Manubrio in carbonio: vantaggi e accortezze necessarie
Simone Lanciotti
Manubrio in carbonio: vantaggi e accortezze necessarie
Simone Lanciotti
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via facebook
Ciao MtbCult, secondo voi è giusto che un manubrio in carbonio fletta? E' un vantaggio? Una peculiarità? Oppure è meglio un manubrio rigido?
Risposta di Simone Lanciotti
La vera difficoltà che incontra chi costruisce bici è raggiungere il giusto livello di rigidità su determinate aree del telaio e anche su alcuni componenti.
Una bici super rigida è piuttosto facile da costruire, salvo che poi diventa difficile da guidare.
La rigidità, quindi, non è un valore da ricercare in assoluto, ma è più proficuo per la guida di una Mtb bilanciarla con un certo grado di elasticità. O propensione a flettere.
Lo stesso discorso si può applicare al manubrio e su questo componente negli ultimi anni si è lavorato molto.
Il carbonio ha cambiato il modo di intendere il manubrio che in passato era una barra di metallo rigida e addirittura dritta, cioè senza curvatura alle sue estremità.
La fibra di carbonio (per lo più unidirezionale) ha dato ai manubri la possibilità di assorbire una parte delle sollecitazioni che gomma anteriore e forcella non riescono a filtrare.
Ha introdotto un grado di comfort in più, anche se non sempre facilmente avvertibile.
Ha introdotto una riduzione di peso.
E ha introdotto anche una maggiore resistenza agli impatti.
Guarda questo video realizzato da Enve, uno dei primi marchi a credere nell’utilizzo della fibra di carbonio nel settore Dh:
Il manubrio flette e anche in modo vistoso, ma persino sotto carichi significativi e ripetuti non perde la sua integrità.
Le doti di flessione di un manubrio, quindi, sono diventate un aspetto importante nella guida di una Mtb.
A chi è consigliabile un manubrio in carbonio?
In linea di principio è soprattutto una questione di budget, perché i benefici di un manubrio in fibra sono apprezzabili (soprattutto sul fronte leggerezza) da una vasta schiera di utenti. Ci sentiamo però di consigliarlo a chi volesse stemperare un po’ un avantreno molto nervoso e reattivo, soprattutto con ruote da 26 pollici.
Oppure a chi possiede un telaio in lega leggera che, notoriamente, è più brusco nelle reazioni e meno propenso a filtrare le vibrazioni.
In abbinamento a un telaio in carbonio, un manubrio in fibra ha delle reazioni omogenee e più in linea con la risposta del telaio.
Le accortezze con un manubrio in carbonio
I tanti vantaggi che conferisce la fibra di carbonio, però, richiedono anche qualche attenzione in più da parte dell’utente. Il composito infatti va trattato con cura al momento del serraggio dei morsetti dell’attacco manubrio, delle leve dei freni, del cambio e dell’eventuale comando per il reggisella telescopico.
Per fare un lavoro corretto sarebbe necessario applicare la coppia di serraggio suggerita dal produttore e verificarla con una chiave dinamometrica.
Particolare attenzione, però, va posta al serraggio della bulloneria per le leve dei freni: in caso di caduta, infatti, le leve dei freni molto spesso impattano con il terreno e se sono serrate troppo al manubrio si rischia che possano spezzarsi.
Se il collarino delle leve dei freni, invece, viene chiuso con meno Nm (cioè se viene serrato di meno) allora è più probabile che la leva del freno ruoti e non si spezzi.
Un’ultima da accortezza riguarda il posizionamento e l’angolazione di comandi cambio e leve freno.
Su un manubrio in lega leggera in qualche modo è possibile cambiare angolazione della leva del freno facendo forza su tutto il corpo della leva se questa non è perfettamente fissata al manubrio.
Su un manubrio in carbonio, invece, ogni cambiamento di posizione o di angolazione dei comandi cambio e delle leve freno deve essere fatto allentando la rispettiva viteria onde evitare che si danneggi lo strato superficiale della fibra di carbonio.
In questo articolo si parla della larghezza del manubrio e qui Fabien Barel spiega come si sceglie la larghezza giusta.
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Sono il direttore e fondatore di MtbCult (nonché di eBikeCult.it e BiciDaStrada.it) e sono giornalista da oltre 20 anni nel settore delle ruote grasse e del ciclismo in generale. La mountain bike è uno strumento per conoscere la natura e se stessi ed è una fonte inesauribile di ispirazione e gioia. E di conseguenza MtbCult (oltre a video test, e-Mtb, approfondimenti e tutorial) parla anche di questo rapporto privilegiato uomo-Natura-macchina. Senza dimenticare il canale YouTube, che è un riferimento soprattutto per i test e gli approfondimenti.