C'è una ragazza lombarda, che dallo scorso anno ha riportato il livello agonistico delle azzurre nel settore marathon ad alti livelli. Il suo nome è Mara Fumagalli e ormai, dopo il poker vincente di Hero, Italiano, Europeo e Dolomiti Superbike, la conoscete tutti.
O meglio, pensate di conoscerla, perché a noi ha raccontato qualcosa sulla sua vita che forse non sapete.
Per esempio, sapete che non è una vera “pro”, ma lavora in fabbrica? Sapete che non segue tabelle? E che non si fa mancare mai gli aperitivi e le serate con gli amici?
Ecco, se volete saperne di più su Mara Fumagalli, leggetevi questa intervista...
- Ciao Mara, iniziamo subito con le presentazioni: quanti anni hai, dove sei nata e dove vivi?
- Ciao a tutti. Sono nata a Lecco il 24 ottobre 1987, abito a Garbagnate Monastero, sempre in procincia di Lecco.
- Quando e come hai iniziato ad andare in bici?
- Nel 2007, quasi per scherzo. I miei cugini andavano in bici e mi hanno tirata dentro. Da quel momento è nata la passione e ho iniziato anche con le gare.
- Perché proprio la Mtb e non un altro sport?
- Alle scuole medie ho provato tutti gli sport, ma non mi piacevano per niente. Con la Mtb è scattata subito la molla, mi è piaciuta sin da subito. Sono sempre stata una biker, non ho mai corso su strada ad esempio. E poi sono un'agonista nata, mi piace correre per vincere, altrimenti non mi diverto.
- Perché le marathon e non l'Xc?
- All'inizio ho corso nel cross country, poi mi sono fatta male alle spalle, ho 4 viti da una parte e 2 dall'altra, il colpo di grazia l'ho avuto due anni fa quando sono caduta in Coppa del mondo in Val di Sole. Sui percorsi molto tecnici non riesco a dare il massimo proprio per questo motivo, ad un certo punto mi fanno male e devo rallentare. Nelle marathon, invece, non ho problemi di questo tipo.
- Quando hai iniziato a capire che avevi i numeri per toglierti qualche soddisfazione?
- Vincere il titolo italiano marathon 2018 a Sestriere mi ha fatto capire che avevo del potenziale e ampi margini di miglioramento, in fin dei conti negli anni è sempre migliorata e questo è un buon segno.
- Corri da diversi anni, ma l'exploit c'è stato proprio nelle ultime due stagioni: a cosa è dovuto? Hai cambiato qualcosa nella preparazione? Ci sono stati altri cambiamenti?
- Principalmente, sono molto più tranquilla, ho trovato la mia dimensione, casa e nella mia vita privata. Sono molto serena, il team non ha pretese e non mi mette pressione, ho avuto carta bianca sulle gare alle quali partecipare e su tutto il resto.
- Come ti alleni? Ti segue un preparatore?
- Per tre anni mi ha seguito un preparatore atletico, ma da quest'anno ho deciso di fare da sola, ormai credo di aver imparato a conoscermi. Mi avevano stancato i numeri, le tabelle, non mi divertivo più. A parte quando esco in Mtb, lì mi sono sempre divertita tanto...
- Watt o frequenza?
- Quest'anno non sto usando niente, nemmeno fascia cardio in gara. Ho tolto tutto, vado a sensazione e ascolto molto il fisico.
- E come ti gestisci?
- Esco spesso con gente che va più forte di me e di conseguenza miglioro. Poi, ovviamente, dopo tanti anni che corri sai come gestire le uscite settimanali, quando spingere di più, quando meno e così via. Poi non mollo mai la palestra, ci vado tutto l'anno, ho un personal trainer che mi segue da vicino e secondo me questo fa la differenza. Sento che mi fa molto bene andare in palestra, più di tanti lavori specifici in bici.
- Quanto esci su strada e quanto in Mtb durante la settimana?
- Esco quasi sempre su strada, solo il sabato prendo la Mtb, più che altro per vedere se è tutto apposto e per riprenderci la mano.
- Ti alleni da sola o in compagnia?
- Quasi sempre in compagnia, di solito con gli amatori uomini delle mie zone.
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- Hero, Italiano, Europeo e DSB: quale di queste grandi vittorie ti ha emozionato di più? E perché?
