«Cara bici, ti devo un anno di vita».
Stamattina, mentre pedalavo da solo le parlavo.
Sì, proprio a lei, alla mia bici, perché in questo periodo le devo molto.
Un anno buttato.
Un anno di libertà persa.
Un anno di rinunce.
Un anno di paura.
Un anno di rabbia.
Insomma, un anno difficile per tutti.
Ma, almeno per me, sarebbe stato ancora peggio se non avessi avuto la bici.
In tutte le sue forme: strada, Mtb, gravel, e-Bike e voglio metterci anche i rulli, che ci hanno tenuto parecchia compagnia...
Non so voi, ma io sto accusando particolarmente questo clima di privazioni, i colori, le zone, il coprifuoco...
Sì, magari sarà necessario, ma non riesco a viverla serenamente, è più forte di me.
Uno dei pochi momenti della giornata in cui riesco a non pensare, o a pensare meno, è quando vado in bici.
Aggancio i pedali e stacco la spina!
Mi dissocio dal mondo.
A volte di più, altre di meno, ma comunque sto bene.
E quando torno sto ancora meglio.
Cara bici, ti devo un anno di vita.
Parlo di bici perché sono un ciclista e con lei ho un rapporto “intimo”, ma tutti gli sport andrebbero salvaguardati. Sempre, ma ancor più in questo periodo.
Abbiamo la fortuna di poter contare su un antidepressivo naturale, quindi sfruttiamolo!
Fare sport fa bene a testa e fisico. E volendo contestualizzare l'argomento all'attualità, aiuta anche a potenziare le difese immunitarie e combattere le malattie, Covid compreso.
Ormai è stato riconosciuto anche da chi di dovere.
Tardi, ma è stato riconosciuto...
Cara bici, ti devo un anno di vita.
O forse anche qualcuno in più...
Perché ancora mi fai sognare come quando ero bambino.
E perché a volte mi fai arrabbiare, ma non riesco mai ad essere troppo cattivo con te.
Ti devo molto perché mi sproni sempre a dare il massimo, anche quando le gambe mollano e la testa pure, ma ferito nell'orgoglio spingo a tutta, fino a quando ne ho.
Ti devo un anno di vita, uno dei più difficili di sempre, per me.
Sarò stato fortunato prima?
Forse sì, ma sinceramente non mi interessa, non vedo l'ora di tornare alla libertà!
Nel frattempo, però, so che quando qualcosa va storto, quando ho troppi pensieri nella testa e troppa rabbia in corpo posso contare su di te, cara bici.
La mia valvola di sfogo, un mezzo odiato da molti ma amato da altrettanti, che ci identifica e ci rende unici.
Due ruote, due pedali, il vento in faccia e tante storie da raccontare.
Cari biker e ciclisti, se avete letto fino a qui, molto probabilmente state vivendo la mia situazione.
Ma vi dico una cosa: non mollate, non molliamo!
Prima o poi la salita finirà...
Intanto esprimiamo i nostri desideri, non costa nulla:
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.