Vi racconto la mia gara di domenica scorsa a Calci, ovvero la prima tappa del Toscano Enduro Series, sia per descrivere come è andata la mia corsa contro il tempo ma anche farvi capire qual è la mia concezione di gara Enduro e la mia esperienza durante le altre gare del Toscano Enduro Series.
Vengo da un periodo di grandi cambiamenti sia nella vita che nel lavoro e il tempo che rimane per partecipare alle gare è sempre poco. Spingermi al limite mi è sempre piaciuto, è l’unica cosa che permette di conoscerti fino in fondo e per questo ,quando possibile, cerco sempre di gareggiare.
Nelle gare di Enduro ho trovato il giusto mix di preparazione, tecnica, testa e cuore per portare il fisico al limite.
Inizialmente il risultato era l’unica cosa che contava, ma dopo qualche anno ti rendi conto che da amatore puoi fare gare più o meno importanti ma arrivare primo o ultimo cambia ben poco, lunedì torni sempre a lavoro.
In Mtb mi sento libero, ma per raggiungere questa libertà devo avere il completo controllo della bici, decidere dove mettere le ruote tra migliaia di difficoltà e non ritrovarmi in balia degli eventi. In questo, la bici è simile alla vita…
Ricordate quando parlavamo della zona di comfort?
Lo scorso anno ho corso alcune gare a vista, è stata una delle esperienze di guida più pazzesche che abbia mai fatto.
Il livello di attenzione e lo stress psico-fisico è ai massimi livelli. Partecipare a una gara in questo modo è il miglior allenamento in assoluto per imparare a tenere lo sguardo alto e a guidare.
Quest'anno ho la possibilità di arrivare il giorno precedente la gara per godermi con più calma questi meravigliosi posti, e per non alterare troppo la mia concezione di enduro a vista ho deciso di compiere solo una ricognizione pedalata del giro e la domenica gareggiare.
Infatti, sabato insieme a un mio amico Luigi siamo arrivati verso l'ora di pranzo, ci siamo cambiati e partiti per fare il giro.
Le prove speciali di Calci sono risultate essere difficili, tecniche e veloci. Abbiamo studiato i punti critici ma fondamentalmente lasciato scorrere la bici. Dopo la prima discesa già ti rendi conto che in gara l’unica cosa che ti aiuterà sarà guardare tanto avanti. Alzare lo sguardo ti permette di anticipare gli ostacoli e le difficoltà che trovi, permettendo di mollare un po’ i freni.
A fine ricognizione eravamo molto contenti dei percorsi. Quando trovi percorsi così belli quasi dispiace non poter fare altre discese, dovendo necessariamente risparmiare energie per il giorno dopo.
Vedere gente che si ammucchia e scalpita per risalire sui furgoni ci fa subito tornare il sorriso per la scelta che abbiamo fatto.
La sera l'ansia da risultato più o meno inconsciamente arriva e quindi pensi: «Forse dovremmo riguardare i video fatti oggi, così memorizziamo qualcosa in più!».
Però con la stanchezza del viaggio e del giro pedalato l'unica cosa che vuoi davvero è mangiare e dormire.
Personalmente non soffro molto la gara, però la mattina al risveglio un po’ di tensione si affaccia sempre…
Faccio le mie raccomandazioni a Luigi, ma è come se le facessi a me stesso, e parto per il primo trasferimento verso PS1.
Partenza PS1 "Babus + Babborazzo”: cerco di ricordare qualcosa, ma è come quando fai un'interrogazione a scuola e vai nel pallone.
Per me è la prima di stagione, alla fine della prova mi rendo conto di quello che ho fatto durante l'inverno.
Innanzi tutto non sono più abituato alla velocità di gara, spingere fuori dalle curve è un lontano ricordo e poi quello che pensavo fosse una PS1 lunga durante le prove, è risultata molto più corta in gara. Passo la fotocellula e sono lucido, penso subito che non ho dato tutto quello che potevo.
Ma in fin dei conti ci sta, prima di stagione e neanche una prova tirata.
Trasferimento duro ma con tempi larghi e siamo in cima alla PS2 “Le Macine”, la più lunga, tosta e che genera non poche preoccupazioni in 4-5 punti del percorso, soprattuto dopo che ieri hai visto in un video quel Lorenzo Suding, poi vincitore della gara, fare dei passaggi impossibili agli umani.
Parto bene, i primi metri sono flow poi attraverso la strada e qui ricordo che ci sono i punti critici, solo che non ho più idea di dove siano! Esito, mollo i freni, fin quando non riconosco il punto critico e lo affronto al meglio, come sono riuscito a provare durante la prova.
Vado avanti e arriva subito un altro punto critico che pensavo fosse da un’altra parte, botta forte sul piede, perdo l’appoggio sul pedale, recupero e riparto, così fin quando non arrivo al tratto pedalato, dove spingo forte e mi ritrovo sui tornanti finali della prova speciale.
Un grande pubblico infilato tra le piante mi incita e allora sì che pedalo fuori dalle curve, finalmente!
Ma dove eravate fino ad ora? ?
Arrivo PS2 con il cuore a tutta, peccato per tutte quelle esitazioni, però spettacolo!
Ho guidato bene.
Controllo orario, faccio due chiacchiere con Luigi e gli altri concorrenti e ripartiamo per PS3 “Bagonchio”.
Alla PS3 arrivo stanco, è evidente che manca l’abitudine al ritmo gara con pause prima della partenza e grandi dosi di adrenalina. Ad ogni modo siamo alla fine, quindi quanto meno porto al termine la prova speciale con un po’ di stile sul salto dove c’è il fotografo. ?
La PS3 è la più corta ed è quella che pensavo di ricordare meglio. Cala un po’ l’attenzione nella guida e prendo un paio di lunghi che mi costringono a sganciare il piede e ripartire da fermo.
Stavolta non ho guidato come dovevo.
Però dopo un attimo arriva il più classico e rassicurante dei pensieri: «Gara finita, non mi sono fatto male!»
Arriviamo al paddock pronti per mangiare al pasta party e aspettiamo i risultati anche se arriveranno con ampio ritardo, causa interruzione della gara per una brutta caduta.
Escono le classifiche: il risultato è 9° assoluto e 3° di categoria.
Non me lo aspettavo proprio, pensavo fosse buono già essere nei primi 30!
Analizzo i distacchi, il livello si è alzato tantissimo.
L’euforia del podio cala, ritorno in me e penso al salto di livello di guida che ho fatto rispetto allo scorso anno.
Dico tra a me e me che nelle prossime gare dovrei pensare meno al tratto difficile, tanto se tengo lo sguardo lontano riuscirò a farlo bene e il resto verrà ancora meglio.
Conclusione della giornata: tenere lo sguardo lontano e lavorare sulla preparazione fisica che fa rimanere lucidi.
E così, anche senza cercarlo a tutti i costi, il risultato arriverà di conseguenza.
Dovrò tenerlo a mente il 7 maggio quando ci sarà la seconda tappa del Toscano Enduro Series a Castiglione della Pescaia(GR)... e lì non avrò più scuse!
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Sull'autore
Stefano Chiri
Mi piace la guida off-road, in sella alla bici e alla moto, ho una vocazione gravity-fun e per me lo stile in sella è tutto. Se non riesco ad essere velocissimo, cerco di essere stiloso... Su MtbCult mi occupo di Mtb da enduro e da trail riding