- La Hero senza dubbio. L'ho sempre voluta vincere, ma non c'ero ancora riuscita. In Alto Adige hanno creato un evento unico nel suo genere, con la diretta Rai e un grande appeal mediatico. Per farvi capire, mi ha dato più visibilità la vittoria alla Hero che quella all'europeo.
- Mondiale marathon: pensi di potercela fare?
- Vado in Svizzera per vincere almeno una medaglia, so che ce la posso fare. Ora ho staccato un paio di settimane, i primi di agosto torno ad allenarmi seriamente con quell'obiettivo nel mirino. Di solito mi basta un mese e mezzo per entrare in forma.
- Quali saranno le avversarie più toste, secondo te?
- Io dico le svizzere dell'Xc: Jolanda Neff e le altre. Si corre a casa loro, inoltre il percorso è piuttosto tecnico, quindi secondo me saranno le avversarie da battere. Poi credo che ci sarà anche Annika Langvad e tutte le altre specialiste delle marathon. Sarà una bella battaglia...
- Usciamo un attimo dal discorso “gare”: in pochi sanno che non sei una “vera” professionista, nel senso che lavori anche... Che lavoro fai? E come fai a conciliare allenamenti così impegnativi e lavoro?
- Sì, è vero, lavoro in un'azienda cartotecnica che si trova a un chilometro da casa mia. Si chiama “Novacart” e produce articoli di pasticceria. Faccio i turni: una settimana dalle 6 alle 14 e una dalle 14 alle 22, quindi nella mezza giornata che non lavoro mi alleno. Non è un lavoro pesantissimo, ma sto comunque 8 ore in piedi, devo timbrare cartellino, non c'è aria condizionata e così via. Non è facile conciliare lavoro e allenamenti, ma ormai sono abituata. Finché mi diverto, ho motivazione e raccolgo risultati, continuerò a farlo nel migliore dei modi, poi quando gli stimoli caleranno e non riuscirò più a vestire la maglia azzurra, allora passerò amatore.
- E' stata una tua scelta, continuare a lavorare, oppure è stata una necessità?
- Per ora è stata una necessità, con il mio team attuale non c'erano i presupposti per fare altrimenti. Il prossimo anno qualcosa cambierà: dopo la Hero ho ricevuto la chiamata di un marchio molto importante ed abbiamo trovato degli accordi per il 2020. Non posso dirvi ancora di che azienda si tratta, ma sarò appoggiata a un team marathon molto conosciuto.
- Continuerai comunque a lavorare, o farai l'atleta al tempo pieno?
- Continuerò a lavorare, anche perché i contratti sono sempre annuali, in futuro non si sa mai. Quindi preferisco andare sul sicuro.
- Hai altri hobby o altre passioni oltre la bici?
- Scesa di sella mi diverto un sacco insieme agli amici, non mi faccio mancare aperitivi, serate e tutto il resto. Anche durante la stagione... Soltanto in vista delle gare importanti resto più concentrata e cerco di starci più attenta.
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#friends... are the keynote for the happiness for me ??????? #ghisalloday #zia#nonno#riki
- Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
- Il primo obiettivo sarà la Marathon Bike della Brianza, che per me è la gara di casa. Quest'anno sarà la 28ª edizione e sul percorso ci sarà tutto il mio paese a tifare per me. Vincerla davanti sarebbe fantastico, quindi voglio arrivarci competitiva. Prima della Brianza sarà alla Valseriana Marathon, poi andrò a Livigno per preparare il mondiale. Di mezzo ci sarebbe la Val di Fassa Bike, ma non ho ancora deciso se andare o no. Dopo il mondiale, se ne avrò ancora, chiuderà la stagione con la GimondiBike.
- E il tuo sogno più grande per il futuro?
- Vincere il mondiale.
Mara Fumagalli è un'agonista pura, nata per attaccare il numero sulla Mtb.
Forte, schietta, sicura di sé e grintosa non solo sui pedali, ma anche nella vita.
Pochi fronzoli, tanta voglia di fare e di divertirsi anche una volta scesa di sella.
Forse è proprio questo il segreto per andare più forte? Chissà...
In bocca al lupo per i prossimi appuntamenti, Mara. E portaci a casa questo iride!
Per conoscere meglio Mara Fumagalli visitate la sua pagina Facebook e il suo profilo Instagram.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.