VIDEO - Trek Top Fuel 2020: ecco cosa cambia e come va...
Daniele Concordia
VIDEO - Trek Top Fuel 2020: ecco cosa cambia e come va...
Daniele Concordia
COMANO TERME – La Trek Top Fuel 2020 cambia pelle.
Siamo stati a Nord del Lago di Garda per la presentazione ufficiale della nuova full suspension del brand americano, che mantiene i segni distintivi della versione precedente, ma diventa una trail bike vera e propria, che include diverse migliorie pensate per renderla più giocosa e più versatile.
In questo video vi mostriamo i dettagli e vi raccontiamo le prime sensazioni in sella alla Trek Top Fuel 2020, che abbiamo provato per un breve giro insieme a campionesse del calibro di Paola Pezzo e Jolanda Neff.
Premete play:
Ora entriamo nei dettagli, elencando meglio tutti i cambiamenti e i dettagli tecnici della Trek Top Fuel 2020.
Più escursione
Iniziamo proprio dal travel, che aumenta sensibilmente cambiando in modo netto il comportamento della bici.
Se la precedente Top Fuel era una full da Xc e Marathon con escursione di 100 mm su entrambe le ruote, il nuovo modello è una trail bike con 115 mm di travel sull'ammortizzatore e 120 mm sulla forcella.
A dire il vero, in Trek la definiscono una Xc/Trail, ma è ormai noto che il modo di intendere la Mtb degli statunitensi è molto diverso dal nostro...
In generale, comunque, l'obiettivo è stato quello di offrire un mezzo votato al divertimento e alla versatilità, più che alle prestazioni e al cronometro.
Più lunga e più “slack”
La Trek Top Fuel 2020 presenta delle geometrie più “spinte” e più versatili.
Innanzitutto, il reach è maggiore in tutte le taglie, per offrire una posizione da discesa più distesa, quindi più stabilità sul veloce.
In taglia M, ad esempio, il reach è stato allungato di circa un cm, ora è di 44 o 44,5 cm (in base alla posizione del Mino Link) e viene abbinato un attacco manubrio di 60 mm.
Il top tube, sempre in taglia M, è di circa 60 cm (59,7/59,9 cm).
Allo stesso tempo, lo sterzo è molto più aperto e studiato per una forcella da 120 mm: si passa dai 70/70,9 gradi della precedente Top Fuel ai 67,5/68 gradi di quella attuale.
Il piantone, invece, è di un grado più verticale, 75 gradi contro i 74 della versione precedente.
Un dettaglio molto interessante è la presenza di una taglia ML, ossia una via di mezzo tra Media e Large, pensata per chi ha una conformazione fisica particolare e non riusciva mai a trovare un assetto ad hoc. Bella soluzione!
La Trek Top Fuel 2020 sarà quindi disponibile in 5 taglie: S, M, ML, L e XL.
Ecco le geometrie complete:
Addio Full Floater
Esteticamente, la nuova Top Fuel sembra quasi identica alla precedente, come soluzioni tecniche, ma gli osservatori più attenti noteranno che vi sono due cambiamenti sostanziali dello schema sospensivo.
Il primo riguarda la diversa posizione del Mino Link, ossia l'inserto eccentrico che permette di variare la geometria della bici in pochi secondi e in poche mosse invertendo la sua posizione.
Ora il Mino Link è posizionato nella parte anteriore del link superiore, per un accesso più facile.
Il secondo cambiamento, che però è il più interessante, è la scomparsa del sistema Full Floater vero e proprio, che comprimeva l'ammortizzatore in entrambe le estremità quando la sospensione era attiva.
Sulla nuova Top Fuel, l'ammortizzatore si fissa sul telaio all'estremità inferiore, mentre lo snodo del carro è situato subito dietro, nella zona del movimento centrale.
Questo schema più semplice è pensato sia per permettere un passaggio interno dei cavi più ordinato, sia per migliorare la rigidità e il comportamento in pedalata del telaio.
E' sempre presente, invece, il sistema ABP (Active Braking Pivot), ossia un fulcro virtuale che coincide con il perno passante della ruota posteriore.
Gli altri dettagli
La Trek Top Fuel 2020 è studiata per utilizzare gomme da 29” con sezione fino ai 2,4”.
Tutti i modelli saranno muniti di reggisella telescopico di serie, con travel diversi in base alla taglia del telaio.
Sulle taglie S verrà montato un reggisella da 100 mm, sulle M e sulle L sarà da 150 mm, mentre sulle L e XL nei modelli 9.8 e 9.9 sarà addirittura da 170 mm.
