Per noi biker, abitanti del bosco e cercatori di sentieri, i pericoli sono altri.
Vero.
La bici da strada è pericolosa.
Vero.
Anzi, no, falso.
Però, se ascoltiamo quello che è successo negli ultimi tempi (vedi Michele Scarponi investito e ucciso da un auto e l’incidente a Nicky Haiden mentre era in bici, senza dimenticare le migliaia di sconosciuti ciclisti in tutto il mondo), forse, è vero.
Quindi, dobbiamo convivere con questa paura?
Uscire con la bici da strada significa rischiare di non tornare a casa?
No, non può essere così.
Però, le strade, le solite strade di tutti i giorni, stanno diventando sempre più pericolose.
Eppure sono sempre le stesse strade.
Quelle di tutti i giorni.
Ma qui comincia la serie di errori che capita a tutti di fare: pensare che sulla solita strada non può accadere nulla di diverso da quello che è accaduto ieri, l’altro ieri e via dicendo.
Sbagliato, cari miei, questo è proprio sbagliato.
E’ di questo atteggiamento mentale che dobbiamo avere paura.
Non solo noi in quanto ciclisti, ma anche noi in quanto automobilisti.
Vale per tutti.
Chi investe e magari uccide un ciclista è vero che rimane vivo, ma non continua a vivere serenamente.
Ha comunque ucciso una persona.
Involontariamente, ma lo ha fatto.
Quindi?
Siamo ciclisti, ma allo stesso tempo siamo anche in possesso di una patente di guida, cioè di un permesso che ci abilita a guidare un auto, un camion o una moto.
E a trasformarci in “potenziali attentatori della sicurezza stradale”.
Il discorso vale per tutti.
Su quello che state per leggere vi invito a riflettere.
E invito a far riflettere anche i vostri amici.
Fa’ una cosa alla volta
La guida impegna.
In bici o in auto, non cambia.
Se non riesci a tenere lo sguardo in avanti e a concentrarti su quello che stai facendo, cioè guidare, allora sei stanco e/o annoiato.
E cosa fai?
Prendi lo smartphone e una parte del cervello se ne va altrove.
Non ti accorgi dell’errore fino a che non succede qualcosa di grave.
E la cosa meno grave che può succedere è beccarti una multa della Polizia o dei Carabinieri.
Se non hai auricolari, vivavoce o bluetooth fermati e accantonati per rispondere o per fare una chiamata.
Vale anche se sei in bici.
Forse tu non sbagli, ma gli altri sì
Ecco, questa si chiama paura.
Paura dell’errore altrui.
Quell’errore che ti potrebbe fottere e davanti al quale sei inerme.
Quindi, quando sei al volante pensa che tu potresti essere l’errore letale che altre persone temono.
E quando sei in bici, sappi che sei un vasetto di coccio in mezzo a botti di acciaio.
Non esporti a rischi e non sperare che tanto andrà bene.
Fatti vedere
Sembra banale, ma una luce a Led rossa lampeggiante sotto la sella ti rende più visibile da molto lontano.
E quando le auto ti sorpassano talvolta ti concedono quel metro e mezzo di tolleranza che forse un giorno diventerà obbligatorio per legge.
Stesso discorso per una Led lampeggiante sul manubrio, specie in città.
Un abbigliamento colorato (casco compreso) migliora ancora la tua visibilità.
Pensaci.
Mettiti in fila
Le chiacchiere in bici sono belle, ma sull’asfalto lo spazio è limitato.
Meglio rimandarle a quando ci si ferma al bar.
E fintanto che sei in bici, specie in gruppo, fa’ in modo di ingombrare il meno possibile la strada.
Ricordati: sei un vasetto di coccio in mezzo a botti d’acciaio.
Se ti investono, anche se hai ragione, ti hanno pur sempre investito.
Chi si fa più male sei tu in bici.
Fermati se devi fare altro
Qualunque cosa ti porti ad allontanare le mani e l’attenzione dal manubrio o dal volante dell’auto richiede una sosta.
Prima di partire in bici o con l’auto pensa a cosa ti potrebbe servire una volta partito.
Poi parti.
Il traffico non è un palcoscenico
Sarai anche agile, più veloce e arriverai prima rispetto a chi si muove in città con la macchina, ma sei pur sempre molto fragile.
Anche la bici è soggetta al codice della strada e il traffico non è il palcoscenico sul quale esibire le tue capacità di guida.
E lo sai.
Gioca d’anticipo e guarda più avanti
Se impugni il volante oppure il manubrio non fa differenza.
Butta in avanti lo sguardo, oltre la macchina che ti precede, per capire cosa sta per succedere, come curva la strada, se ci sono dei ciclisti e per valutare in anticipo cosa potrebbe succedere.
Se sei in bici, fa’ lo stesso: le buche, l’asfalto rovinato, la ghiaia, i frammenti di vetro e tutto quello che ti fa cambiare traiettoria all’improvviso è potenzialmente pericoloso.
Tieni lo sguardo più avanti possibile e quando devi spostarti in mezzo alla strada per evitare un ostacolo verifica che non vengano auto dietro di te.
Le solite strade sono per le auto
La bici è fatta per tenersi in allenamento, ma anche per evadere e il cervello e il tuo cuore evadono davvero quando sei lontano dal traffico, dalla confusione ovvero su una strada poco frequentata.
Cerca le rotte meno battute, se puoi, per restare davvero in pace.
La tua libertà in bici è limitata
Se cerchi qualcosa che si avvicini di più alla sensazione di libertà illimitata allora usa più spesso la Mtb.
Su strada devi convivere con altri utenti e con regole più severe.
O almeno tali dovrebbero essere.
La tua velocità in auto non è garantita
Ovvero, anche se il limite di velocità è di 90 km/orari nulla ti garantisce che tu possa andare sempre a 90 all’ora.
Se c’è qualcuno più lento davanti a te, rallenti.
Un camion, un trattore, un auto e anche una bici, salvo dove indicato diversamente, hanno il tuo stesso diritto di stare in strada.
Quindi, rallenta ed evita di avere fretta.
Per concludere, a parte gli obblighi prescritti dalla legge, occupare le strade con qualunque mezzo adibito a farlo è soprattutto una questione di buon senso.
Facile a dirsi, molto meno a farsi.
Rifletterci un attimo su queste cose non è da tutti, purtroppo.
Ma se è vero che le cose si apprendono più velocemente per emulazione, allora chi ha più sensibilità verso queste cose inizi a dare un esempio.
Da far vedere agli altri.
Mostrando prudenza.
Creando una nuova abitudine.
E ci vorrà tempo, ma si può iniziare oggi, volendo.
Basta rifletterci su.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.