Nuovo codice della strada e biciclette: cosa è cambiato?

Nicola Checcarelli
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Nuovo codice della strada e biciclette: cosa è cambiato?

Nicola Checcarelli
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Nuovo Codice della Strada e biciclette: è cambiato qualcosa per i ciclisti?
In questi giorni sono entrate in vigore le modifiche al Codice della Strada, valide dal 10 novembre 2021, ma in realtà per chi usa la bicicletta è cambiato ben poco, purtroppo.
La bici e i ciclisti sono stati quasi completamente trascurati dal legislatore, come se tutto sulle nostre strade andasse più che bene.

Il discorso vale per chi utilizza la bicicletta da corsa per attività sportiva, per chi usa la bici come mezzo di spostamento urbano, e per chi va in Mtb ma si trova - suo malgrado - a percorrere anche le strade aperte al traffico veicolare.

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Procediamo per gradi.

Partiamo dall’obbligatorietà delle luci sulle biciclette, anche perché alcuni media hanno riportato delle notizie non del tutto precise.
La parte che riguarda questo argomento all’interno della legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale è la seguente e va a sostituire il comma 2 dell’articolo 68 del vecchio Codice della Strada:

“2. I dispositivi di segnalazione di cui alla lettera c) del comma 1 devono essere funzionanti da mezz'ora dopo il tramonto del sole a mezz'ora prima del suo sorgere e anche di giorno  nelle gallerie, in caso di nebbia, di caduta di neve, di forte pioggia e in ogni altro caso di scarsa visibilità, durante la marcia sia nei centri abitati che fuori dai centri abitati”.

La disposizione, insomma, è piuttosto chiara: l’obbligo delle luci non vale sempre, ma rispetto al passato oltre alle ore notturne interessa anche tutte le situazioni di scarsa visibilità.

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In realtà utilizzare le luci è una scelta di buon senso.
Noi ciclisti siamo già poco visibili e considerati su strada, dunque ogni dispositivo in grado di renderci più sicuri deve essere accolto con entusiasmo.

Chi ci segue da tempo sa quanto abbiamo incentivato l’uso delle luci per aumentare la sicurezza del biker su strada (sempre, non solo nelle condizioni di scarsa visibilità), già prima della modifica del Codice della Strada.

Per completezza di informazione, l’articolo 68 del Codice della Strada indica anche la tipologia di dispositivi da usare:

  • luci bianche o gialle anteriormente;
  • luci rosse e catadiottri rossi posteriormente;
  • catadiottri gialli sui pedali e sui lati.
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L’obbligatorietà del campanello o di altri strumenti di segnalazione acustica era già in vigore prima dell’introduzione di queste ultime modifiche.
L’obbligatorietà di luci e dispositivi di segnalazione acustica non è prevista quando le bici sono usate in competizioni sportive.

Fatta chiarezza sull’argomento luci, veniamo a quello che a nostro avviso è il problema più grande, cioè che le bici e i ciclisti sono stati quasi completamente trascurati in quest’ultima modifica al Codice della Strada.
Nessuna delle proposte e delle idee di cui si era parlato in questi ultimi mesi è stato recepito, come ha fatto giustamente notare l’ACCPI (Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani) con un post sui propri canali social.

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Nulla che riguardi le strade ciclabili a basso traffico o le corsie preferenziali, nulla sulla distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso, nulla, insomma, che inviti l’automobilista a rispettare di più il ciclista.
E nulla nemmeno sull’uso obbligatorio del casco, che invece a nostro avviso sarebbe importante anche più delle luci…

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Si ripete sempre più spesso che le biciclette potranno avere un ruolo chiave nel miglioramento degli stili di vita e nella riduzione dell’inquinamento negli anni a venire, ma i ciclisti continuano a rimanere “invisibili” e poco considerati sulla strada.
La vera sconfitta è questa.

QUI trovate una scheda di sintesi redatta dalla Polizia Stradale con le principali novità del Codice della Strada.

Qui sotto vi proponiamo una riflessione di qualche anno fa, che resta valida ancora oggi:

Per approfondire il tema della sicurezza in strada, potete consultare gli articoli pubblicati su Bicidastrada.it.

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Sull'autore
Nicola Checcarelli

Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. La mia vocazione è per la bici da strada, di recente anche il gravel e infine la Mtb

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