I dettagli del telaio sono rifiniti, con una protezione in gomma dura (Carbon Armour) posizionata sotto al tubo obliquo e con la presenza del sistema Knock Block: una sorta di blocca sterzo che impedisce la rotazione completa del manubrio in caso di impatti o cadute, evitando quindi di danneggiare il telaio.
A proposito di manubrio, tutti i modelli montano delle pieghe più larghe e degli attacchi corti, proprio per adattarsi alle nuove geometrie.
Gli stem di serie hanno un'inclinazione di 13° e sono pensati per essere orientati in modo diverso a seconda dell'utilizzo, senza sostituirlo: girato verso il basso per l'Xc e verso l'alto per il trail riding.
Dalla metà dell'estate, si potrà personalizzare la grafica del telaio grazie al Project One come su tutte le altre bici Trek.
Gli allestimenti
La Trek Top Fuel 2020 sarà disponibile in 5 modelli di bici completa: uno in alluminio Alpha Platinum e 4 in carbonio OCLV Mountain.
Saranno poi disponibili due kit telaio (alluminio o carbonio).
Le prime sensazioni
Dopo la presentazione ufficiale, abbiamo avuto modo di fare un breve giro con la Trek Top Fuel 2020 sui sentieri dell'Alto Garda. Nello specifico, abbiamo utilizzato un modello 9.9 XX1 che pesa 11,05 chili senza pedali ed è il top di gamma con cambio meccanico.
In parte, le prime sensazioni ve le abbiamo raccontate nel video iniziale, ma approfondiamo i punti principali.
Prima di tutto la posizione: di solito utilizzo una M, in questo caso invece ho utilizzato una ML, che però è risultata piuttosto compatta una volta in sella, molto più raccolta di tante taglie M di altre aziende.
Da questo si deduce la volontà di realizzare un mezzo maneggevole, non troppo estremo come geometrie, ma allo stesso tempo più versatile.
Il reach allungato permette di assumere una posizione più distesa alzandosi sui pedali in posizione da discesa.
In generale, però, è una delle trail bike da 29” più compatte provate finora...
In salita bisogna dimenticarsi l'assetto della precedente Top Fuel, parliamo di un'altra bici e va presa per quello che è, ossia una trail bike.
Tuttavia, il piantone da 75 gradi abbinato ad uno schema sospensivo abbastanza stabile permette di salire praticamente ovunque in modo agevole, ma questa Mtb da il meglio se si procede di passo, senza troppi rilanci.
L'ammortizzatore presente sul modello 9.9 XX1 utilizzato nello short test è un Fox a due posizioni (aperto/chiuso), che lavora però con un comando rotante RockShox TwistLoc.
Scelta strana, ma il feeling del comando non è male, anche se su una bici del genere un ammortizzatore a tre posizioni sarebbe stato la ciliegina sulla torta.
C'è da dire, comunque, che nella posizione "lock" le sospensioni sono bloccate del tutto e questo aiuta nelle salite battute o asfaltate.
Scompare, quindi, il sistema RE:aktive di Trek, a mio avviso una scelta saggia, che rende la sospensione più sincera, scorrevole e personalizzabile.
In discesa, la Trek Top Fuel 2020 a primo impatto ci è sembrata molto giocosa: invita ad osare un po' di più sui drop e a piegare un po' di più in curva, ma allo stesso tempo è anche maneggevole nello stretto, non come una vera Xc, ma quasi.
Durante il giro ci è capitato di affrontare un single track stretto tra gli alberi a ruota di Jolanda Neff, lei con la “vecchia” Top Fuel, noi con la nuova e sinceramente non ci siamo mai sentiti impacciati.
E vi assicuriamo, Jolanda non va piano per niente...
Per concludere, quindi, il primo impatto sulla Trek Top Fuel 2020 è stato molto buono. Abbiamo dovuto fare un “reset” prima di salire in sella, senza paragonare questo nuovo modello a quello precedente, ma abbiamo scoperto un mezzo divertente e molto versatile, forse quello che mancava tra i mezzi Xc “puri” e la Fuel Ex.
Per ora è tutto, ma a breve potremmo avere a disposizione la Trek Top Fuel 2020 per un test più lungo, quindi restate connessi!
Per informazioni TrekBikes.com
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Sull'autore
Daniele Concordia
Mi piacciono il cross country e le marathon, specialità per le quali ho un'esperienza decennale. Ho avuto un passato agonistico sin da giovanissimo, ho una laurea in scienze motorie e altri trascorsi professionali nell’ambito editoriale della bici.