Ai Campionati Europei Downhill una grande nazionale in crescita 

Silvia Marcozzi
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Una grande Italia quella che si è vista ai Campionati Europei Downhill lo scorso weekend a Les Menuires, in Francia. Su un tracciato insidioso dove i padroni di casa hanno fatto pesare la familiarità con il territorio, gli italiani hanno dato prova di un livello di qualità in crescita e di grande consistenza.

Guidata dal CT Simone Fabbri, la nazionale torna a casa con un bottino di medaglie e piazzamenti di tutto rispetto, a partire dalla vittoria di Eleonora Farina in campo femminile. 
La trentina è stata velocissima per tutto il weekend e si è imposta in finale con un distacco su Monika Hrastnik di quasi 5 secondi (4”89) e Lisa Baumann di 7”26.

Campionati Europei Downhill



Farina è rimasta lontana dai campi di gara quasi un anno dopo essersi rotta la clavicola a ridosso dell’inizio di stagione. Dopo il rientro ai Campionati Italiani ha ritrovato il suo ritmo con un bel 7º posto ai recenti Mondiali di Fort Williams per poi confezionare un capolavoro sul difficile tracciato francese ai Campionati Europei Downhill. 

«Al mondiale non ero riuscita a fare quello step che sarebbe servito a fare la differenza - ha detto Eleonora Farina - e sono arrivata a Les Menuires con la voglia di mettere tutto quello che avevo in questa gara. In qualifica mi sono quasi stupita di essere andata così forte e poi domenica per fortuna sono riuscita a metter insieme tutto. Dopo una partenza di stagione così tardiva questa vittoria è una bella iniezione di fiducia per i prossimi appuntamenti».

È argento invece fra gli junior per Chris Hauser, Il giovane talento - anche lui trentino - ha esordito quest’anno in Coppa del Mondo con una vittoria nella prima gara di stagione a Lenzerheide. Dopo avere dominato le prove del sabato con una P1 in qualifica e il terzo tempo assoluto, Hauser ha visto sfumare la vittoria nella run finale.

«Purtroppo nella run decisiva ho commesso un errore e mi si è sganciato un piede. Per riprendere il controllo sono stato costretto a sedermi perdendo secondi preziosi. Cose che succedono in gara, ma sono comunque molto soddisfatto del risultato e di queste giornate con la nazionale».

Questa la sua dichiarazione da Andorra, dove ha raggiunto la sua squadra, la britannica The Union, per il prossimo appuntamento di Coppa del Mondo.

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Ai Campionati Europei Downhill l'Italia vince e convince

Completano il medagliere il bronzo di Sofia Priori fra le donne junior e il terzo posto del piemontese U17 Lorenzo Mascherini
Per Priori il weekend dei Campionati Europei Downhill non era partito sotto i migliori auspici, con le prove complicate da polvere a affollamento.

«Ho potuto girare poco e ho visto tante brutte cadute - ha spiegato Sofia Priori - che di certo non aiutano a trovare confidenza con la pista. Mi ha aiutato tantissimo il confronto con Eleonora (Farina, n.d.r.) e Veronika (Widmann, sesta classificata). Ridiscutere insieme i video dei vari passaggi e imparare da loro a curare tutti i dettagli dell’avvicinamento alla gara ha sicuramente fatto la differenza.

Tra le prove e la gara sono riuscita a limare ben dieci secondi, e la medaglia è arrivata del tutto inaspettata. Ho imparato molto da questo weekend, soprattutto che bisogna crederci sempre, e questo è un bel bagaglio che mi porto dietro in vista del passaggio a Elite l’anno prossimo». 

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Anche per il piemontese fresco vincitore del Campionato Italiano per la sua categoria il weekend non era partito benissimo, con tre discese e tre cadute al venerdì che gli hanno impedito di trovare il giusto feeling con la pista.

«Anche nei giorni successivi ho potuto girare pochissimo - ha detto Lorenzo Mascherini - e solo la domenica mattina sono riuscito a trovare un po’ di velocità. Per cercare di compensare ho spinto un po’ troppo in alcuni punti domenica e ho commesso un paio di errori. Essere arrivato comunque terzo è quindi un ottimo risultato, ho fatto registrare tempi in linea con i primi junior, e questo mi dà fiducia anche per l’anno prossimo quando passerò di categoria». 

