Mondiali Marathon agli specialisti dell'Xc: non è la prima volta che ne parliamo, infatti avevamo già toccato il discorso nel 2018, quando Henrique Avancini vinse il mondiale Marathon di Auronzo di Cadore davanti a Daniel Geysmair e Leonardo Paez.
In quella occasione realizzammo questo articolo:
Stavolta, però, il discorso è un po' diverso, perché se il mondiale marathon 2018 si svolse su un tracciato da "vera Marathon" (113 km con 4500 metri di dislivello), quello del 2022 si è svolto su un anello di 40 km (da ripetere 2 o 3 volte in base alla categoria) con circa 500 metri di dislivello a giro.
Ciò vuol dire che gli uomini Elite hanno corso su 120 km con 1500 metri di dislivello e le donne su quasi 90 km e poco più di 1000 metri di dislivello.
Praticamente, il percorso iridato era velocissimo, un lungo cross country pieno di rilanci, che inevitabilmente ha favorito gli specialisti della specialità olimpica...
Quei 50 watt in più...
Fabian Rabensteiner, il favorito numero uno della Nazionale azzurra (14° sul traguardo), ha dichiarato dopo l'arrivo che avrebbe avuto bisogno di 30-50 watt in più in ogni rilancio.
Sentite qui:
Sia chiaro, a Fabian la potenza non manca affatto, ma semplicemente i percorsi con poco dislivello premiano chi ha più watt "assoluti" e non chi ha il miglior rapporto peso/potenza. Anzi, gli atleti molto esili e di statura contenuta sono svantaggiati in queste situazioni.
Non a caso, sul podio troviamo tre rider con un fisico importante e un attitudine particolare ai cambi di ritmo.
L'unico che si è saputo difendere dagli attacchi dei crosscountristi è stato Andreas Seewald, che ha chiuso secondo dietro ad un Samuel Gaze scatenato e davanti al giovane danese Simon Andreassen, anche lui specialista dell'Xc.
Ah, per chi non lo sapesse, Sam Gaze rientrava da un infortunio a clavicola e costole rimediato al mondiale Xc del 29 agosto: chapeau!
I "puristi" si ribellano
Torniamo al discorso dei mondiali Marathon agli specialisti dell'Xc, che se da una parte ha esaltato gli amanti della disciplina olimpica, dall'altra ha infastidito chi segue sempre le gare di lunga distanza ed ha lasciato l'amaro in bocca agli atleti stessi.
Di fatto, se Gaze non decidesse di dedicarsi alle Marathon, il prossimo anno potremmo non vedere mai la maglia iridata sulla linea di partenza. E sarebbe davvero un peccato...
Un dissapore comprensibile, quindi, che però non cancella la classe assoluta degli atleti Xc, capaci di dire la sua anche su distanze e chilometraggi molto diversi da quelli che sono abituati a percorrere di solito.
È vero, Gaze ha corso anche su strada (andando forte anche lì), ma non è il caso di Andreassen o Sebastien Fini, ad esempio.
Forse, però, su un percorso con più dislivello, il neozelandese non avrebbe vinto con la stessa facilità.
O magari non avrebbe vinto proprio...
Ragionandoci su, quello che lascia perplessi è soprattutto il criterio di scelta dei percorsi in questi appuntamenti così importanti: in base al regolamento UCI, la marathon deve avere una distanza minima di 60 km e massima di 160 km, mentre non ci sono indicazioni su dislivello e durata, che invece sono due fattori determinanti per il risultato finale.
Servirebbero delle regole più precise ed un controllo più accurato dei tracciati, per tutelare la specialità nel modo adeguato...
Di seguito l'estratto del regolamento UCI:
E tra le donne?
Il discorso è un po' diverso se parliamo del mondiale marathon femminile.
Anche qui, a dominare sono state le specialiste del cross country, con Pauline Ferrand-Prevot che si è portata a casa il terzo titolo nello stesso anno (Short Track, Xc e Marathon).
Dietro di lei altre due crosscountriste come Annie Last e Jolanda Neff, ma nella top ten troviamo anche la nostra Giada Specia (6ª) e una certa Mona Mitterwallner, altra specialista dell'Xc che lo scorso anno vinse il mondiale marathon a Capoliveri.
Dominio ancora più netto, quindi, nella categoria femminile.
A nostro avviso, qui a fare la differenza non è stato solo il percorso, ma anche il livello atletico, che in generale è più basso quando si parla di marathon: le donne più forti si sono specializzate nell'Xc, queste sono anche le più polivalenti e le più brillanti nei cambi di ritmo.
Lo ha dimostrato la giovanissima Mona Mitterwallner lo scorso anno a Capoliveri, su un tracciato veramente duro e tecnico. Ma anche Giada Specia, che arrivò quarta alla sua prima marathon "vera" della sua vita.
Tralasciando le fuoriclasse come Prevot e Neff, quindi, è un dato di fatto che le donne che vanno forte nell'Xc siano in grado di vincere anche nelle lunghe distanze.
D'altronde, era successo anche ad Annika Langvad qualche anno fa, di primeggiare in tutte le specialità con una certa disinvoltura...
Con questo non vogliamo dire che le specialiste delle marathon siano scarse, anzi, ci sono delle atlete veramente tenaci e forti quando si parla di dislivelli e distanze importanti. È innegabile, però, che siano meno complete e versatili sui percorsi veloci.
Come sempre, la qualità vince su tutto (ne avevamo parlato anche qui): è più facile allungare qualche chilometro in allenamento, consci del fatto che si ha già un'ottima base di forza, tecnica e capacità lattacida, che fare il contrario.
Ovviamente, serve anche la giusta attitudine, fisica e psicologica, per svolgere determinati sforzi di lunga durata, ma in questo senso le donne sono avvantaggiate dai percorsi "ridotti" e dal numero di partenti decisamente inferiore.
In conclusione...
A nostro avviso, quindi, tra le donne è meno necessario specializzarsi per vincere le marathon di un certo livello, mentre tra gli uomini è obbligatorio farlo, perché il fattore percorso è determinante, la concorrenza è maggiore ed il livello è altissimo sotto ogni punto di vista.
Tuttavia, speriamo che nel 2023 il tracciato del mondiale marathon sia degno di questa denominazione, per dare più spazio a chi si dedica al 100% a questa specialità e per vedere costantemente la maglia iridata sui campi gara.
Un'ultimissima considerazione sulla diretta streaming, trasmessa sul canale YouTube degli organizzatori: a nostro avviso, un evento del genere meriterebbe un servizio video migliore, che dia almeno la possibilità di seguire le fasi salienti in modo chiaro. Speriamo che il prossimo anno ci sia più rispetto anche da questo punto di vista...
Qui le classifiche complete dal mondiale marathon 2022.
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.