Il ciclismo giovanile secondo After Skull: "Ecco perché non è solo un sogno"

Silvia Marcozzi
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Arrivo all’After Skull in un giorno di allegra baraonda qualunque. Mentre un gruppetto di bambini gira in pump track sotto la guida di Manlio Iaccarino, un altro aspetta il suo turno nella vicina skill area.
La giornata è tiepida e i genitori si godono il sole ottobrino sulla terrazza dell’impianto che ospita bar, docce e sala riunioni.

Mi vengono incontro Sandro e Michele Baldisserri, padre e figlio tuttofare in questo piccolo paradiso della bicicletta a un passo dal centro di Gambettola, nel cesenate. 

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Una lezione di BMX nella pump track di Gambettola



Partiti da piccone e badile con tanta passione e un pizzico di follia, oggi gestiscono una realtà che introduce tantissimi ragazzi al ciclismo attraverso il BMX, la Mtb e non solo. 

Ogni volta che vengo qui l’impressione è la stessa: quella di entrare non in un impianto sportivo, ma in un grande famiglia dove tutti si è uniti dalla stessa passione, dalla stessa voglia, dalla stessa visione.

- Com’è nato il progetto After Skull? 

- Michele: After Skull è nato per gioco nel 2011 da me, allora quattordicenne, e da alcuni amici come un modo di allenarsi alternativo al Gravity che non potevamo praticare tutti i giorni.
Cercavamo una soluzione per stare in bici che fosse proficua per la discesa e al tempo stesso divertente. All’inizio eravamo in quattro, poi progressivamente si sono aggiunte persone, tutte disposte ad impegnarsi in prima persona e a lavorare di carriola e badile per costruire quello che avevamo in testa.

I salti da due sono diventati otto, poi dieci, e di mano in mano che il progetto cresceva sempre più persone hanno iniziato a chiederci di partecipare a quello che facevamo. Così nel 2014 è nata l’A.S.D. After Skull e poi tutto l’impianto che vedi qui oggi.
Ci sono voluti alcuni anni di lavori e soprattutto di burocrazia ma nel 2019 abbiamo aperto e da lì abbiamo continuato a crescere. In quegli anni abbiamo avuto la fortuna di trovare appoggio nell’amministrazione locale che ha intuito l’importanza di una struttura del genere per il territorio e per i giovani. 

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- Sandro: io ai tempi avevo già fatto il corso come istruttore federale e l’idea che abbiamo avuto è stata quella di avviare non un semplice impianto sportivo ma una vera e propria scuola di ciclismo. Da subito abbiamo voluto fare le cose per bene, rispettando tutti i parametri per poter accogliere gare ed eventi di un certo livello. 

L’alternativa sarebbe stata sicuramente ad un certo punto quella di azzerare tutto il lavoro fatto fino a quel momento e i miei oltre trent’anni di impegno nel mondo del ciclismo mi hanno spinto a prendere una direzione diversa.

Purtroppo ho avuto la fortuna (o sfortuna?) di avere contagiato anche mio figlio con la stessa passione ed eccoci qua oggi. 

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- Una vera malattia di famiglia.

- Esatto. Noi abitiamo proprio lì, vedi, e il bar dell’impianto è gestito da mia sorella che segue anche l’utenza libera. Viviamo di questo, lo respiriamo dalla mattina alla sera, e ci stiamo investendo tutto il nostro tempo e le nostre energie. 

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- Che cosa si può fare all’After Skull? Quali sono le discipline che si possono imparare qui?

- After Skull nasce dal BMX freestyle, che è ancora al centro della nostra attività. Abbiamo poi introdotto quasi subito il BMX racing perché abbiamo capito che per molti ragazzini è una disciplina più semplice da approcciare. 

Oltre ad essere propedeutica poi a tutto quanto di più tecnico si può apprendere in seguito. Col BMX race si parte sul terreno, mentre col freestyle si sfruttano poi le varie rampe e features che richiedono un livello di evoluzione maggiore. 

Oltre a questo abbiamo la linea dirt dei salti, sempre nel mondo freestyle, e poi la pumptrack, l’ultima arrivata, che nel 2021 ha ospitato l'evento di qualificazione Red Bull per il mondiale.
La pump ha il vantaggio di poter essere sfruttata tutto l’anno e di essere un modo giocoso e semplice per far avvicinare le persone a certe discipline del ciclismo. Non è raro vedere le mamme che accompagnano i bambini ai corsi cimentarsi sulla pump e poi diventare delle varie appassionate. 

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Un momento della Red Bull Uci Pump Track Qualifier del 2021 / Foto: Samuele Cocchiario / Redbull

Per non parlare dell’utenza libera, soprattutto serale, che richiama gruppi di amici che vengono a passare una sera diversa qui. Cerchiamo di organizzare iniziative per alimentare questo movimento, come le serate “spiga” in cui forniamo il chip per il cronometraggio così da far divertire anche chi viene qui occasionalmente, magari seguite da pizza e birra tutti insieme.  

