Gli azzurri per Parigi 2024? Facciamo il punto col Ct Celestino

Daniele Concordia
|

Chi saranno gli azzurri per Parigi 2024?
Il Ct della nazionale italiana, Mirko Celestino, è in piena fase di studio sulle prestazioni dei possibili convocati, ma dopo le prime due prove di Coppa del Mondo e dopo i Campionati Europei di Cheile Grădiștei inizia ad avere delle idee più chiare.

Abbiamo aspettato che tornasse nella sua Liguria per chiamarlo al telefono e provare a capire come procede la selezione degli azzurri per Parigi 2024.

- L'europeo ti ha dato qualche risposta in più in vista delle Olimpiadi?
- Sì, alcuni di loro hanno raggiunto la condizione che gli avevamo richiesto nelle prime due prove di Coppa e all'Europeo. In particolar modo dalle donne ho avuto diverse conferme, ad esempio Greta Seiwald è andata fortissimo in Romania, ha chiuso quinta nonostante una foratura, meritava una medaglia...



- Ad oggi, chi sarebbero i convocati?
- Non voglio sbilanciarmi troppo, perché devo valutare ancora alcuni aspetti. A Parigi possiamo portare due uomini e due donne, attualmente ci sono in ballo 7-8 nomi, quelli degli atleti più “solidi” e costanti.
Tra le donne Martina Berta ha fatto tanto in passato ed ha dimostrato di esserci quando serve, Chiara Teocchi sta andando molto forte e sa prepararsi all'appuntamento secco, lo ha dimostrato in Brasile chiudendo al quarto posto.

Greta Seiwald, come dicevo prima, all'Europeo ha confermato di aver fatto un bel salto di qualità. Senza dimenticare Giada Specia, anche lei è in lizza per un posto a Parigi. Diciamo che se una ragazza fosse in difficoltà avrei diverse alternative da valutare.

- E i ragazzi?
- Beh, è sotto gli occhi di tutti cosa sta facendo Simone Avondetto, terrò presenti i suoi risultati e la sua netta crescita.

Poi c'è Luca Braidot, l'azzurro che ha ottenuto di più in Coppa del Mondo tra gli elite e voglio lasciare le porte aperte anche a Daniele Braidot: ad Araxa era 11°, poi ha forato, ma la gamba per stare con i migliori c'era. Infine, Juri Zanotti potrebbe essere un'alternativa interessante. In ogni caso, sia gli uomini che le donne devono darmi dei segnali nelle prossime gare, devono dimostrarmi di essere motivati e in grado di prepararsi per ottenere un buon risultato, non solo per essere presenti.

- Quando sarà il termine ultimo per decidere e comunicare i nomi dei convocati?
- Dopo Nové Město dirò i nomi dei convocati, almeno avranno modo di prepararsi in modo corretto e di stare tranquilli.

- Hai l'imbarazzo della scelta, questa nazionale Xc è diventata molto forte. Sei d'accordo?
- È vero, siamo forti e il ranking UCI ne è la dimostrazione: dopo Svizzera e Francia ci siamo noi. Abbiamo tanti Elite buoni, ma purtroppo nella categoria U23 siamo un po' carenti, abbiamo degli atleti forti ma sono pochi. Bisognerebbe trovare una soluzione con i team, per dare modo ai ragazzi di crescere con calma, ma in un ambiente idoneo e professionale.

- Lo scorso anno siete stati a Parigi per il “test event” preolimpico: che idea ti sei fatto del tracciato in quella occasione?
- Il percorso è tutto artificiale, non ci sono salite lunghissime, è veloce, moderno ma non eccessivamente tecnico. Assomiglia molto a quello della prima prova di Coppa del Mondo a Mairipora. Chiara Teocchi, infatti, dopo quella gara mi ha detto: «Mi sembrava di girare sul percorso di Parigi».

Tuttavia, rispetto al test event dello scorso anno è stato cambiato qualche tratto, proprio per questo motivo avremo modo di provare di nuovo il percorso. Dopo la Coppa del Mondo di Nove Mesto volerò a Parigi con sei ragazzi, avremo due giorni per allenarci sul tracciato definitivo, valutare le tattiche, le scelte tecniche e tutto il resto.

- A proposito di scelte tecniche, è vero che alcuni atleti stanno pensando di correre con la front?
- Alla ricognizione di fine maggio, alcuni dei miei atleti porteranno due bici, front e full, poi valuteranno in base ai tempi e alle sensazioni. Lo scorso anno Loana Lecomte vinse proprio con la hardtail, anche Pauline Ferrand-Prevot e Tom Pidcock fecero la stessa scelta tecnica.

- Che tipo di atleta potrebbe essere favorito su un percorso come quello di Parigi?
- Un atleta resistente ma esplosivo, non uno scalatore puro. Le salite sono brevi, serve potenza.

- Un atleta alla Tom Pidcock?
- Lui è molto completo, va forte in salita ma sa anche “tirare il rapporto”, una capacità che ha acquisito grazie alla preparazione per le gare su strada. Staremo a vedere...

- Quante possibilità abbiamo di portare a casa una medaglia, se non addirittura una vittoria?
- Osservando il livello degli azzurri, i risultati conquistati recentemente da alcuni di loro, la grinta che stanno mettendo tutti nella preparazione e la voglia che hanno di fare bene alle Olimpiadi, posso dire che qualche concreta possibilità c'è. Sono fiducioso.

Qui sotto, la ricognizione del percorso di Parigi 2024 (senza le ultime modifiche):

Ecco com'era andato il test event:

Qui gli altri articoli e contenuti tecnici che parlano del cross country.

Foto Facebook di UEC Cycling.

Condividi con
Sull'autore
Daniele Concordia

Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.

Iscriviti alla nostra newsletter

... E rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie!
Logo MTBCult Dark
Newsletter Background Image MTBCult
arrow-leftarrow-right