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Non meno meritevoli i piazzamenti dei sempre solidi Loris Revelli e Davide Palazzari, rispettivamente quarto e quinto posto a un passo dal podio nella categoria Elite, dove si aggiudica il titolo di campione europeo il francese Antoine Vidal.
6ª la campionessa italiana Veronika Widmann, forse la più sfortunata del gruppo che dopo il bel sesto posto di Fort Williams puntava a qualcosa di più.

Revelli è reduce da due settimane di problemi di salute che lo hanno messo in difficoltà anche prima dei mondiali di Fort William (dove ha comunque ottenuto un ottimo 14º posto).

«Ho avuto febbre alta per tutta la settimana fino a domenica mattina - ha dichiarato Revelli - Nei giorni di prova ero veramente “cotto” e ho provato poco. Poi in gara non so come sono comunque riuscito a mettere insieme una buona run e sono contento di com’è andata».

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Il campione italiano Palazzari solleva qualche perplessità sul tracciato di gara:

«Purtroppo ci sono state tante brutte cadute e infortuni, molti punti della pista erano esposti e senza protezioni. Senza fare polemica penso che in gare di questo livello, dove gli atleti corrono sempre al limite, si dovrebbe considerare questo aspetto. Sicuro non significa facile, si possono realizzare tracciati anche molto più difficili e spettacolari senza mettere a rischio i rider.

Sebbene il sardo abbia trovato penalizzante la pista di Les Menuires, in gara è riuscito comunque a trovare la velocità per un bel piazzamento. Il suo 5º posto va ad aggiungersi agli ottimi risultati del Campionato Italiano e del mondiale scozzese e fa ben sperare per i prossimi appuntamenti.

Soddisfatto anche il CT Simone Fabbri, soprattutto per l’atteggiamento con cui i ragazzi hanno affrontato tutto il week end di gara. 

«Vivere una gara di questo livello come se fosse un ritiro non è affatto scontato, ed è quello che sono riusciti a fare i ragazzi in Francia. Oltretutto quello di Les Menuires è un tracciato molto insidioso, come se ne vedono sempre meno invece in Coppa del Mondo, dato che si tratta di piste meno “televisive". Tanta polvere, tanti punti esposti, contropendenze, pochi appoggi… Insomma, una pista dove non era facile trovare velocità, ma che i nostri hanno saputo interpretare molto bene».

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Con la presenza delle varie categorie giovanili e master gli iscritti all’evento sfioravano le 600 presenze, rendendo difficili le prove. Ecco perché Fabbri ha optato per una seconda track walk.

«Ho pensato fosse utile per memorizzare meglio i passaggi che i ragazzi non sarebbero riusciti a provare abbastanza. Per il resto insieme a Nicola Casadei abbiamo cercato di essere costantemente sulla pista a filmare e cronometrare i passaggi dei rider. In questo modo cerchiamo di mettere a disposizione dei ragazzi più materiale possibile su cui lavorare per fare le loro scelte».

Tutti i rider con cui abbiamo parlato confermano l’importanza di ritrovarsi all’interno di un gruppo affiatato dove il confronto prevale sulla rivalità. Massimo fair play, insomma, e tanta collaborazione che sembrano avere pagato con un risultato di gruppo notevole. 

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«Sono fiducioso - continua il CT Fabbri - perché in questi Campionati Europei Downhill ho visto una decisa crescita del movimento, anche fra le ragazze. Quello che cerchiamo di fare come federazione è sostenerlo. Per me è importante arrivare ad aiutare più rider possibile.
Anche se ovviamente il mio ruolo è anche quello di fare delle scelte e aiutare gli atleti migliori ad esprimere il loro massimo potenziale sono dell’idea che riuscire a dare un supporto anche ai tanti giovani o ai master quando possibile sia un modo per mantenere in salute il movimento. E la nazionale è il movimento».   

Foto: Federciclismo

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Sull'autore
Silvia Marcozzi

Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.

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