Ci tengo a precisare che siamo un impianto dedicato al ciclismo ma siamo aperti a tutti, skater, monopattini, roller. Crediamo in un’idea di sport inclusivo e chiunque è il benvenuto qui. Per questo per noi è importante anche mantenere dei prezzi popolari per consentire a tutti di provare ad entrare in questo mondo (l’ingresso per l’utenza libera è di 5€ per un turno di due ore per gli uomini ed è gratuito per le ragazze, n.d.r.).

- Con quali corsi siete partiti? 

- Michele: siamo partiti da subito con i corsi di avviamento alla Mtb, principalmente perché si tratta delle bici che tutti i bambini hanno in garage. A questi si sono aggiunti ovviamente il BMX, freestyle e riding e poi corsi più tecnici anche per seguire l’evoluzione della nostra utenza. 
Inizialmente la nostra pista era molto tecnica ma abbiamo dovuto tornare indietro, per così dire, per adeguarci ad un’utenza che ancora non conosceva la disciplina e non aveva il livello per usufruirne. Abbiamo dovuto formare la nostra base, e oggi siamo nuovamente pronti ad alzare il livello.

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- E oggi?

- Nel 2022 abbiamo chiuso l’anno con un totale di 260 tesserati. Abbiamo una squadra BMX racing che corre a livello italiano ed internazionale nella categorie dai Giovanissimi agli Elite, Abbiamo la squadra di cross country che va dai Giovanissimi al Giovanile. Abbiamo una sezione di enduro e DH curata dal Rogue Racing che corre in Coppa del Mondo

A questi si aggiungono i tesserati dei corsi di avviamento, dell’utenza libera e dei gruppi di BMX freestyle, oltre a chi segue lezioni individuali, che sono comunque sempre disponibili. 

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- Come si avvicinano i più piccoli al ciclismo?

- Finché parliamo di bambini molto piccoli generalmente sono i genitori ad avviarli alla bici, o perchè la praticano loro per primi o perchè comunque hanno già una certa sensibilità sull’argomento. 

Per i più grandi, dai 9/10 anni e oltre, che hanno già accesso ai social e all’informazione, capita spesso che siano loro a chiedere ai genitori di iniziare. A volte si tratta di esempi più vicini, come quello di un amico che già va in bici magari. 

Considera che da noi non esiste un’età minima per iniziare. Purché un bambino sappia stare in equilibrio in autonomia in bici all’After Skull c’è posto per lui. I gruppi non sono organizzati per età ma sulla base delle competenze.

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Prime prove di salti in pumptrack

- Agonismo fra i giovanissimi: sì o no? 

- Si tratta di un argomento delicato, dato che tanto dipende dall’indole del ragazzino. Non tutti sono portati per la competizione, ma personalmente credo che dove esiste una certa predisposizione sia una componente importante. 

L’agonismo insegna l’impegno verso un obiettivo e stimola quella che io chiamo la “fame”, il desiderio, che a volte vediamo mancare nelle nuove generazioni. 

Non è tanto importante il risultato della competizione, soprattutto ad una certa età, quanto l’atteggiamento che si impara, e che si può poi applicare a tanti altri aspetti della vita. 

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Su questo noi lasciamo la scelta ai ragazzi. Ad esempio nel BMX abbiamo due gruppi, uno agonistico e uno pre-agonistico, a seconda dell’obiettivo scelto. Al tempo stesso non precludiamo a nessuno la possibilità di mettersi alla prova in gara o al contrario di allenarsi con un certo metodo pur senza gareggiare. 

Abbiamo ragazzini che sono passati dal BMX racing e che hanno smesso di gareggiare per dedicarsi al freestyle in autonomia, ma ora hanno gli strumenti per far crescere il loro livello perché hanno imparato a costruire un percorso verso un obiettivo. 

- A livello motorio si tratta di uno sport adatto ad un ragazzino in crescita?

- Assolutamente sì. Insieme al nuoto è uno degli sport più completi, dove si utilizza tutto il corpo, e sviluppa tantissimo le doti di coordinazione e di equilibrio. Fornisce una base motoria di primo livello, anche questo un bagaglio importante che ci si porta poi dietro in qualunque altra attività. 

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Sandro - Nel BMX in particolare c’è una cura estrema del gesto atletico, tutto deve essere eseguito alla perfezione, dato che le prestazioni - che si parli di freestyle o di racing - hanno una durata molto breve. Per questo il lavoro sul controllo del corpo non è paragonabile a quello che si ha in altre discipline del ciclismo. 

- Parliamo del vostro progetto di ampliamento.

- È un progetto ambizioso che nasce fondamentalmente da una mancanza. Quella sul territorio regionale ma anche nazionale di strutture adeguate in numero sufficiente per la preparazione degli atleti di alto livello. Per noi è frustrante veder crescere i ragazzi fino ad un certo livello e poi doverli in qualche modo lasciare soli di fronte alla gravosa scelta di continuare, quando questo comporta al momento un trasferimento, un investimento importante per le famiglie… 

Nelle competizioni a livello internazionale l’Italia non può crescere più di tanto perchè manca di strutture e quindi alla naturale selezione dei talenti che è propria di ogni sport si aggiunge poi una selezione iniqua che dipende da questa carenza di spazi adeguati. 

