polonia, Russia, e iniziando nuove collaborazioni in altri come per l’Italia dove abbiamo ci siamo affidati all’Andreani Group per la garanzia di affidabilità e professionalità che avevano nel settore. Parallelamente portiamo avanti lo sviluppo dei prodotti con un team Marzocchi che lavora in stretto contatto con l’R&D Fox.
- Nel 1989 Marzocchi diede luce alla prima forcella Mtb.
- Si chiamava Star Fork, e la concepii al ritorno da una fiera portandone avanti lo sviluppo
parallelamente a quello delle moto. Da lì nacque quattro anni dopo il primo prodotto definitivo denominato Bomber, che ha dato il via ad una serie sempre più apprezzata di sospensioni, dalla Monster derivata da una forcella da moto trial che fu la prima da discesa, seguita dalla Super Monster con 250 mm di escursione e dalla Triple Eight. Una linea di prodotti che ebbe molto successo anche negli Stati Uniti.
- Sino ad arrivare ai giorni nostri: attualmente per cosa sono rinomati i prodotti Marzocchi?
- Soprattutto per l'evoluzione avuta con le forcelle a molla. Nella Mtb vanno molto quelle ad aria per questioni di peso, ma Marzocchi ha mantenuto un’ottima reputazione per le prestazioni delle sue forcelle a molla.
Ad esempio la 380 Titanio come peso è paragonabile ad altre con funzionamento ad aria ma con una risposta sensibilmente più favorevole, come confermano gli ottimi risultati ottenuti nel 2015 nei campionati mondiali. Per l'enduro abbiamo fatto una forcella con le molle in titanio, e anche lì il risultato è molto positivo ottenendo dei buoni riscontri in termini di rigidità, funzionalità e possibilità di mantenerla con un buon feedback nel ritorno.
- Come si posiziona Marzocchi oggi?
- La vendita da parte di Tenneco ha un po' rallentato il mercato perché si era momentaneamente bloccato lo sviluppo, ma ora grazie alla Fox siamo ripartiti e il rilancio sta procedendo secondo i programmi grazie anche alla tecnologia avanzata di cui disponeva la Marzocchi. Ad esempio, le cartucce erano di un livello così alto che ancora oggi sono a un livello superiore rispetto alla concorrenza.
- L’utente finale perché dovrebbe affidarsi ad un prodotto Marzocchi?
- Innanzitutto oggi il binomio Marzocchi/Fox garantisce un servizio di assistenza integrata efficiente e capillare con un'unica base di servizio. Inoltre, il consumatore finale ha un prodotto affidabile, con una qualità idraulica all’avanguardia, buona performance, di facile manutenzione, che con Andreani Group può essere personalizzato in base al tipo di corporatura e di guida del pilota. I due nuovi ammortizzatori, uno da cross country e l’altro enduro, sono inoltre dotati di tecnologie avanzate rispetto alla concorrenza, tra cui la possibilità di regolare in tre posizioni il flusso del lock-out per poter scegliere se lo si vuole tutto chiuso o meno.
Ps: da dove nasce il marchio Fox e cosa rappresenta in questo momento?
Facciamo un piccolo passo indietro…
“Fox Factory Inc. ha sede a Scotts Valley, in California, ed è stata fondata più di quarant'anni fa dall’eccentrico Bob Fox il cui cognome ha portato ad adottare una volpe stilizzata come marchio. Di sera giocatore di poker e di giorno pilota di motocross, la sua visione avanzata e la passione nel trovare rimedi per migliorare la guida del suo mezzo lo spinsero a sviluppare un ammortizzatore ad aria, che si rivelò però troppo all’avanguardia per quei tempi tanto da essere poi abbandonato. Guardate il video...
Dal motocross alle Indy cars, dove l’80% dei partenti era schierato con sospensioni Fox, poi arrivarono quelle per i quad e dalla fine degli anni ’80 il salto nel settore bici producendo prima gli ammortizzatori per la Cannondale (ricordate la Delta V 2000? Foto in basso...) e poi le forcelle che hanno consacrato definitivamente il marchio californiano nel settore.
Fox Europa è la struttura commerciale che gestisce la distribuzione internazionale ad eccezione del mercato statunitense, tramite distributori che sono i veri e propri service center e i clienti OEM, ovvero le aziende per il primo montaggio o che specificano i prodotti e li fanno costruire per esempio in Asia.
Con questi ultimi Fox lavora a stretto contatto per fornire loro i il prodotto con la taratura giusta, o per ottimizzarlo al disegno della bici. Fox si occupa anche dei corsi tecnici e di tutta l'attività marketing che riguarda prodotti e comunicazione.
In totale sono12 addetti, ma in Germania hanno una ditta “sorella” che tratta direttamente i mercati di lingua tedesca: lì sono una quarantina perché si occupano anche dell'assistenza tecnica. In totale nel mondo Fox ha 1.400 addetti con un fatturato di 360 milioni di dollari, ed è anche quotata in borsa sul NASDAQ”.
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Redazione MtbCult
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