Marcello
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Ciao a tutti, sono un ragazzo di Reggio Emilia, ho 29 anni (fra poco 30) e sono la bellezza di quasi 18 anni che faccio Mtb quindi diciamo che me ne intendo tanto.
Per ora ho una Full Dynamix come bici (diciamo un'ottima bici per qualche anno fa, manubrio stretto molto basso con le spalle… la bici di Martinez quando ha vinto i mondiali tanti anni fa) e questa primavera pero ho provato una Cannondale Flash 29 (diciamo con la "pubblicità" di Marco Aurelio Fontana) e , vi giuro, partito da solo una domenica mattina mi sono fatto 50 km da solo alla media dei 30 km/h. Uno spettacolo…
Ottima bici, ma soprattutto manubrio alto e largo, quindi molto ma molto divertente…
Voi pero consigliereste una flash 29 oppure una Scalpel 29?
Ormai le gare non le faccio più anche perché la bici richiede tanto tempo e il lavoro ne occupa abbastanza. Infatti da 4 anni ho iniziato a correre a piedi e con quello che faccio in 45 minuti di corsa in bici ci vogliono quasi 2 ore.
Quindi cerco una bici divertente da pedalare in salita , in single track, e di conseguenza divertente in discesa, ma anche un bici che in pianura sia pedalabile, in modo che quando arrivo a casa sia sempre contento.
E' stato un piacere scrivervi, ragazzi, e attendo vostra risposta e/o consiglio.
Risposta della redazione
Piccolo, ma doveroso preambolo: complimenti, Marcello, per la longevità della tua passione per le ruote grasse. Passiamo alla risposta
Se le gare non sono più una priorità, se vuoi divertirti un po' di più in discesa, fra le due bici che menzioni la Scalpel 29 è quella più indicata.
Quando Cannondale ha introdotto l'ultima versione di questa bici aveva in mente il cross country, perché da sempre la Scalpel è destinata a quell'utilizzo lì.
La versione più recente (quella che tu hai indicato), però, ha anche le ruote da 29" e questo rende la Scalpel un po' più versatile che in passato. E questo vale in generale per le full 29er da 100mm di ultima generazione.
E' doverosa però una precisazione: la sospensione posteriore ha un cinematismo molto semplice (monopivot) la cui efficienza in salita è gestita dal tuning dell'ammortizzatore. Ovvero la sospensione risente molto dell'effetto della pedalata, ma, grazie proprio alla presenza di un singolo pivot, ha una grande rigidità torsionale.
La Scalpel è sempre stata così: una full relativamente semplice come cinematismo, ma complessa per costruzione e funzionamento. Tieni presente, infatti, che durante la fase di compressione la parte superiore del carro (interamente in carbonio) subisce una flessione elastica che concorre ad assorbire gli impatti provenienti dalla ruota posteriore.
Quindi, la Scalpel è divertente in discesa (e reattiva pur avendo un carro da 44,4 cm) e sui sentieri offroad, ma la sua efficienza in salita è strettamente legata al tuning dell'ammortizzatore. Quindi, dopo una discesa lunga, ricordati di spostare la levetta della Ctd sulla posizione Trail o Climb oppure di attivare il lock-out tramite il comando remoto Full Sprint (nel caso di ammortizzatore Rock Shox) se dovessi tornare a salire.
Un ultimo cenno sulla sospensione posteriore: essendoci di mezzo la flessione dei foderi alti in carbonio, aspettati un netto aumento della progressività verso il fondocorsa della sospensione. Il carattere Xc della Scalpel 29 si vede anche in questo...
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Ps: una piccola curiosità. Alla Sea Otter Classic abbiamo visto questa elaborazione di una Scalpel 29: via la Lefty da 100 ed ecco una Fox 34 Talas da 130 mm. Soluzione estrema? C'è a chi piace così...
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Redazione MtbCult
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