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- E cosa prevedere il progetto nel dettaglio?

Innanzitutto una pista di BMX adatta ad ospitare gare fino a livello europeo. A questo si aggiungerà un park (pensato per le bici ma adatto anche a skate ecc.) di dimensioni importanti (in Italia al momento ne abbiamo solo uno di questo tipo) e un anello in asfalto tutto attorno all’impianto per l’allenamento su strada. 

Oltre a questi impianti abbiamo previsto la costruzione di una struttura mediante il recupero di un edificio già esistente, quindi senza consumo di suolo, destinata ad accogliere gli atleti durante gare, camp e ritiri. 

Il primo piano di questa struttura sarà completamente occupato da una palestra dedicata alla preparazione specifica. E’ previsto anche che sia dotata di cucina professionale per diventare una base utile durante eventi o ritiri, con la possibilità id essere utilizzata sia in autonomia dalle squadre sia con la presenza di un servizio di catering. 

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- Quando potremo vederla realizzata?

- Il progetto è pronto e finanziato e abbiamo avuto il parere favorevole della Federazione al cui vaglio lo abbiamo subito sottoposto. Più complicato sembra invece ottenere le autorizzazioni, stiamo pagando lo scotto di fare qualcosa di nuovo che non sempre le amministrazioni sono pronte a recepire. 

Abbiamo prodotto una marea di documenti ma ora speriamo di avere risposte positive nel giro di pochi mesi, poi ci vorrà il tempo necessario per i lavori ma siamo fiduciosi, ci arriveremo. 

- Si tratta di una bella opportunità anche per il territorio. 

- Michele: noi crediamo di sì, nelle nostre intenzioni questo aspetto è sempre stato importante. Già ora le attività della zona lavorano tanto grazie a noi, in particolare le attività di ristorazione, e parliamo ancora di un’utenza locale abbastanza limitata. Con un ampliamento di questo tipo sicuramente le prospettive sarebbero molto maggiori, con eventi di portata internazionale e un flusso continuo di atleti.

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Sandro e Michele Baldisseri, padre e figlio, ideatori del progetto After Skull

Con i nostri ragazzi da anni frequentiamo centri federali strutturati in questo modo all’estero, ed è un peccato non avere delle realtà simili in Italia. Noi stiamo lavorando in questo senso, per dare un futuro al ciclismo. 

Tutto ciò che facciamo da quando è nato il progetto After Skull va nella direzione di creare un sistema sostenibile nel tempo che si possa autoalimentare e che sappia rinnovarsi. 

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La pista da BMX vista dalla rampa di partenza e, a lato, la linea di salti

- Quindi il ciclismo giovanile ha del potenziale? 

- Chi non lo crederebbe guardandosi attorno qui? Nel giro di pochi anni siamo cresciuti moltissimo, e attingendo ad un baino comunque molto limitato territorialmente. Certo con i ragazzi bisogna partire da forme di ciclismo più appetibili, divertenti, come può essere la Mtb rispetto alla bici da strada. 

Va anche considerato che il ciclismo su strada per i giovanissimi in questo momento subisce molto il problema della sicurezza stradale insufficiente, quindi bisogna orientarsi su altre discipline e altri contesti, almeno finché si parla di bambini e di giovanissimi. 

Un altro aspetto fondamentale è creare un contesto professionale dove i preparatori siano aggiornati e in grado di dialogare con i ragazzi. Noi ad esempio spingiamo i nostri ragazzi più grandi a seguire i corsi per diventare tecnici federali. 

Così da un lato si crea un circolo virtuoso per cui i più grandi diventano in grado di affiancare i più piccoli e hanno una motivazione in più per restare nel circuito. Dall’altro si costruiscono una professionalità che come tale va fatta crescere e riconosciuta. 

Al momento noi ci avvaliamo di 11 tecnici federali tutti regolarmente stipendiati per il lavoro che svolgono qui. Non si può lasciare la formazione dei giovani in mano a chi lo fa nel proprio tempo libero magari con una formazione di trent’anni fa. È ora che questo tipo di mentalità cambi.

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Un ultimo giro di pista

La nostra chiacchierata si conclude mentre il sole inizia a scendere. I bambini stanno scemando dalla pista: la lezione è finita, ma molti si attardano per un ultimo giro. Nel frattempo arrivano le prime pizze dal vicino ristorante e fuori si prepara un gruppo di sedicenni che si sono dati appuntamento per girare in pump. 

Chi crede che il ciclismo giovanile in Italia sia in crisi dovrebbe farsi un giro da queste parti. L’entusiasmo che due ruote e un manubrio sanno suscitare non conoscono crisi: se mai quello che manca sono posti di questo genere, aperti, ospitali, appassionati. 

Allora ben vengano i nuovi progetti e in bocca al lupo a tutte le realtà che come l’After Skull lavorano ogni giorno con dedizione per tenere vivo il sogno. 

Per scoprire tutte le attività dell'After Skull visitate il loro sito afterskull.it o seguiteli sul loro canale Instagram.

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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