Il 2024 è stato un anno molto difficile per l'industria della bici e il 2025 già si annuncia ricco di sfide.
Ma anche di opportunità.
Prima di mettere in archivio il 2024, infatti, ho avuto l'occasione di entrare un po' più nel dettaglio sul grande cambiamento che ha interessato casa Trek, intervistando la figura di riferimento, Olivier Pelous, per capire quali sono le strategie di Trek South Europe.
Pelous è il general manager di questa nuova struttura organizzativa e in precedenza ricopriva il medesimo ruolo per Trek South West Europe (Francia, Spagna e Portogallo).
Le strategie di Trek South Europe
Dai primi di aprile in questa struttura è stata annessa anche l'Italia, creando quindi l'area South Europe di Trek.
Cosa cambia, però, in termini pratici? E soprattutto cosa cambia in termini di organizzazione aziendale?
Come lavorano i 19 dipendenti italiani rimasti?
Iniziamo l'intervista...
In molti hanno percepito la nascita di Trek South Europe come una strategia per contenere i costi in un momento difficile per il mercato. Ma c'è anche altro?
- Vediamo diversi vantaggi nella creazione del mercato del Sud Europa, oltre al semplice miglioramento dell'efficienza della struttura del gruppo.
Unendo i 4 Paesi (Italia, Francia, Spagna e Portogallo) stiamo imparando da ogni paese e potenzialmente abbiamo accesso a nuove opportunità di crescita nelle diverse regioni.
Abbiamo riunito dipendenti con background e culture diverse, creando un ambiente di lavoro più inclusivo e innovativo, promuovendo idee e innovazioni fresche. South Europe sta offrendo un'opportunità per attrarre e trattenere i migliori talenti dai 4 Paesi, offrendo maggiori opportunità di carriera nei 4 paesi e mantenendo "dipendenti rockstar".
Infine, abbiamo una posizione più forte nelle negoziazioni, sia internamente, per portare il prodotto più accurato, il supporto ai nostri IBD (independent bike dealer, cioè i negozi di bici non di proprietà Trek, ndr) e il marketing nei nostri paesi, sia esternamente, con fornitori e partner, per ottenere condizioni più favorevoli.
- Quanti italiani lavorano ora per Trek South Europe e come sono cambiate le loro routine quotidiane?
- I 19 dipendenti rimasti sono stati integrati nella nuova struttura "South Europe", insieme ai loro colleghi francesi, spagnoli e portoghesi.
Lavorano da remoto nelle loro case e avranno accesso allo spazio di coworking che abbiamo creato al primo piano del nostro negozio Trek di Lallio (foto in basso), alle porte di Bergamo.
Siamo abituati ad avere team remoti, nel South West Europe, più della metà del nostro personale già lavorava da remoto, dalla Francia, dal Portogallo o da diverse località della Spagna, avendo un unico ufficio centrale a Madrid. La chiave è mantenere una comunicazione regolare tramite TEAMS su base settimanale e riunioni di reparto "in presenza" ogni trimestre nei nostri uffici di Madrid.
- Trek sta pensando di aumentare le vendite online di biciclette (e accessori) e ha ritenuto South Europe una struttura più adatta a supportare questo cambiamento?
- Assolutamente no. L'integrazione di Trek SWE e Trek Italy era in linea con la strategia di Trek di stabilire potenti filiali europee. La nostra struttura europea ora ha 5 uffici principali, Trek GAS, Trek BLX, Trek Nordic, Trek UK+ e la neonata Trek South Europe, che riflettono l'impegno di Trek per un quadro organizzativo coeso ed efficiente.
- Quali sono gli obiettivi di Trek South Europe per il mercato italiano?
- La nostra strategia per l'Europa meridionale non è cambiata.
Continueremo a offrire un prodotto competitivo e innovativo, aumentando la consapevolezza del nostro marchio per indirizzare i clienti ai nostri IBD, aiutando i nostri rivenditori ogni anno ad avere attività più redditizie attraverso i nostri incontri di consulenza Win the Season, la nostra soluzione Ascend POS o i diversi strumenti che offriamo loro, lavorando con gli IBD impegnati con Trek e, infine, facendo le cose in modo corretto.
In Trek, come azienda privata e familiare, ci piace dire che il successo non si misura dalla quantità di denaro che guadagni, ma dall'impatto che hai sulla vita delle persone. Ad esempio, dal 1990, Trek ha contribuito con oltre 18 milioni di dollari alla ricerca sul cancro infantile, ma non ne parliamo molto, perché non lo facciamo per vendere più biciclette.
Ciò che promuoviamo sono gli sforzi che stiamo facendo per ridurre il nostro impatto sul pianeta come azienda leader a livello mondiale, con la pubblicazione del nostro secondo rapporto sulla sostenibilità. Crediamo che la minaccia più grande per il nostro pianeta sia la convinzione che qualcun altro lo salverà e vogliamo influenzare i nostri concorrenti e partner a fare come noi.
- Chi acquista una bici nuova oggi sa che tra qualche anno avrà un valore molto basso e questo non incoraggia l'acquisto di bici nuove. Trek sta pensando di affrontare questo problema?
- Sì!
Per estendere il ciclo di vita dei suoi prodotti, ridurre il consumo di nuovi materiali e tagliare gli sprechi, l'anno scorso abbiamo presentato con orgoglio Red Barn Refresh, il primo programma di permuta e ricondizionamento di biciclette guidato dai produttori nel settore ciclistico.
Il nostro programma è stato ideato come una soluzione per estendere la vita utile delle biciclette Trek e ora gli IBD Trek possono accettare la restituzione di biciclette Trek usate in cambio di un credito in negozio per acquistare una bici nuova entro la fine dell'anno.
Con la missione di cambiare il mondo facendo salire più persone in bicicletta, iniziata in un fienile rosso (da qui il nome red barn, ndr) nel 1976, stiamo tornando alle nostre radici nello stesso fienile rosso in cui è nata Trek, dove riceviamo, revisioniamo e rivendiamo le biciclette ricondizionate.
Red Barn Refresh è un programma attualmente esclusivo per gli USA, ma un giorno lo lanceremo anche in Europa.
Quest'ultima risposta, a mio avviso, è uno degli spunti più interessanti su cui riflettere e a cui la bike industry non ha mai dimostrato grande interesse.
Forse con scarsa lungimiranza.
Ma in ogni caso chi oggi compra una bici lo fa in maniera più oculata che in passato e la tempesta nella bike industry ancora imperversa.
Serve un cambio di rotta e Trek sta dimostrando di essersi rimboccata le maniche: per la prima volta si può parlare di usato, ovvero per la prima volta ci si cala davvero nei panni di chi le bici le acquista e le usa.
Qui tutti i nostri articoli e approfondimenti sulla bike industry.
Per informazioni Trekbikes.com
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.